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domenica, Novembre 24, 2024

Alessandro Ballestrazzi

Pediatra di famiglia nel Distretto di San Lazzaro di Savena dell’ASL di Bologna. È stato Presidente Nazionale della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) Attualmente Segretario Regionale della FIMP dell’Emilia Romagna.

1. Quali consigli si sente di dare ai ragazzi che ritornano a scuola?

Quest’anno il rientro a scuola sarà diverso dagli altri anni. Da un lato la felicità di rompere l’isolamento sociale che ha escluso gli studenti dalla scuola e dal contatto reciproco, quest’ultimo aspetto fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei ragazzi, dall’altro le paure e le ansie, accumulatesi durante il lungo periodo dell’emergenza pandemica, che hanno determinato un aumento senza precedenti delle problematiche psicologiche. Ma, come sempre succede, occorre vedere – e mai come adesso se ne avverte la necessità – la parte positiva. La ripresa della vita normale, dei contatti, delle amicizie, della possibilità di vivere e perché no di perdere tempo insieme, sarà al di là delle parole degli psicologi il rimedio più potente alle ansie e ai timori che tutti ci portiamo dietro in questo momento in cui la pandemia anche se sembra aver fatto un passo indietro è comunque ben presente e continua a incidere sulla nostra vita. Per questo dico ai genitori, mandate i ragazzi a scuola, se possibile dopo aver fatto il vaccino e sempre nel rispetto delle regole (non si deve mai venir meno al nostro ruolo di educatori), e lasciate che siano loro ad affrontare il rientro a scuola. So per esperienza che i bambini, i ragazzi hanno delle enormi potenzialità perché sono padroni del futuro e hanno delle capacità di ripresa e di adattamento che alcune volte lasciano a bocca aperta. Non abbiamo paura e limitiamoci ad accompagnarli nel loro percorso. Vedrete che ci stupiranno.

2. Quali sono le precauzioni che le famiglie devono prendere e che i ragazzi devono mantenere, per evitare nuove ondate pandemiche?

Le precauzioni sono quelle di sempre, mascherina, igiene delle mani, distanziamento. Esistono ormai innumerevoli evidenze scientifiche che queste semplici precauzioni sono in grado di limitare la trasmissione del virus e quindi proteggere le persone. Si tratta di proseguire in questo sforzo, oramai entrato nelle nostre abitudini quotidiane, e di mantenerlo fin quando sarà necessario. Non accenno neanche alla vaccinazione perché do per scontato che le persone responsabili si siano vaccinate e quando possibile abbiano fatto vaccinare i propri figli. Occorre inoltre seguire le indicazioni delle autorità, nazionali e locali. Troppo spesso si sentono teorie complottiste o comunque riduttive rispetto all’emergenza in corso. È chiaro che a un non esperto le misure via via adottate possono sembrare esagerate o perfino inutili ma come professionista devo sottolineare che in queste cose si adotta il principio della massima precauzione ed è giusto così, un po’ come quando – per fare un esempio – vedo una brutta tosse e faccio fare una radiografia per escludere la presenza di una polmonite. Tante volte la radiografia è negativa ma intanto non ho trascurato niente. È chiaro che i ragazzi, per loro natura, tendono a essere un po’ spavaldi e a considerare tutte queste cose ‘da adulti’ ma so anche che la maggior parte di loro è sorprendentemente matura e capace di fare la cosa giusta. Per cui, ancora una volta, non rinunciamo al nostro ruolo di educatori e parliamo con loro. Vedrete che ascolteranno.

 3. La vaccinazione anticovid porta all’ottenimento del green pass, obbligatorio per il personale scolastico, presidi, docenti, impiegati, collaboratori. Ma nessuno è esonerato dal seguire le precauzioni: le mascherine sono obbligatorie per tutti, dai 6 anni in su e nelle palestre dove si può stare senza è obbligatorio mantenere 2 metri di distanza. Quali saranno le difficoltà? Come superarle?

Ho già in parte risposto a questa domanda ma voglio sottolineare ancora una volta come il rispetto delle regole sia la migliore garanzia per tutti. Nella mia ormai decennale esperienza di pediatra mi sono reso conto che se le cose sono spiegate bene e il messaggio è univoco, cioè tutti dicono la stessa cosa, i bambini e i ragazzi fanno quello che devono fare. Troppo spesso sottovalutiamo il loro senso di responsabilità e in questo sbagliamo. È proprio l’insieme delle regole che famiglia e scuola nei rispettivi ambiti danno ai ragazzi che crea il senso di responsabilità. È sbagliato pensare che le regole limitino la libertà, l’iniziativa e la creatività dei ragazzi. Al contrario, i ragazzi vogliono le regole e se queste vengono stabilite in modo corretto, cioè con rispetto e partecipazione, allora vengono seguite. Ma non ci sono solo la famiglia e la scuola. Per entrare nel merito, il mondo dello sport ha un ruolo essenziale nella ripresa di una vita normale. Quindi è fondamentale che le società sportive partecipino in modo coerente a questo processo. Troppo spesso si sorvola sulle misure precauzionali e, come dicevo, un messaggio contraddittorio tra famiglia, scuola e sport, è peggiore di nessun messaggio.

 4. Quali sono le lacune o perlomeno gli aspetti critici evidenziati con questa pandemia nell’ambito scolastico che si potrebbero cambiare, correggere o migliorare?

Direi che le lacune più evidenti sono sotto gli occhi di tutti e mi riferisco soprattutto alla contraddittorietà dei messaggi rivolti alle persone da diversi soggetti istituzionali. Troppo spesso abbiamo assistito al balletto di dichiarazioni e smentite, polemiche strumentali, cifre e percentuali contraddette il giorno dopo, che hanno generato una grande confusione. Io credo che a parte i pochi casi ideologizzati o strumentalizzati da altri la maggior parte delle persone contrarie alla vaccinazione lo siano proprio per la contraddittorietà del messaggio. L’obiezione che mi sento fare in ambulatorio è ‘Dottore, sa, con tutto quello che si sente dire in giro, preferirei aspettare…’. Ecco, è proprio tutto quello che si sente dire in giro il problema. Se è vero che le istituzioni hanno fatto moltissimo è anche vero che sono rimaste mute proprio dove avrebbero dovuto fare sentire la propria voce in modo martellante. Mi riferisco ai social che sono proprio i media che i giovani frequentano. Ho fatto questa premessa per sottolineare come la scuola abbia risentito in modo rilevante di questo problema. Invece la scuola necessita di regole chiare e agli insegnanti dubbiosi dico che non hanno soltanto la responsabilità di se stessi ma anche quella dei ragazzi a cui insegnano e che questo non significa soltanto vaccinazione sì o no, green pass sì o no, ma la necessità di offrire un’immagine coerente dei valori di solidarietà e vicinanza su cui la società dovrebbe basarsi.

5. Cosa si aspetta dai prossimi mesi di ripresa?

Mi aspetto un graduale rientro alla normalità nell’ambito delle precauzioni che dobbiamo continuare a mantenere. Oramai la maggior parte di noi ha incorporato l’abitudine alla mascherina o al gel disinfettante nelle proprie abitudini quotidiane e questo perché l’essere umano è un essere straordinariamente adattabile. Quindi ritorno alla normalità e nello stesso tempo, per il principio di massima precauzione di cui parlavo prima, mantenimento di tutti gli accorgimenti per limitare la diffusione del virus. Sul piano strettamente medico occorrerà mantenere la vigilanza sulle nuove varianti del virus ed essere pronti a cambiare in corsa le strategie vaccinali. È probabile che la diffusione del virus diminuirà nel tempo ma non scomparirà del tutto, come dimostrato anche dall’analisi di altre epidemie del passato. Per questo è necessario seguire le regole: in questo modo si potranno isolare e circoscrivere i nuovi focolai epidemici, anche se penso che con il virus dovremo convivere ancora per un certo tempo. Ma questo, al momento, non lo può prevedere nessuno. Tuttavia, come abbiamo affrontato il momento peggiore della pandemia allo stesso modo affronteremo il seguito, dipende solo da noi.

a cura di Gioia Catamo

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