Puglia bella e possibile
La tempesta sembra passata, la vita sembra riprendere (quasi) come tre mesi fa, le città si sono animate, spiagge e locali aperti, nei parchi sono tornati a giocare i bambini. “Sembra”, naturalmente, perché in realtà sono cambiate tante cose dentro e fuori di noi. Se ci fermiamo ad analizzare l’ambito del turismo, in continuità col numero precedente di Puglia tutto l’anno, dobbiamo sottolineare che la filiera del turismo è stata la più colpita, sono venute meno tutte le certezze che sembravano acquisizione sicura. L’intervista all’assessora regionale all’Industria turistica e culturale, Loredana Capone, e l’intervento dell’ex commissaria dell’Azienda di promozione turistica della provincia di Lecce, Stefania Mandurino, avevano tracciato i traguardi e i successi raggiunti dopo un lavoro serrato di anni di impegno. Dobbiamo dimenticare tutto? No, quei dati ora servono da promemoria: eravamo arrivati a un buon livello anche nel difficile ambito della destagionalizzazione non senza la consapevolezza che c’era ancora tanto da fare. Il Coronavirus ha interrotto un percorso proprio quando si cominciavano a incassare i frutti del lavoro di tanti operatori a tutti i livelli. E ora, dopo che la tempesta sembra transitata, si contano i danni, si chiede e si dà aiuto, si ritorna sul nastro di una ripartenza di un turismo che va alla ricerca di una nuova dimensione, che sarà sempre comunque accattivante perché la materia prima c’è ed è sempre bella. Anzi di più. Sarà comunque una dimensione diversa, si va alla ricerca di una nuova normalità che va costruita tenendo conto proprio degli effetti della “tempesta” appena superata.
L’orizzonte si è improvvisamente ristretto, ma non per questo ci si deve sentire limitati e impediti a continuare a viaggiare. È sufficiente riscoprire il valore della “siepe” di leopardiana memoria, il confine che limita l’orizzonte e che proprio per questo dà lo slancio di guardare al di là fino a cogliere spazi infiniti. Il “turismo di prossimità” c’è sempre stato, ma da quest’anno è diventato una vera e propria necessità. Facciamolo diventare di moda. Scoprire le nostre città e i nostri paesi con occhi nuovi capaci di vedere realmente aspetti che la consuetudine a volte impedisce di notare, conoscere le province limitrofe alla nostra, i punti più lontani e nascosti della regione. Non basterà una sola estate. Anche la Cei, Conferenza episcopale italiana, invita a scegliere i pellegrinaggi nella propria regione, o almeno sempre in Italia. E intanto, conoscendo meglio la Puglia, impareremo a conoscere meglio noi stessi, quel sottile ma forte filo che ci lega ai luoghi e alla nostra storia e che dà senso e sostanza alla nostra identità. Anche perché turismo di prossimità significa anche riscoprire il senso della comunità, dell’accoglienza e dell’ospitalità. Non sono valori di poco conto.
Non c’è motivo perché i pugliesi non siano nel numero degli italiani che guardano alla Puglia come ad una meta ambita, così come risulta da un’indagine del Codacons: un italiano su tre sceglierebbe la Puglia come meta delle vacanze estive 2020. La regione più ambita i pugliesi ce l’hanno a portata di … piedi, sarebbe imperdonabile se non trasformassero uno stato di necessità in una opportunità virtuosa. Non mancano i suggerimenti, le guide, i consigli (anche noi di “Puglia tutto l’anno” andiamo in questa direzione). Qualche settimana fa Legambiente e Touring club hanno pubblicato “Vacanze Italiane”, una guida online che raccoglie oltre 200 itinerari tra cui 43 in bici, 63 a piedi, 13 a cavallo e 7 proposte interregionali di lunga percorrenza. Sono otto quelli pugliesi: A cavallo nel Parco nazionale del Gargano; L’avventura sui Monti Dauni; Pedalando nel Parco nazionale dell’Alta Murgia; La Via Traiana e la Piana degli ulivi secolari; Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese; Trekking tra le spunnulate nella Palude del Conte; A piedi nel profondo Salento; Trekking in Salento. (www.touringclub.it/notizie-di-viaggio/vacanze-italiane-puglia). Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Ripartire, quindi, con la consapevolezza che distanziamento fisico delle persone, sanificazione dei luoghi, mascherine, altre inevitabili e necessarie precauzioni costituiscono dei fattori complessi che operatori e gestori dei servizi turistici devono armonizzare. Quasi tre mesi di chiusura hanno avuto un peso economico considerevole sulle attività della filiera del turismo. Aggiungiamo una ridotta capacità di spesa da parte delle famiglie e il persistere di paure, ansie, incertezze. Si può tornare a viaggiare sereni? Possiamo “affidarci” ai vicini come nel passato? Costa in tutti sensi venir fuori dalla “capanna” che abbiamo costruito intorno a noi.
Nessuno resterà indietro, nessuno resterà solo: il mantra di questo periodo sia dal governo centrale, sia da quello regionale. La Puglia è ancora bella e sarà ancora possibile con una serie di interventi regionali per operatori turistici in tutti i settori: Microprestito: destinato a piccole aziende (con fatturati fino a 400.000 euro), professionisti, partite Iva, start-up, artigiani, commercianti che potranno accedere a prestiti, a tasso zero, da un minimo di 5mila a un massimo di 30mila euro, erogati direttamente dalla Regione Puglia, senza alcun intermediario e con procedure estremamente celeri e semplificate. Ancora: Aiuti agli investimenti delle piccole e medie imprese nel settore turistico alberghiero, misure finalizzate a sostenere il rafforzamento del capitale circolante delle MPI con un fatturato sino a 50 milioni di euro, attraverso contributi che potranno andare da 30 mila euro sino a un massimo di 2 milioni di euro. Nessun settore è stato trascurato: artigianato, cultura, sport, arte, cinema, musica. La ripartenza sarà veramente tale, se sarà di tutti e nessuno sarà lasciato indietro.
Di Maria Rosaria De Lumé