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giovedì, Novembre 21, 2024

Puglia, le subregioni e i paesaggi vegetali

La Puglia, collocata all’estremità sud-est della Penisola, è la regione più orientale d’Italia. Il suo territorio, di ben 19.348 Km2, è costituito prevalentemente da aree pianeggianti (53,2%) e collinari (45,3%), mentre sono molto limitate le zone montane (1,5%), che risultano concentrate nella parte settentrionale della regione. Bagnata dai mari Adriatico e Ionio, la Puglia presenta uno sviluppo costiero complessivo di 840 Km, costituito da coste sia sabbiose che rocciose. A causa della sua storia geologica e della sua posizione geografica la Puglia rappresenta un’area di notevole interesse floristico e vegetazionale. Il numero di specie e sottospecie (taxa subgenerici) facenti parte della flora pugliese è stato calcolato in 2.552 entità native (escludendo quindi le specie coltivate e le specie di provenienza esotica (cioè le alloctone spontaneizzate). La flora pugliese è costituita per il 40% circa  da specie erbacee a ciclo vitale inferiore ad un anno (le cosiddette terofite), per il 25% circa da piante erbacee perenni (o emicriptofite) e per il 15% circa da piante dotate di bulbi sotterranei (o geofite), il 10% da specie arboree e arbustive (o fanerofite e nanofanerofite), con l’ 8% circa da piante basso-arbustive (o camefite) è per poco meno del 2% da piante acquatiche (idrofite). Il paesaggio vegetale della Puglia si presenta particolarmente diversificato e complesso in funzione dell’elevata diversità ambientale rappresentata principalmente dalle variazioni del substrato e del microclima locale. Sulla base di peculiari caratteristiche ambientali e antropiche la Puglia può essere idealmente suddivisa in diverse subregioni quali: il Gargano, i Monti Dauni (o Subappennino Dauno), il Tavoliere di Foggia, la Murgia Alta, la Cimosa Litoranea, la Murgia di sud-est o Murgia dei Trulli, l’Anfiteatro Tarantino, il Salento delle Murge, il Tavoliere di Lecce, il Salento delle Serre.

Scorcio della Foresta Umbra

IL GARGANO

Il Gargano è rappresentato in gran parte da un promontorio montuoso, con le massime quote nei Monti Calvo (1065 metri) e Spigno (1009 metri). Si tratta di un territorio di natura carsica caratterizzato dall’assenza di una rete idrografica superficiale. È la subregione pugliese con la più cospicua presenza di aree boschive. Lungo la fascia costiera esposta a sud est prevalgono le pinete spontanee a Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), come nel tratto Mattinata-Vieste. Procedendo verso l’entroterra e salendo di quota sono maggiormente presenti le formazioni a leccio. A quote maggiori dominano le cerrete e nella parte più interna le faggete, con il nucleo più ampio presente nella Foresta Umbra. Sul versante meridionale il carsismo si manifesta in tutta la sua evidenza nell’area dei valloni: profonde incisioni della scarpata rocciosa dove si riscontra la presenza di una rara flora rupestre transadriatica (cioè tipica delle opposte sponde adriatiche) di antichissima origine, costituita dalla Campanula del Gargano (Campanula garganica), l’Inula candida (Inula verbascifolia), la Stellina garganica (Asperula garganica), la Vedovina di Dallaporta (Scabiosa dallaportae). Nel tratto settentrionale della costa garganica sono presenti due importanti ambienti lagunari salmastri, rappresentati dai “laghi” di Lesina e di Varano. In particolare, la duna di Lesina, che separa la laguna dal mare per una lunghezza di 12 Km circa, ospita una importante vegetazione di macchia mediterranea ed ospita il rarissimo Cisto di Clusio (Cistus clusii). Alla subregione garganica viene assegnato l’arcipelago delle isole Tremiti, o isole Diomedee, costituito dalle isole di San Nicola, San Domino, Capraia e Pianosa, che, complessivamente, raggiungono uno sviluppo di poco superiore a 3 Km2. Tra queste, solo la maggiore, cioè l’isola di San Domino, è interessata dalla presenza di una vegetazione forestale, per lo più a pino d’Aleppo e, in limitatissimi settori, a leccio. Su queste isole si riscontra la presenza dell’endemico Fiordaliso delle Tremiti (Centaurea diomedea)

Lino delle Fate sull’Alta Murgia

I MONTI DAUNI

Sono dei rilievi costituiti da colline e basse montagne, con la cima più alta rappresentata dai 1151 metri di Monte Cornacchia, che rappresenta anche la maggiore altitudine della Puglia. È una subregione ricca di aree boschive, con netta prevalenza di formazioni di cerro e di roverella governate a ceduo, mentre le faggete risultano sporadiche e relitte. Molto estese sono le aree a pascolo con formazioni erbacee e arbustive come sul Monte Cornacchia.

IL TAVOLIERE DI FOGGIA

Il Tavoliere di Foggia costituisce un’ampia pianura che separa il Subappennino Dauno dal Gargano. La pianura è attraversata da un’estesa rete idrica superficiale, costituita da modesti corsi d’acqua che discendono dal sub-Appennino dirigendosi verso la costa. Fra questi il Carapelle, il Candelaro, il Cervaro e il Fortore. La vegetazione spontanea del Tavoliere è stata quasi completamente sostituita da colture orticole e cerealicole. I boschi “Incoronata” e “Dragonara” sono quanto oggi resta della vegetazione forestale del Tavoliere. Si tratta di formazioni con Quercia virgiliana (Quercus virgiliana), nella cui serie di ricostituzione partecipano arbusteti con Albero di Giuda (Cercis siliquastrum) e Spino di Cristo (Paliurus spina-christi). Nella zona Pedegarganica sono attualmente presenti estesi oliveti, ai quali si alternano praterie substeppiche su substrato roccioso affiorante. Lungo i principali corsi d’acqua del Tavoliere si è conservata, a tratti, una vegetazione arborea ripariale con spettacolari filari di salici e pioppi.

Campanula Pugliese

ALTA MURGIA

La Murgia alta corrisponde alla zona più interna ed elevata della provincia di Bari e BAT e in piccola parte della provincia di Taranto, con la quota massima di 679 metri nel Monte Caccia. È rappresentata da un ampio tavolato calcareo carsico con lievi ondulazioni, caratterizzato da un substrato calcareo affiorante sul quale si sviluppa una vegetazione erbacea substeppica di origine secondaria, cioè derivante dalla eliminazione della preesistente vegetazione arboreo-arbustiva. Tale vegetazione è impreziosita da un endemismo rappresentato dal Lino delle Fate Meridionale (Stipa austroitalica) dalle caratteristiche spighe argentate che ondeggiano al vento. I pochi lembi boschivi residui sono rappresentati da querce caducifoglie del gruppo della roverella, come la Quercia di Dalechamp (Quercus dalechampii), Quercia virgiliana (Quercus virgiliana) e Quercia amplifolia (Quercus amplifolia). In un limitato settore, corrispondente a un’area di confine con la Basilicata, si sviluppa il “Bosco Difesa Grande” di Gravina di Puglia, caratterizzato dalla presenza di cerro (Quercus cerris) e del raro farnetto (Quercus frainetto).

Alisso di Leuca

LA CIMOSA LITORANEA

La Cimosa Litoranea rappresenta una stretta fascia costiera pianeggiante, caratterizzata da un’elevata densità di insediamenti e di attività economiche legate anche al turismo, che si estende in tutta la provincia di Bari e in parte di quella di Brindisi. L’elevata antropizzazione ha relegato in aree marginali la scarsa naturalità esistente, rappresentata da macchia mediterranea e da aspetti di vegetazione tipici di costa sabbiosa e rocciosa.

LA MURGIA DI SUD-EST O MURGIA DEI TRULLI

La Murgia di sud-est è caratterizzata, sotto il profilo vegetazionale, da formazioni boschive caratterizzate dal Fragno (Quercus trojana), quercia caducifoglia ad areale transadriatico, cioè esteso tra le due sponde dell’Adriatico, ma esclusiva in Italia delle sole Murge pugliesi, dove occupa un limitato settore corrispondente a una peculiare isola bioclimatica. Attualmente tali nuclei boschivi, che si addensano in particolari aree, come nei territori di Noci, Alberobello e Martina Franca, sono rappresentati in prevalenza da pascoli arborati e da boschi cedui, molto rare sono invece le fustaie. Tali boschi risultano impreziositi dall’endemico Gigaro pugliese (Arum apulum) e dalla Peonia maschio (Paeonia mascula) che si rinvengono tipicamente nel sottobosco)

Palude “La Vela” presso Taranto

L’ANFITEATRO TARANTINO O AREA DELLE GRAVINE

L’Anfiteatro Tarantino o Subregione delle Gravine, è costituito da un arco di colline che formano diversi terrazzamenti fra loro paralleli, degradanti verso la costa. In quest’ultima zona si rinvengono pinete a Pino d’Aleppo, mentre il gradino murgiano è percorso a ventaglio da numerosi solchi erosivi che talvolta si mostrano imponenti come, ad esempio, nel caso delle gravine di Laterza, di Castellaneta, di Castellaneta. In questi ambienti è particolarmente diffusa la flora rupestre, con presenza di specie rare a distribuzione transadriatica e transionica. Si tratta di specie con areale a baricentro orientale, che hanno in Puglia l’estrema propaggine occidentale del loro areale.

Quercia Vallonea di Tricase

IL SALENTO DELLE MURGE

Il Salento delle Murge rappresenta un’area di basse colline di transizione e di raccordo che si incunea tra il Tavoliere di Lecce e i rilievi collinari dell’Anfiteatro Tarantino e la Murgia dei Trulli. Quest’area è attualmente povera di vegetazione spontanea, ma accoglie vari elementi floristici più mesofili rispetto a quelli del Tavoliere di Lecce.

IL TAVOLIERE SALENTINO

Il Tavoliere Salentino, o Tavoliere di Lecce, è costituito da un’area pianeggiante corrispondente alla parte centrale della penisola Salentina. Si tratta di un’area a elevato sviluppo agricolo, con oliveti, vigneti e seminativi, nella quale sono presenti solo piccoli e isolati boschi di leccio. La naturalità residua è presente in una fascia strettamente costiera, sia adriatica che ionica, ed è rappresentata, principalmente, dalla vegetazione alofila e psammofila costiera, da zone umide con lagune costiere (Alimini Grande, Le Cesine), praterie alofile (bacini di Torre Veneri, palude del Capitano), da macchia mediterranea con importanti resti rappresentati dalla Macchia di Rottacapozza (Ugento) e di Arneo (Porto Cesareo e Nardò). Pochi, degradati e di limitata estensione sono i boschi di leccio, relitti dell’antica copertura forestale che interessava la zona. Fra questi, quello di Rauccio è sicuramente il più interessante e meglio conservato. Nella parte settentrionale di questa subregione su pianure interne non distanti dalla città di Brindisi, nelle contrade di Tuturano e Mesagne, si rinvengono, inoltre, limitati, ma notevolmente importanti, boschi a quercia da sughero (Quercus suber) con i nuclei più significativi presenti nei boschi di Santa Teresa, I Lucci, Preti, costituenti fitocenosi di notevole interesse biogeografico, in quanto la sughera raggiunge in questi territori l’estremo orientale del suo areale.

Paesaggio a Punta Palascia di Otranto

IL SALENTO DELLE SERRE

Il Salento delle Serre o Salento Meridionale, corrisponde alla parte estrema della penisola Salentina. È caratterizzato dai modesti rilievi delle “Serre”, basse catene collinari che ricordano in piccolo le Murge e che raggiungono la quota massima di 199 metri alla Serra dei Cianci. In questa subregione la notevole presenza di substrato roccioso affiorante ha consentito la sopravvivenza di importanti nuclei di macchia mediterranea e, in particolare, di formazioni a quercia spinosa (Quercus calliprinos), che talvolta costituiscono anche cenosi boschive: boschi di Cardigliano, macchia di Ponente, Bosco Pecorara.

Piero Medagli

Limitatamente al territorio di Tricase si riscontra la presenza in forma spontanea della Quercia Vallonea (Quercus ithaburensis subsp. macrolepis), una specie a diffusione balcanica. In Italia è esclusiva del Salento Meridionale, dove la si rinviene in piccoli nuclei boschivi, come nel famoso “boschetto” di Tricase, di circa un ettaro, o in filari ai margini dei coltivi. Nelle aree con substrato profondo si rinvengono leccete, nelle quali compaiono frequentemente Quercus virgiliana e Quercus amplifolia. In quest’area sono frequenti le garighe a Timo arbustivo (Coridothymus capitatus) o a Euforbia spinosa (Euphorbia spinosa) che si sviluppano su suoli poveri e poco evoluti. Lungo la fascia costiera fra Otranto e Santa Maria di Leuca si erge una falesia alta e rocciosa ricca di specie rupicole di eccezionale valore fitogeografico come la Campanula pugliese (Campanula versicolor subsp. tenorei), l’Euforbia arborescente (Euphorbia dendroides), l’Efedra (Ephedra foeminea) e tantissime altre, che fanno di questo tratto di costa un vero e proprio santuario botanico.

di Piero Medagli

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