di Ilenia Orsi
Può un raggio di sole scalfire la pietra? Sono infiniti i giochi di luce che attraversano le forme rocciose del Dolmen “Li Scusi”, testimoni antiche dell’intervento dell’uomo sulla natura. Abbiamo esplorato i misteri dei megaliti con Ettore Caroppo, Sindaco di Minervino.
Il dolmen presente nell’area minervinese viene denominato “Dolmen li Scusi”. Le ricostruzioni filologiche associano il nome al termine dialettale “scunnire”, ovvero “nascondere”. Sappiamo però che il comune fa tutt’altro che celare i tesori archeologici del territorio. Quali sono i progetti realizzati per favorirne la valorizzazione?
«Nel 2009, l’inaugurazione del Parco Culturale del Dolmen “Scusi”, ha dato il via a una serie di azioni impegnate in questo senso. Lo sviluppo di un tracciato che rende la testimonianza megalitica facilmente fruibile al massimo numero di individui, senza l’ausilio delle auto, ha rappresentato un primo abbattimento delle barriere architettoniche. In queste operazioni, la voglia di rendere fruibile ai più un patrimonio di tutti ha lavorato da stimolante direttrice. Un secondo passo nella medesima direzione ha coinciso con la partecipazione al progetto della Fondazione Cassa di Risparmio della Puglia, che ha portato al recupero di un casolare nei pressi del dolmen. Coniugando una riduzione dell’impatto paesaggistico dell’edificio con il suo incremento funzionale, è stato convertito in infopoint per le visite al megalite, e in touchpoint espositivo delle produzioni agroalimentari minervinesi. Oggi, quest’appassionante storia di viaggio a ritroso nel passato, con la volontà di riaffermarlo nel presente, non conosce la parola “fine”. L’accordo con il GAL per l’ottenimento di ulteriori finanziamenti è pegno di tale desiderio. L’obiettivo è supportare la fruibilità del sito archeologico attraverso il recupero di tratturi: un’azione che pavimenterebbe possibilità di viabilità alternative rispetto alla strada che collega Minervino e Uggiano. Ciò a cui puntiamo è il nutrimento di un’interazione energetica fra il visitatore e il luogo, stimolandone una percezione sensoriale. Per l’anno prossimo, col Dolmen Festival, abbiamo già pronta in cantiere l’idea di tornare a “far vivere” il luogo, attraverso i linguaggi della manifestazione culturale e dello spettacolo. Al termine di operazioni che mireranno alla messa a punto dell’area, immaginiamo di indire un bando per la gestione del territorio che sfrutti lo strumento “Beni in Comune” della Regione Puglia. Le associazioni che aderiranno all’iniziativa potranno disporre di ulteriori risorse per procedere nel perfezionamento dell’operato. Il dolmen, tra l’altro, è monumento principe del comune di Minervino, ma l’azione vuole interessare manifestazioni storico-architettoniche appartenenti a epoche molteplici, di cui il minervinese è riccamente provvisto».
Anche le aree di comuni limitrofi, come quelle di Giurdignano e Giuggianello, custodiscono veri e propri scrigni archeologici. Sappiamo che i due comuni in questione, insieme a quello di Minervino, aderiscono al Programma Operativo Leader Plus. Esistono disegni progettuali futuri che mirano all’integrazione di opere di valorizzazione dei tre comuni specificati?
«Certamente, si arriverà all’instaurazione di un dialogo a più interlocutori. La volontà di innescare delle sinergie operative fra le tre aree è forte. Tuttavia, dovrà attraversare sentieri più lunghi di quelli che dividono fisicamente i comuni. Infatti, la prossimità topografica di Giurdignano, Giuggianello e Minervino non trova riscontro nella suddivisione delle unioni comunali. Ogni comunità appartiene a unioni differenti, e ciò influisce inevitabilmente sui processi organizzativi. Porterò un esempio concreto: l’area delle Quattro Macine, storicamente appartenente alla giurisdizione minervinese, rientra oggi nell’area di Giuggianello. La volontà di intervenire congiuntamente sul sito è viva ma, come spiegavo, non di immediata realizzabilità. Certamente, si intraprenderanno progetti di più ampio respiro, che abbandonano la prospettiva municipale per abbracciare un approccio sovracomunale, in grado di convogliare le attività di più unioni. È un fatto futuro predetto dallo stesso snodarsi della Via Francigena attraverso diverse giurisdizioni e dalla conseguente presenza di strutture ricettive per i pellegrini, che vogliamo promuovere».
Il Parco Culturale Li Scusi è stato inaugurato con l’ambizione di esaudire tre principali obiettivi: valorizzazione, fruizione e recupero dell’area archeologica di Minervino. Sono tre termini molto importanti. Crede che anche quello di “sensibilizzazione” rappresenti un aspetto sul quale intervenire? Qual è l’atteggiamento dei cittadini, il grado di partecipazione e di consapevolezza nei confronti delle risorse storico-locali?
«È sempre vantaggioso concepire i tesori storico-culturali come imprescindibile fonte di autoidentificazione (tanto personale quanto collettiva) e come preziosa risorsa economica. Tali prospettive passano assolutamente attraverso i cancelli della sensibilizzazione, della conoscenza e della consapevolezza. Questi sentimenti, se comuni, si trasformano in un potente motore per le opere di valorizzazione. Un filo conduttore importante, in tal senso, è rappresentato dalle scuole. La Scuola Primaria di Minervino, ad esempio, aderisce a iniziative come il concorso “Adotta un Monumento” (nell’anno scolastico corrente ha conquistato questo ambizioso premio attraverso un racconto dedicato agli ulivi). La partecipazione muove dal riconoscimento della centralità della scuola nell’edificazione di consapevolezze culturali e antropologiche dei cittadini, e trova nelle generazioni più giovani un soggetto privilegiato per la maturazione di queste ultime. Tali stimoli potranno portare a un atteggiamento propositivo nei confronti del futuro comune non solo da parte degli alunni, ma anche dei genitori, a cui i bambini trasmetteranno una coscienza storico-locale nuova e proficua. Inoltre, un ruolo fondamentale in quest’ambito spetta anche alle Associazioni, capaci di convogliare sotto un’unica ala i sentimenti di comunanza, di appartenenza e di partecipazione dei cittadini».