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sabato, Novembre 23, 2024

“I cambiamenti climatici? Cose da donne”, l’esperienza di Laura Panzera

Laura Panzera

Il campo scientifico di solito è di stretto ambito maschile: per una donna come lei, direttrice del CMCC, è stato difficile affermarsi e trovare lo spazio adatto per esprimere le sue competenze?

«Personalmente non ho mai trovato pregiudizi “ambientali”. Sono fortunata perché lavoro in un contesto fortemente meritocratico, dove la crescita delle competenze è promossa e accolta favorevolmente da chiunque provenga.

Certo ho trovato molti ostacoli, ma non nell’ambiente di lavoro, che mi ha sempre supportata, quanto nel conciliare la crescita professionale con la vita privata, soprattutto con la crescita dei figli e con la gestione della casa e della famiglia, a cui non ho mai voluto rinunciare.



Ho cercato un equilibrio quotidiano, attraverso rinunce su entrambi i lati (meno viaggi di lavoro e minor presenza in casa), sacrifici personali (niente tempo libero per la cura della persona), molta fatica.

Il mondo della ricerca richiede, anche nei ruoli manageriali e di servizio, continui approfondimenti, studio, sfide professionali. Come con i figli, non si arriva mai, non ci si ferma mai, è un processo di crescita continuo e sempre più impegnativo.

Sono entrata nel CMCC (Centro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) quando è stato costituito, nel 2006. Ero incinta al 7° mese e mia figlia aveva 3 anni e mezzo. Sono riuscita a fare entrambe le cose, ma come donna si ha sempre la sensazione che “il lenzuolo sia troppo corto”, che se si riesce bene da una parte non si fa abbastanza bene dall’altra. Questo gap può essere colmato solo dalla condivisione completa degli impegni privati con il partner, da un efficace supporto dell’organizzazione in cui si lavora, ma anche da servizi per il cittadino più innovativi e mirati».

Quale è stata la molla che l’ha spinta a intraprendere il suo percorso di studi e quindi professionale?

«Ho studiato economia perché mi piaceva il mondo delle aziende, vengo da famiglie di imprenditori e la mia formazione è stata manageriale. Ma sono sempre stata attratta dalle scienze, in particolare dalla fisica, e dal mondo della ricerca.

Dopo un percorso professionale articolato (azienda, finanza, ricerca) sono approdata alla ricerca scientifica, dove ho lavorato prevalentemente con fisici, forse non a caso. Prima con Roberto Cingolani, che all’epoca dirigeva il laboratorio nazionale di nanotecnologie (NNL) e che mi chiese di occuparmi del trasferimento di nuove tecnologie alle aziende; poi al CMCC, dove per la prima volta ho potuto applicare le conoscenze aziendali acquisite in precedenza ad un’intera organizzazione di ricerca.

Ho una formazione generalista, mi piace approfondire, ma non troppo. Mi incuriosisce tutto e cerco sempre di avere una visione integrale delle cose. Ma il metodo scientifico ti insegna a non essere superficiale, ad approfondire, a non trascurare i dettagli a cercare le connessioni.

Io per carattere sono sempre nel mezzo, tra la visione generale e la ricerca del dettaglio ed è così anche nel lavoro. Ho trovato il contesto giusto, che mi consente di esprimermi, e non me ne sono allontanata».

Da più parti viene rivolto l’invito alle ragazze di intraprendere gli studi delle materie Stem: quali doti devono avere per raggiungere il successo?

«Sul piano professionale studio continuo, bravi maestri e sempre un occhio agli scenari e al contesto. Un’organizzazione efficiente ti aiuta molto, anche sul piano privato, ma su questo punto la piena condivisione dei valori e degli impegni con il partner è fondamentale».

Il CMCC rispetta le pari opportunità e promuove la diversità sul luogo di lavoro: come?

«Nel CMCC la forza lavoro è stata sempre bilanciata ed equamente distribuita. Le donne rappresentano la metà delle risorse umane. Tuttavia, il capitale umano è leggermente sbilanciato in alcuni ruoli e funzioni ricoperte dalle donne. Ad esempio c’è una maggiore presenza in posizioni amministrative e manageriali ed una minore in quelle scientifiche e decisionali.

Il CdA di dicembre 2021 ha approvato il GEP – Gender Equality Plan” che sarà implementato nel corso del 2022. Il GEP si pone l’obiettivo di una tutela sempre più elevata dei diritti dei dipendenti, senza discriminazioni di genere. Lo stesso Piano elenca una serie di misure d’intervento per promuovere la cultura dell’equità di genere non solo all’interno della Fondazione ma anche all’esterno.

Il GEP prevede anche l’implementazione delle misure e il loro monitoraggio, congiuntamente all’aggiornamento dei dati. Inoltre la Fondazione ha un regolamento che consente a tutti i suoi dipendenti di lavorare in modalità agile entro certe percentuali, per conciliare le esigenze della vita privata con quella lavorativa».

La Fondazione ha tra gli obiettivi “favorire il dialogo tra scienziati, decisori politici e opinione pubblica per sostenere decisioni e provvedimenti a beneficio della società e dell’ambiente”. Qualche esempio sul campo.

«Molti progetti del CMCC favoriscono questo confronto perché prevedono un partenariato misto (pubblica amministrazione, enti di ricerca, associazioni di imprenditori o di utenti privati) per realizzare soluzioni innovative a supporto dell’impresa o dei cittadini. Alcuni di questi progetti ad esempio, riguardano le modalità di adattamento di un territorio ai cambiamenti climatici e ai loro impatti su scala nazionale, regionale o locale. Altri prevedono lo sviluppo di piattaforme digitali che contengono le informazioni necessarie agli amministratori per prendere decisioni di investimento in infrastrutture. O ancora, sviluppiamo studi e analisi dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle coste, sull’erosione costiera e valutiamo soluzioni “nature based”. Oppure sviluppiamo sistemi di monitoraggio sullo stato di salute di una foresta o sistemi di supporto alle decisioni degli agricoltori per la gestione di un campo, anche sulla base di previsioni stagionali.

Elaboriamo anche studi su come le politiche economiche e fiscali possono modificare il livello di emissioni di CO2 nell’atmosfera e sui costi-benefici delle politiche energetiche».

Gli studi sui cambiamenti climatici, guardando al futuro, possono indurre a un moderato ottimismo? 

«Gli impatti dei cambiamenti climatici sono già noti e i rapporti dell’IPCC (intergovernamental panel on Climate Change) fanno presente che sono in parte irreversibili.Personalmente ho grande fiducia nell’innovazione scientifica e tecnologica, che può aiutare a risolvere il problema della riduzione delle emissioni e della maggiore efficienza delle energie pulite o da fonti rinnovabili. Occorre però sostenere la ricerca in questi campi e fare in modo che sempre di più i governi e i cittadini capiscano le sfide ambientali e si adattino con comportamenti più virtuosi».


La Fondazione CMCC è un ente di ricerca senza scopo di lucro fondato nel 2005 con il supporto finanziario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (MATT), del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MIPAF) e del Ministero delle Finanze (MEF), grazie al finanziamento del Fondo Integrativo Speciale della Ricerca (FISR), nell’ambito del Programma strategico Nazionale della Ricerca. Fondazione CMCC si configura come Organismo di Ricerca di diritto pubblico, non profit, che persegue scopi di pubblica utilità, sia pure con una soggettività giuridica privata, per la veste legale di Fondazione; per quanto sopra, il CMCC è una Amministrazione Aggiudicatrice ed applica il Codice dei Contratti Pubblici (D. Lgs. 50/2016) ai fini dell’acquisizione di beni e servizi; la Fondazione è inoltre “un ente privato in controllo pubblico” ai fini dell’applicazione delle norme su “anticorruzione e trasparenza”.

 

La Fondazione CMCC è un’organizzazione scientifica volta a valorizzare l’integrazione e la convergenza di competenze multidisciplinari, necessarie per analizzare i temi relativi alle scienze del clima. In particolare, il CMCC mira a promuove la conoscenza nel campo della variabilità climatica globale, delle sue cause ed impatti e delle interazioni con il clima regionale, attraverso simulazioni ad alta risoluzione, sviluppando modelli dell’atmosfera e dell’oceano, della superficie terrestre e dell’idrologia sotterranea e degli impatti ambientali e socioeconomici. La Missione della Fondazione CMCC è di realizzare studi e modelli del sistema climatico e delle sue interazioni con la società e con l’ambiente, per garantire risultati affidabili, tempestivi e rigorosi al fine di stimolare una crescita sostenibile, proteggere l’ambiente e sviluppare, nel contesto dei cambiamenti climatici, politiche di adattamento e mitigazione fondate su conoscenze scientifiche.

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