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La frisella… e sei in Puglia

di Francesco Paolo Pizzileo


Alcune leggende popolari fanno risalire le origini della frisa ad Enea, quando l’eroe cantato da Virgilio nell’Eneide, sbarcò sulle nostre coste. Altre la farebbero risalire al X° secolo a.C. consumata dai navigatori Fenici come pane da viaggio, ammorbidito con acqua salata di mare e insaporito con olio d’oliva.

La frisella può essere conservata per un periodo lungo, questo la rendeva una valida alternativa al pane e così diventò un vettovagliamento delle truppe cristiane che si recavano in Terra Santa, perciò in Puglia è nota anche con il nome di “pane dei Crociati”.

A dettarne la caratteristica forma circolare con il foro centrale fu l’esigenza di trasportarle. Il foro centrale, infatti, permetteva di passare una cordicella e trasportarle comodamente in barca e durante i viaggi.

Successivamente, grazie al suo pratico utilizzo e alle sue proprietà gastronomiche, divenne il tipico alimento dei pescatori. Ecco perché, fino a qualche decennio fa, in Puglia, si usava bagnare la frisella direttamente in acqua di mare. Spesso veniva usata come fondo per zuppe di pesce o altri alimenti, addirittura era ottima per le zuppe di latte.

Prima del dopoguerra, la frisella di farina di grano era riservata solo alle classi benestanti, mentre i ceti meno ricchi consumavano friselle di farina di orzo o di miscele di orzo e grano. Infatti, questo alimento definito “povero”, ma “re” delle tavole, si diffuse soprattutto nel mondo contadino per la necessità dei lavoratori di avere un prodotto poco costoso e a lunga conservazione naturale.

Sul nome vi sono le tesi degli studiosi ma la più credibile riporta al termine latino “frendere” che significa “macinare, sminuzzare”: la frisella, infatti, una volta ammorbidita nell’acqua, la cosiddetta “sponzatura”, può essere mangiata in piccoli pezzi.

È un prodotto da forno sottoposto a doppia cottura, perciò biscottato.

Tra la prima e la seconda cottura l’impasto viene tagliato orizzontalmente con lo spago, per questo la frittella ha una faccia liscia e una ruvida.

Dopo la sponzatura le friselle possono essere condite con pomodoro, sale, origano e naturalmente con olio d’oliva.

Pubblicato il 2 aprile 2022 alle ore 10:30

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