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domenica, Novembre 24, 2024

Festival della Valle d’Itria: il bilancio

Con la terza recita de “Il turco in Italia” di Gioacchino Rossini si è chiusa la quarantanovesima edizione del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca. Il Festival, nato nel 1975 su iniziativa di un gruppo di appassionati musicofili capeggiati da Alessandro Caroli, con il determinante supporto di Franco Punzi, allora Sindaco di Martina Franca, e di Paolo Grassi, all’epoca sovrintendente del Teatro alla Scala, fin dagli esordi si è caratterizzato per la coraggiosa riproposta di un repertorio e di una prassi esecutiva sottovalutati. Sotto la guida di Franco

Il Palazzo Ducale di Martina Franca ( foto uff. stampa Festival)

Punzi (dal 1980 al 2022) e la direzione artistica di Rodolfo Celletti, grande esperto di vocalità, il Festival ha accentuato la sua identità originaria di rivalutazione del repertorio belcantista  e della Scuola musicale napoletana di cui grandi protagonisti furono i compositori pugliesi, pur senza trascurare il grande repertorio europeo. Buoni i numeri di quest’anno: 10.000 spettatori – in aumento del 10% rispetto al 2022 – che in occasione del Festival sono giunti a Martina Franca dai quattro angoli del mondo per assistere a cinque produzioni liriche in cartellone, oltre a numerosi concerti sinfonici e recital lirici disseminati sull’intero territorio della Valle d’Itria.  La scelta di improntare la programmazione di quest’anno all’insegna dell’ironia, con titoli d’opera buffa e d’operetta (Il Turco in Italia, Il paese dei campanelli, L’Orazio di Pietro Auletta, Gli Uccellatori di Florian Leopold Gassmann e L’adorable Bel-Bouldi Jules Massenet), si è rivelata vincente sul piano del coinvolgimento di nuove fasce di pubblico, a cominciare dai giovani e dai meno avvezzi alla frequentazione teatrale.


 

Michele e Franco Punzi

INTERVISTA A MICHELE PUNZI (12/8/2023)

PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE PAOLO GRASSI

Dalla scomparsa di Franco Punzi, avvenuta il 18 febbraio di quest’anno, Lei ha raccolto il testimone di uno dei più prestigiosi festival del bel canto: un festival dal respiro internazionale.Anche se da vari anni affiancava il presidente Franco Punzi , primo firmatario dell’Atto costitutivo del Centro Artistico Musicale che diede vita al Festival della Valle d’Itria, non deve essere stato un passaggio semplice…

Subito dopo la nomina ricevuta dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Paolo Grassi”, ho tenuto a precisare che il mio ruolo non è quello di sostituire una figura che, per quanto fatto per la cultura italiana, è insostituibile. Il mio compito è, invece, quello di portare avanti un progetto di successo, cercando di preservare l’eredità valoriale che Franco Punzi ha lasciato non solo a me, ma a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di collaborare con lui in oltre quarant’anni di presidenza. Sicuramente il passaggio non è stato semplice, ma non è mai mancato il supporto e l’entusiasmo di tutta la “famiglia” del Festival, e l’ottimo lavoro di squadra visto quest’anno è la prova tangibile che gli insegnamenti ricevuti dal Presidente hanno prodotto buoni frutti.

Gli Uccellatori (ph. Clarissa Lapolla-Uff. stampa festival)

Si può tracciare un primo bilancio dell’edizione di quest’anno, la quarantanovesima dalla sua nascita…..

Non posso nascondere la soddisfazione per un’edizione che, personalmente, è stata emotivamente molto intensa. Credo che sia stato un Festival particolarmente interessante, ben progettato e realizzato da un punto di vista artistico e produttivo. Il notevole riscontro di pubblico, e le critiche positive degli addetti ai lavori, confermano la bontà della programmazione proposta e premiano la scelta di “rischiare” con spettacoli anche un po’ al di fuori della tradizione festivaliera di Martina Franca.

L’adorable Bel Boul (ph. Clarissa Lapolla-Uff. stampa festival)

Il Festival sotto la direzione artistica di Sebastian F.Schwarz ha creato numerosi appuntamenti dal 18 luglio al 6 agosto non solo nel palazzo ducale di Martina, ma anche in alcune masserie e altri luoghi di Locorotondo e Cisternino…

Abbiamo sempre ritenuto che gli spettacoli del Festival potessero essere un’eccellente occasione per far conoscere agli spettatori anche alcuni gioielli architettonici del nostro territorio. Il format de “Il canto degli ulivi” si è confermato anche quest’anno vincente e particolarmente apprezzato dal pubblico straniero, che così ha avuto modo di scoprire quattro masserie immerse nella splendida Valle d’Itria (due a Martina Franca, una a Locorotondo ed una a Cisternino). E’ un’esperienza immersiva unica, nella quale si che coniuga la bellezza della musica, quella della natura e quella di luoghi che esistono solo in Puglia.

Immagino che l’anno prossimo per la sua cinquantesima edizione starete preparando eventi di grande respiro. Si può fare qualche anticipazione?

Il turco in Italia (ph. Clarissa Lapolla-Uff. stampa festival)

Come ogni anno cercheremo di dare il massimo per realizzare il miglior Festival possibile. Siamo consci, al contempo, che un anniversario così importante debba essere adeguatamente celebrato, perché arrivare a cinquant’anni in “splendida forma” non è da tutti. Il Direttore artistico Sebastian F. Schwarz, insieme al nostro Direttore musicale, Fabio Luisi, hanno pensato ad un programma di grande respiro che, mantenendo salde le radici nella nostra storia, guardi anche al futuro. Per questo abbiamo, con grande entusiasmo, annunciato i tre titoli principali in cartellone. Il titolo di apertura, per l’inaugurazione del 17 luglio 2024, sarà “Norma” di Vincenzo Bellini, nella versione originaria del 1831, pensato come un omaggio al passato del Festival – la cui reputazione internazionale nasce proprio all’allestimento dell’opera belliniana nella versione proposta da Rodolfo Celletti nel 1977. Il secondo titolo sarà “Aladino e la lampada magica”, fiaba lirica in tre atti di Nino Rota, la terza opera del compositore milanese che verrà presentata al Festival, mentre il terzo titolo sarà “Ariodante”, opera composta nel 1734 da Georg Friedrich Handel, ispirata ad un episodio de “L’Orlando Furioso”.

 

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