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giovedì, Novembre 21, 2024

A San Marco in Lamis il Venerdì Santo si rinnova il rito delle fracchie

La settimana santa in Puglia è ricca di manifestazioni religiose e di riti che hanno tradizioni secolari. Il venerdì santo, in particolare, sono tanti gli appuntamenti che coinvolgono moltissimi centri, grandi o piccoli, nel segno della partecipazione al dramma della morte di Gesù Cristo. Come non citare la processione dei Misteri di Taranto, organizzata dalla confraternita di Maria SS. del Carmine, che inizia già dal giovedì con l’uscita dei Perdoni e in cui partecipanti percorrono scalzi al ritmo lentissimo della troccola (tradizionale strumento in legno) tutta la città per circa 15 ore o quella di Canosa di Puglia della passione della Madonna Addolorata coperta da un lungo e sottile tulle nero in cui la statua viene accompagnata da migliaia di donne vestite di nero dal volto coperto, che cantano recitando il Miserere. Fra quelle più spettacolari, inoltre, ha senz’altro un posto d’onore quella delle Fracchie di S. Marco in Lamis.


Nella città di San Marco in Lamis in provincia di Foggia, entroterra del Gargano, da circa quattro secoli ogni anno, la sera del venerdì Santo, si svolge la singolare processione delle fracchie uno dei riti religiosi più suggestivi e toccanti dell’intero panorama della Regione Puglia, che attira nella città diverse migliaia di visitatori, dall’Italia e dall’estero, incuriositi e affascinati dalla spettacolarità dell’evento. Le fracchie sono grandi torce di varie dimensioni, le più grandi sfiorano anche a 10-11 metri di lunghezza, realizzate con tronchi di albero aperti longitudinalmente a forma di cono, con una bocca dal diametro di circa 2 metri e riempiti di sterpi e legna e montati orizzontalmente su ruote di ferro. Queste, all’imbrunire, vengono incendiate e trainate dai fedeli illuminando il cammino della Madonna Addolorata. L’origine di questo rito risale ai primi anni del XVIII secolo, epoca della edificazione della chiesa dell’Addolorata e le sue ragioni, oltre che religiose e devozionali, sono collegate ad esigenze pratiche e funzionali; trovandosi la chiesa in quel periodo fuori del centro abitato, gli abitanti del paese hanno pensato di illuminare con le fracchie la via della città che la Madonna percorreva per raggiungere la chiesa della Collegiata.

Con il passare del tempo si è rafforzato sempre più il sentimento e la fede dei credenti sammarchesi nei confronti della Madonna Addolorata, facendo diventare la processione delle fracchie uno dei riti più singolari e sentiti della Settimana Santa pugliese, riconosciuto già come Meraviglia Italiana, inserito nel 2012 nella lista rappresentativa dell’UNESCO come patrimonio culturale immateriale dell’umanità e iscritto nel registro dei rituali festivi legati al fuoco della Regione Puglia.

Con il fine di far conoscere, conservare e perpetuare nel tempo la più bella e antica tradizione della nostra città, è stata costituita un’associazione socio culturale denominata “LE FRACCHIE di SAN MARCO IN LAMIS”, che promuove e protegge, con le proprie iniziative, gli elementi e le espressioni del patrimonio immateriale relativo a tutto l’insieme delle tradizioni culturali e folkloristiche della settimana Santa di San Marco in Lamis. Grazie agli scritti di Gabriele Tardio, grande studioso e ricercatore della tradizione delle Fracchie, la stessa associazione dal 2016,  è promotrice tra l’altro, di progetti scolastici che anche quest’anno accompagnano gradualmente gli alunni sammarchesi dell’Istituto Comprensivo Compagnone – Balilla – Rignano allo studio e alla ricerca delle motivazioni storiche, religiose, culturali e ambientali che hanno dato origine alla nostra secolare tradizione. Credendo, infatti, fermamente nella formazione, l’associazione ha esteso tale iniziativa ad altri contesti socio culturali sostenendo lo studio della fracchia non solo nelle scuole ma anche in Centri per disabili e costituendo Protocolli di Intesa con altre realtà  accomunate dai Riti del fuoco, che ogni anno si rinnovano e diventano per i nostri piccoli sammarchesi occasione di scambio interculturale che promuovono e rafforzano  i principi di dialogo, tolleranza e accettazione di culture diverse, valori  alla base di una società  civile e di una convivenza pacifica.

Il progetto denominato “Le fracchie il fuoco che unisce e accoglie”, negli anni precedenti è stato riconosciuto dalla Rete scuola UNESCO.  Dopo un percorso di formazione gli alunni con tutti gli attori della Fracchia, Nello specifico il ruolo dell’associazione consiste nel supportare la scuola organizzando incontri con i maestri fracchisti, con le varie associazioni, con i comitati, con le confraternite ed i vari enti che si occupano e curano la Settimana Santa sammarchese. Infine gli alunni, in primavera, costruiscono la propria fracchia con l’ausilio dei maestri fracchisti, custodi di quest’arte antica, immergendosi realmente nell’atmosfera che si respira in quei giorni, vivendo la fatica del lavoro manuale, l’allegria dello stare insieme e la soddisfazione di vederla realizzata e trainarla in segno di devozione e pietà, dietro la Madre dolente in cerca di suo Figlio.

Per una maggiore condivisione dei progetti quest’anno l’associazione ha coinvolto anche l’ I. I. S. S. “P. Giannone”, dove le alunne della classe IV AM dell’ indirizzo  I.A.M.I (Industria e Artigianato per il Made in Italy) sez. I.P.S.I.A hanno realizzato un  abito ispirandosi proprio alla tradizione delle fracchie  intitolato “Una Fracchia alla Moda” sviluppato nell’U.D.A.  del P.F.I. “SCOPRO, CONOSCO e VALORIZZO le TRADIZIONI del mio PAESE”. L’elaborato abbraccia l’autenticità e la cura dei dettagli e dei particolari, elementi tipici di quella parte dell’ artigianato locale molto sentito e praticato, soprattutto in passato.

Esso si compone di un abito lungo, linea a sirena, taglio “rendingote” in 7 teli (che ricordano i sette dolori della Vergine Addolorata, in tessuto damascato che ha l’aspetto della corteccia dell’albero.

I fondi dei teli presentano degli inserti in organza e tulle glitterato e sono stati impreziositi da applicazioni di coralli, pietre e paillettes, che rappresentano la brace prodotta dalla combustione della legna.

Lunghi fili di swarovski, sottolineano i tagli verticali dell’ abito e rappresentano le lacrime.

L’ abito è dedicato alla Vergine e a tutte quelle mamme che hanno conosciuto la stessa disperazione e il profondo dolore nella perdita di un figlio.

 Le Fracchie, ancora oggi, dopo secoli di storia, conservano il loro fascino suscitando nei visitatori meraviglia, stupore, curiosità, fede e nei sammarchesi rinnova ancora lo spirito di comunità e di appartenenza a questo popolo riportando nella terra natìa numerosi emigranti che non resistono al richiamo della tradizione e almeno una volta all’anno vogliono ritrovare le loro radici e tenere vivi i legami con la propria terra. A loro l’Associazione dedica la Fracchia dei sammarchese nel mondo che ogni anno riceve il patrocinio del Ministero dei beni culturali.

di Alfredo Della Bella

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