Intervista al Commissario straordinario, Francesco Tarantini.
A settembre di quest’anno, dopo un lungo iter, il territorio dell’Alta Murgia e delle Premurge è stato proclamato all’unanimità Geoparco Mondiale UNESCO. Cosa significa per lei questo riconoscimento?
Essere riconosciuti come Geoparco Mondiale UNESCO è un traguardo di cui siamo tutti estremamente orgogliosi. È il frutto di un lungo e appassionato lavoro, sia per la tutela del territorio sia per il coinvolgimento delle comunità locali. Questo riconoscimento valorizza il nostro patrimonio unico e ci impegna a fare squadra per proteggerlo e promuoverlo, collaborando strettamente con i comuni e le realtà locali. La proclamazione, però, non è un punto d’arrivo, ma l’inizio di un percorso per ampliare le opportunità di sviluppo sostenibile e rafforzare il legame tra le persone e la loro terra.
Forbes, uno dei magazine più prestigiosi al mondo, ha raccontato l’importante traguardo: la proclamazione dell’Alta Murgia e delle Premurge a Geoparco Mondiale UNESCO. Un viaggio tra le meraviglie geologiche e culturali di una Puglia meno conosciuta, ma pronta per essere scoperta da tutti. Quali sono le principali sfide e opportunità che si presentano nel valorizzare un territorio riconosciuto a livello internazionale come Geoparco UNESCO?
L’articolo di Forbes ha offerto un bellissimo racconto del nostro territorio, facendo conoscere a un pubblico internazionale le meraviglie meno note dell’Alta Murgia. La sfida principale, ora, è preservare l’integrità ambientale di questi luoghi speciali, conciliando la tutela della biodiversità con un turismo responsabile e con la crescita economica del territorio. Ci sono grandi opportunità per sviluppare il turismo sostenibile e creare nuovi posti di lavoro, ma è essenziale che ogni passo avanti sia condiviso con le comunità locali, che sono custodi dirette del territorio e parte integrante di questo percorso.
È possibile migliorare il nostro approccio alla natura? È possibile una convivenza sostenibile tra fauna selvatica e uomo? Come bilanciare la tutela ambientale con lo sviluppo turistico e socioeconomico?
Assolutamente sì, migliorare il nostro approccio alla natura è possibile ed essenziale per un futuro sostenibile. Credo sia fondamentale promuovere un modello in cui l’uomo si considera ospite rispettoso della natura, e non solo fruitore. Nel nostro Geoparco, l’obiettivo è mantenere un equilibrio tra le esigenze ambientali e le attività umane, in particolare il turismo, che può essere una risorsa se gestito con attenzione. Il rispetto per la fauna selvatica è al centro di questo equilibrio, e stiamo già attuando progetti che promuovono la convivenza sostenibile e un turismo più consapevole.
Quali iniziative sono rivolte alle scuole, ai visitatori e alle comunità locali per sensibilizzare sull’importanza della conservazione, a lungo termine, della biodiversità e del patrimonio geologico?
Sono in corso programmi educativi rivolti agli istituti scolastici di ogni ordine e grado dei quindici comuni del Geoparco. Negli anni scorsi, il progetto GeoSchool ha portato il tema della geodiversità in numerose scuole, sensibilizzando gli studenti alla conservazione ambientale. Sono stati inoltre creati percorsi guidati e visite tematiche per i visitatori, come Geopassi, mirati a far conoscere le unicità geologiche e naturali dell’Alta Murgia. Quest’anno, il tema centrale dell’educazione ambientale nelle scuole è il cambiamento climatico, per esplorare il suo impatto sulla geodiversità e sulla flora e fauna del nostro territorio. Attraverso laboratori didattici e uscite sul campo, puntiamo a coinvolgere attivamente le comunità locali, promuovendo una conoscenza profonda della Murgia e dell’importanza della sua tutela.
Quali sono le principali linee di ricerca scientifica che vengono svolte all’interno del Parco?
La ricerca scientifica all’interno del Parco si concentra principalmente sulla biodiversità (insetti impollinatori, lupo, specie animali e vegetali legate alle zone umide, chirotteri ecc.) e la geodiversità, con studi sul comportamento della fauna selvatica, sul monitoraggio degli habitat e sulle dinamiche climatiche che influenzano l’ecosistema. Collaboriamo con università e centri di ricerca per studiare gli impollinatori, essenziali per la salute dell’ecosistema, e con geologi che mappano e analizzano i geositi di valore internazionale. Grazie alla ricerca possiamo definire interventi mirati per la tutela e per il miglioramento della sostenibilità ambientale del Parco, coinvolgendo la comunità nei progetti e nelle attività.
In che modo il Parco collabora con le comunità locali e quali sono i progetti di sviluppo sostenibile che le coinvolgono per la gestione e valorizzazione del territorio?
La collaborazione con le comunità locali è fondamentale: sono loro le prime custodi del territorio e, senza il loro impegno, il nostro lavoro non raggiungerebbe i risultati sperati. Tra i progetti più recenti c’è Parco Innova, un avviso pubblico che ha incentivato l’ideazione di iniziative innovative e sostenibili, coinvolgendo attivamente associazioni, scuole e operatori economici locali. Altri programmi come la Carta Europea del Turismo Sostenibile mirano a promuovere una fruizione responsabile del territorio e a valorizzare i prodotti locali, certificando gli operatori del Parco per migliorare i servizi e l’accoglienza. L’obiettivo finale è rafforzare il legame tra le persone e l’identità culturale e naturale del Parco, sviluppando un’economia che cresca insieme all’ambiente, e non a suo discapito.
A cura di , imprenditrice