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sabato, Novembre 23, 2024

Le vie della bellezza

da “Puglia tutto l’anno” agosto 2020

Non è un caso se in modo sempre più pressante e da più parti, dopo il Covid-19 e il suo bagaglio di conseguenze nei vari campi, si parli sempre di più del valore della bellezza.  Per quasi tre mesi siamo stati costretti a stare lontani dalle tre principali sorgenti del bello: la natura, gli uomini, l’arte. In nostra assenza pare che la prima si sia purificata liberandosi dai nostri attacchi nocivi; i secondi a loro modo si sono purificati, hanno fatto buoni propositi, ma non si sa se li manterranno; la terza sa aspettare e intanto si potenzia proprio attraverso la forza dei nostri desideri.

Nel periodo di chiusura abbiamo avuto tutto il tempo di riflettere e di interrogarci sulla natura del bello di cui improvvisamente eravamo privi: il bello è soggettivo o esiste al di là del gusto individuale? Quale il rapporto tra il bello e l’arte, quale tra l’estetica e l’etica? E intanto tra i colori di mille arcobaleni abbiamo scritto che sarebbe andato tutto bene, da mille balconi abbiamo cantato canzoni di resistenza e speranza.

La bellezza salverà il mondo (forse), ma intanto facciamo in modo che salvi ognuno di noi.  Ognuno faccia del suo meglio. Incominciamo a nutrirci di bellezza perché ansie e paure si allontaneranno. O meglio ancora, ricerchiamo l’attesa dell’epifania della bellezza. Già l’attesa della sua manifestazione anticipa lo stupore, la meraviglia che non sono  solo il prodotto della bellezza ma la disposizione d’animo, la disponibilità, la purezza di cuore che ci fa vivere in armonia con le sue sorgenti.

Dobbiamo ricercare, quindi, le sue vie. Vito Mancuso nel libro intitolato “La via della bellezza” sostiene che per vivere bene occorre scegliere la via più bella. A prima vista sembra una ovvietà, ma di solito non ci facciamo caso. Questa estate ricerchiamo le vie più belle nella nostra regione: nelle spiagge, nei borghi, anche nei più piccoli, nei musei, nelle biblioteche, negli appuntamenti che, come quello della Notte della Taranta, ci rimandano alle radici della salentinità con le note della pizzica e i versi in griko.

Puglia tutto l’anno vuole accompagnare i lettori in questo percorso. Forse alla fine nascerà un nuovo umanesimo post Covid su cui in tanti si stanno interrogando. C’è chi dice che un elemento determinante sarà il ritorno nei paesini che sono stati abbandonati con tutto quello che questo cambiamento di rotta significherà. Noi condividiamo il concetto di “restanza” dell’antropologo Vito Teti, così come lui stesso lo spiega in questo numero.  E intanto consigliamo di scegliere le vie pugliesi  della bellezza e di percorrerle come vogliamo: a piedi, in bici, in auto, in pullman, ma sempre con la disponibilità a stupirsi.

di Maria Rosaria De Lumé

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