Il nostro modo di fare raccogliendo i frutti del mare oltre al nostro fabbisogno ci porta a doverci fermare. È stata approvata la legge che vieta la pesca dei ricci di mare fino al 2026. La fauna costiera ha bisogno di un aiuto da parte nostra. Da qualche tempo i ricci sono quasi scomparsi e a questo punto è d’obbligo fermarsi e aiutare il mare e la sua fauna a ripopolarsi.
Il riccio di mare è tutelato dal Decreto Ministeriale del 12 gennaio 1995 che ne regola la pesca, istituendo un fermo biologico che va dal mese di maggio fino al mese di giugno, proprio per aiutare la riproduzione, ricordiamo che la sua crescita è lenta. Il metodo della pesca consentito è l’apnea inoltre non è possibile superare il numero 1000 di ricci pescati per il pescatore professionista, il numero di 50 per i pescatori amatoriali, cioè tutti noi. Sicuramente nessuna specie di pescatore credo abbia rispettato anche il diametro che non deve essere inferiore a 7 centimetri. La legge Regionale numero 620 del 28 marzo 2023 stabilisce: “il divieto di prelievo, raccolta, detenzione, trasporto, sbarco e commercializzazione degli esemplari di riccio di mare e dei relativi prodotti derivati freschi “.
Non facciamone richiesta al ristorante o altre situazioni similari, diventeremmo complici di chi non rispetta il divieto e continua a saccheggiare. Il riccio di mare fa parte di una catena alimentare del mare e la sua pesca senza rispetto sta avendo delle ripercussioni sulla biodiversità dei fondali marini.
Maria Rita Pio
Pubblicati il 25/05/2023 alle ore 12:13