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Andar per borghi

da “Puglia tutto l’anno” agosto 2020

I Borghi rappresentano senza dubbio una risorsa fondamentale per raccontare e studiare la storia e le tradizioni del nostro Paese. Il termine borgo è di origine tedesca, burg, latinizzato nell’Alto Medioevo in burgus (diventato poi bourg in francese, borough in inglese e burgo in spagnolo); indicava originariamente un castello fortificato fino a quando, nell’Europa Romanza, tra l’VIII e il X secolo, il termine acquistò il significato di “abitato agglomerato” per indicare sia un gruppo di abitazioni al di fuori delle mura, sia un abitato nato intorno a un castello o a una chiesa senza che fosse necessaria la presenza di mura o fortificazioni.

In Italia è stata la Via Francigena a far scoprire i borghi: infatti i più antichi si trovavano lungo la strada percorsa dai pellegrini che nel Medioevo raggiungevano Roma (ad esempio tra Piacenza e Parma troviamo il borgo San Donnino che corrisponde all’odierna Fidenza, citato dalle fonti alla fine del IX secolo, e il Burgus Arisa, citato nel 909 e corrispondente all’attuale Acquapendente, nel Lazio settentrionale). Il borgo indica un agglomerato al di fuori delle mura cittadine lungo le strade principali che portano al contado. Nella prima età comunale i borghi iniziano a crescere in estensione fino a superare le città principali; intorno al XII secolo, invece, vengono inclusi in ampie cinte urbane costruite o ricostruite, mantenendo però la denominazione di borgo. Dal Duecento gran parte dei comuni italiani inizia a fondare borghi, sia per controllare il potere territoriale, sia per abbattere quello della nobiltà feudale e mantenere in equilibrio il rapporto militare ed economico fra città e contado. Nonostante l’evoluzione del termine e delle dimensioni, si può concordare sul valore storico di questi luoghi che attraverso chiese, strade e piazze viene tramandato e raccontato L’essenza stessa dei borghi, infatti, è la loro storicità: l’essere cioè luoghi abitati senza interruzioni da millenni: per questo visitarli è come rivivere e sentire la storia dei secoli passati.

Per quanto riguarda le dimensioni, non esiste un limite di abitanti che renda i borghi differenti dalle città, e le associazioni che si occupano di preservarli e  promuoverli hanno criteri distinti per classificarli: l’associazione Borghi Autentici, ad esempio, fissa un tetto massimo di 30.000 abitanti per far entrare un borgo nella rete di quelli autentici. Proprio questa associazione promuove la loro riscoperta come “luoghi da vivere, sostenere e preservare attraverso un modello di sviluppo locale equo e sostenibile, che valorizzi queste identità adottando strategie di miglioramento del contesto sociale, ambientale e produttivo dove i protagonisti sono le comunità, gli amministratori locali e gli operatori economici e culturali dei luoghi”. L’associazione è una vera e propria rete fra piccoli comuni impegnata in un progetto di tutela del paesaggio, della cultura, della storia, delle tradizioni e dell’identità dei borghi.

La struttura dell’associazione comprende l’Assemblea degli associati, gli Organi e le Cariche associativi (ufficio di presidenza, consiglio direttivo, comitato etico nazionale, delegati regionali, revisore contabile, segreteria tecnica nazionale) e gli Organismi di sistema (BAI Tour, un’agenzia di viaggi e tour operator, e Fondazione Futurae onlus). Annualmente si tiene un’assemblea nazionale che riunisce tutti i rappresentanti degli enti per ragionare insieme sui percorsi di sviluppo da intraprendere e per fare il punto della situazione. Esiste anche una festa annuale che si tiene ogni anno in un borgo diverso  che ospita i rappresentanti per un fine settimana all’insegna della musica, dei sapori tipici, momento anche di  riflessioni su temi importanti come la sostenibilità.

L’associazione fa parte di reti nazionali ma anche internazionali, come il ‘Covenant of Mayors, il patto dei sindaci, l’Associazione italiana Turismo Responsabile, e collabora, tra gli altri, anche con il FAI e Legambiente Onlus.

Di Raffaela Cezza

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