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giovedì, Novembre 21, 2024

Dalla natura al lusso

I paesaggi della Puglia oltre che dagli ulivi sono caratterizzati anche dalle piante di fico d’india, con le loro caratteristiche pale spinose e i colorati frutti molto dolci e dall’ottimo sapore, pianta molto usata in gastronomia.

Ma può questa pianta diventare un tessuto per la moda di lusso?

È questa la domanda che si è posto il gioielliere e fashion designer Michelangelo Brocca, che attingendo a quello che la sua terra natia gli offriva ha creato e brevettato un tessuto organico multistrato utilizzando proprio le fibre del fico d’india.

Michelangelo Brocca

Classe 1975 Michelangelo è da sempre innamorato dell’arte e del bello, e sin da piccolo osserva e affianca il padre scultore e così si appassiona sempre più al “fare”, al creare e all’artigianato.

Dopo gli studi al Liceo scientifico si iscrive all’accademia di belle arti settore metalli, per poi diventare orefice. Finiti gli studi inizia sin da subito a lavorare presso un laboratorio orafo come incastonatore, lavoro che lo formerà nel carattere e nello spirito, rendendolo molto meticoloso e paziente, dedito ai dettagli e alla cura del bello. Però sente che quella non è la sua vera strada, è soddisfatto ma non appagato e dopo aver rifiutato un importante incarico per un famoso brand di oreficeria di lusso italiana, inizia a guardarsi intorno, osserva la sua terra che ama e inizia così a cercare quel quid che possa far uscire il demone buono, l’eudemonia come la definisce lui, che cresce sempre più dentro il suo cuore.

Un giorno nella bottega di uno scalpellino nota un crocifisso in pietra leccese montato su di una pala di fico d’india trattata e ha così una intuizione, decide di sperimentare con quella pianta.

Dopo vari tentativi nasce il suo tessuto organico, un pregiato multistrato in nappa di agnello e fibra di fico d’india. Una volta creato il materiale decide di combinarlo all’oreficeria per creare uno tra gli accessori più amati dalle donne, la borsa. Quindi torna a studiare e diventa modellista di accessori e alla fine degli studi conosce Ambrogio Malinversi, che diventa il suo mentore e collaboratore per la creazione delle sue borse. Produce così una serie di prototipi che vengono presentati nelle più importanti fiere del settore in Italia, Assocalzature, MICAM, Bologna design week, Catanzaro design week, MIPEL, ma anche a Parigi e Shangai, ottenendo il consenso di esperti del settore e del pubblico. Mario Nanni paragona le grinzature tipiche del tessuto creato da Michelangelo ai Cretti di Burri, dicendo che sembrano complementari, uno il negativo e positivo dell’altro e come i Cretti unici. Questo lo convince sempre di più che è sulla strada giusta!

Crea la sua prima collezione la “SWANLINE” dove la scelta del cigno è ispirata dal mito di Leda. Come Zeus si tramuta in un bellissimo cigno per conquistare la bella Leda regina di Sparta, così, dice Michelangelo, vuole conquistare le donne con la bellezza delle sue borse uniche e preziose. Un accessorio dalla forma semplice impreziosito da dettagli gioiello a forma di cigno e caratterizzato dall’unicità del materiale che in fase di lavorazione, come la natura da cui trae origine, crea grinze uniche impossibili da replicare, dettaglio in più che rende ogni borsa un pezzo unico da sfoggiare in qualsiasi occasione. Il suo forte legame e amore per la sua terra lo ha portato ad aprire showroom e laboratorio in via Ospedale Maria Grazia Carrozzini al civico 19 nel suo paese natale Soleto nel cuore del Salento perché il sogno di Michelangelo è quello di non fermarsi solo alle borse, ma di spaziare in tutto il settore moda e nel design di Lusso per apportare al Made in Italy, così apprezzato in tutto il mondo, il suo contributo aggiungendo il Made in Puglia, orgoglio della sua terra e dell’artigianato italiano.

di Vinicio Antonio Attanasi

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