Intreccio di storia, architettura e leggenda di una fortezza jonica
di Fabiana Miraglia – assegnista di ricerca Prin 2022, Migrants, Institutions, Translations. Easy-read Lav
Il Castello De Falconibus, imponente maniero che domina il centro storico di Pulsano, in provincia di Taranto, rappresenta un’affascinante testimonianza di storia, architettura e cultura. La sua maestosa presenza ha plasmato l’identità del territorio circostante, intrecciandosi con la vita e le tradizioni della comunità locale. Inizialmente adibito a tenuta di caccia, nel 1100, a causa delle scorribande continue dei pirati lungo la costa, divenne presidio di difesa e fu eretta la Torre Quadrata, o Torre Massima, nucleo originario della fortezza e luogo di rifugio per la popolazione locale.
Nel corso dei secoli, il castello subì diverse modifiche e ampliamenti, fino a raggiungere la sua attuale configurazione nel XV secolo, grazie all’intervento della famiglia De Falconibus, da cui prende il nome. La struttura, a pianta quadrangolare, è caratterizzata da cinque torri di diverse forme e dimensioni, disposte strategicamente agli angoli e lungo le mura perimetrali. Tre torri sono a pianta quadrata, mentre due sono a pianta circolare. Questa varietà di forme offriva una maggiore flessibilità difensiva, consentendo di controllare il territorio circostante da diverse angolazioni e di contrastare efficacemente gli attacchi nemici. Le mura, realizzate in pietra locale, presentano uno spessore considerevole e sono dotate di merlature e feritoie, che consentivano ai difensori di osservare e colpire i nemici senza esporsi al fuoco. Originariamente, il castello era circondato da un fossato, che rappresentava un ostacolo significativo per gli assalitori. Il fossato era attraversato da un ponte levatoio, che permetteva di isolare completamente il castello in caso di attacco. Oggi, il fossato è stato interrato, ma è ancora visibile il suo tracciato lungo il perimetro del castello. La sua posizione strategica, su un’altura che domina la piana di Pulsano, lo rendeva un avamposto ideale per il controllo del territorio e delle vie di comunicazione.
Nel corso dei secoli, dunque, il castello ha svolto diverse funzioni: da fortezza militare a residenza nobiliare, da sede amministrativa a centro culturale.
Il castello ha ospitato diverse famiglie nobiliari, dai De Falconibus alle famiglie Personè, De Raho, Sergio e, infine, nel 1617 ai Muscettola. Questi ultimi furono proprietari della struttura sino al 1912, quando il castello venne venduto al Comune che, dopo averlo trasformato nella sede del municipio, che ospitò fino al 1993, ne ha fatto oggi sede privilegiata di avvenimenti culturali che si svolgono nel paese, contribuendo alla promozione turistica del territorio.
Il Comune ha investito in interventi di restauro e recupero del Castello, con l’obiettivo di renderlo fruibile al pubblico in condizioni di sicurezza e di valorizzarne gli elementi architettonici e storici, inoltre ha promosso il castello attraverso la partecipazione a fiere del turismo, la creazione di materiale informativo e l’organizzazione di campagne pubblicitarie e ha avviato collaborazioni con operatori turistici locali per creare “pacchetti” che includano la visita al castello e ad altri siti di interesse del territorio.
Le leggende e i racconti popolari che si tramandano di generazione in generazione testimoniano il profondo legame tra il castello e la popolazione locale.
Un particolare episodio risale al 1480, quando Giovanni De Falconibus, giunto ad Otranto con 400 fanti, in difesa della cittadina assediata dai turchi, cadde in battaglia insieme ad alcuni guerrieri di Pulsano. Si narra che l’8 settembre dello stesso anno le salme dei pulsanesi e di De Falconibus scomparvero d’improvviso da Otranto, per apparire nel loro paese natìo, laddove ancora riposano.
Inoltre, tra le storie più suggestive, si narra che il castello sia abitato dal fantasma della principessa cosiddetta “a mezzo busto”. Si racconta che nelle notti di luna piena una bellissima ragazza, vestita di bianco e dai lunghi capelli biondi, appaia “a mezzo busto” sugli spalti del castello per scomparire subito dopo. Il suo nome è Caterina – ribattezzata Angelica per la sua bellezza e il suo aspetto “celestiale” – ed era figlia di Renzo De Falconibus. Si racconta che nel 1300 la giovane andò in sposa ad un uomo di nome Umberto e senza scrupoli che, dopo la morte di Renzo, caduto in battaglia per difendere la sua gente dalle orde africane (lungo il litorale pulsanese c’è una zona chiamata “Terra rossa” per il sangue, si narra, versato nell’occasione) l’abbia venduta in cambio di alcune proprietà nell’agro di Ugento agli zii, i quali si impossessarono dei suoi beni, la rinchiusero in prigione e, infine, la decapitarono gettandola nella torre rotonda.
Racconto che, senza dubbio, contribuisce a creare un’aura di mistero e fascino intorno al castello, alimentando l’immaginario collettivo. Al punto che, nel 2013, la Pro Loco di Pulsano invitò il gruppo dei Ghost Hunters Puglia per svolgere alcune ricerche sul campo con videocamere, fotocamera, registratori di ultrasuoni e infrasuoni e, infine, rilevatori di campi elettromagnetici.
Il Castello De Falconibus, con la sua storia millenaria, la sua architettura imponente e le sue leggende suggestive, rappresenta un vero e proprio tesoro del patrimonio culturale italiano. Un luogo dove il passato rivive tra le antiche mura, offrendo ai visitatori un’esperienza unica e indimenticabile. Un simbolo di Pulsano e della sua gente, che con orgoglio custodisce e tramanda la memoria di questo luogo magico, sospeso tra storia e leggenda.
Oggi, grazie agli sforzi di recupero e valorizzazione, il Castello De Falconibus è tornato a risplendere, aprendo le sue porte a un pubblico sempre più vasto. Un luogo di incontro e di scambio culturale, dove la storia si intreccia con l’arte, la musica e il teatro, offrendo un’esperienza a 360 gradi.
Il Castello è dunque quel luogo dove la realtà si fonde con la leggenda, un viaggio nel tempo, tra le pagine di un libro di pietra che racconta la storia di un territorio e della sua gente.
Bibliografia
– Rossano Astremo, 101 misteri della Puglia (che non saranno mai risolti). Miti del passato, oscuri avvenimenti ed enigmi senza spiegazione: un viaggio nell’anima di una terra dai mille volti. Roma, Newton Compton editori s.r.l., 2012.