di Francesco Paolo Pizzileo
Forse non tutti sanno che il piatto principale della Pasqua tarantina di una volta era ‘u sciuscielle, minestra a base di uova sbattute con formaggio e prezzemolo versate a pioggia in brodo di gallina bollente e cotte per qualche minuto mescolando con una forchetta. Un piatto povero, facile e veloce da preparare, ma molto gustoso, sostanzioso e leggero; peculiarità che lo hanno eletto piatto principe della tavola pasquale. In apparenza sembra troppo poco per un giorno di festa, ma ‘u sciuscielle era un ottimo piatto introduttivo, che non sforzava lo stomaco provato dalla lunga serie di digiuni imposti durante i quaranta giorni di Quaresima.
Il piatto era preceduto dalla degustazione di frutti di mare: òschere, javatùne, cozze, nùce, cuèccele e cozze pelòse; in questo modo ci si preparava degnamente al seguito: chiancaredde condite col ragù de braciòle (involtini di cavallo) e caserecòtte e gli immancabili cazzemarre de pèchere velàgne (involtini di interiora di agnello).
E per finire il dolce classico: a’ scarcèdde, un dolce fatto di pasta biscotto e uova sode a volontà! La scarcedda era un dolce molto semplice, come tutti i dolci di antica tradizione, preparata con farina, olio uova e zucchero.
Pubblicato il 7 aprile 2022 alle ore 10:30