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martedì, Dicembre 3, 2024

Il Salento al femminile

di Carlo Stasi


Nel mio Dizionario Enciclopedico dei Salentini (Grifo, Lecce 2018, 2 voll.) che contiene i profili di circa 11.000 personaggi a partire da Quinto Ennio fino ai giorni nostri coi contemporanei e viventi, la presenza femminile, soprattutto relativa a questi ultimi anni, è notevole anche se minoritaria. Propongo in questa sede, in modo sintetico, un piccolo spaccato delle donne biografate di maggior rilievo a partire dalle Regine salentine.

Maria D’Enghien

Tralasciando la mitica regina messapica Euippa (moglie di Idomeneo), partiamo da Maria D’Enghien (o di Brienne) (1367 – Lecce 9.5.1446) contessa di Lecce e principessa di Taranto. Nel 1385 sposò il conte di Soleto Raimondello Orsini del Balzo, alla morte del quale (1406) Maria fu assediata in Taranto dalle truppe del re di Napoli Ladislao di Durazzo e dopo una lunga resistenza (1406-7) il re non riuscendo a vincerla sul campo le offrì la corona e la sposò. A quanti la sconsigliavano per paura di un tranello l’ambiziosa Maria avrebbe risposto “non me ne curo, chè se moro, moro regina”. La leggenda vuole che Maria vivesse relegata ed abbandonata in Castel Nuovo tanto che da allora a Napoli e Taranto quando si faceva un cattivo affare si diceva “fare il guadagno (l’accatto) di Maria di Vrenna” (cioè di Brienne). Rimasta nuovamente vedova (2.8.1414), Maria finì per essere quasi prigioniera della nuova regina, la cognata Giovanna II, ma ottenne la libertà e la contea di Lecce (1415) dove tornò e governò con saggezza emanando gli Statuti (1445) e morì.



Isabella di Chiaromonte nipote di Maria D’Enghien (Copertino 1420 circa- Napoli 30.3.1465) che sposò il 30 maggio 1445 il principe Ferdinando (o Ferrante) I d’Aragona divenendo regina di Napoli all’avvento al trono del marito (1458). Fu madre di re Alfonso II d’Aragona (il duca di Calabria che liberò Otranto dai turchi nel 1481) e di re Federico I d’Aragona, marito della terza regina salentina Isabella del Balzo Orsini (Galatina o Andria 1465- Ferrara 1533). Isabella sposò (28.11.1487) ad Andria il principe di Taranto e conte di Lecce (dal 1485) Federico I d’Aragona secondogenito del re ed erede al trono. Il 12 ottobre 1496, mentre si trovava in visita a Carpignano, le fu annunciata la morte (5.10.1486) di re Ferdinando II (Ferrandino) e di conseguenza l’ascesa al trono di suo marito. Diventata regina consorte partì da Lecce, dove risiedeva, per raggiungere il marito a Barletta (il viaggio fu descritto da Rogeri de Piacenza di Nardò nel poema Lo Balzino). Ma il regno di Federico divenne terreno di spartizione tra Francia e Spagna ed il re si rifugiò in Francia (1501) con la moglie. Alla morte del marito (Tours 1504) Isabella andò a vivere presso gli Estensi di Ferrara dove morì.

Antonietta De Pace

In campo politico non possiamo trascurare la patriota Antonietta De Pace (Gallipoli 2.2.1818- Capodimonte 4.4.1893). Orfana di padre a otto anni finì in collegio, quindi studiò a Lecce presso la sorella Rosa, moglie del patriota napoletano Epaminonda Valentini. Divenuta ben presto il braccio destro del cognato a seguito dei moti napoletani del 15.5.1848, aderì al Circolo Patriottico Salentino. Valentini, arrestato (30.10.1848) e condannato a morte, morì (1849) di stenti nel carcere di San Francesco tra le braccia di Sigismondo Castromediano. La morte del cognato la indusse a dedicarsi con più passione alla causa antiborbonica.  Trasferitasi a Napoli con la sorella fu membro della Carboneria ed il suo compito fu di mantenere il collegamento tra Mazzini, mazziniani napoletani (era l’unica donna iscritta alla Giovane Italia) ed i patrioti sparsi nel meridione. Arrestata (1855), riuscì ad ingoiare in tempo alcuni messaggi di Mazzini. Torturata a lungo ma invano, restò in prigione per 18 mesi e dopo 46 giorni di processo fu assolta per insufficienza di prove. Ripresa l’attività cospirativa, con lo sbarco di Garibaldi e dei Mille a Marsala (11.5.1860) la De Pace preparò l’arrivo (raccogliendo finanziamenti) di Garibaldi a Napoli. Rifugiatosi (6.9.1860) il re a Gaeta (su suggerimento del Ministro del Governo Costituzionale Liborio Romano di Patù), la De Pace si recò a Salerno a prelevare Garibaldi e ad accompagnarlo in treno a Napoli (7.10.1860) dove fu accolto dal Romano e dal popolo in festa. Quindi coordinò i soccorsi ai feriti delle ambulanze durante la Battaglia del Volturno (2.10.1860). Dopo l’Unità d’Italia fu arrestata (1867) dalla polizia pontificia a Ceprano (Frosinone) mentre si recava a Firenze per raggiungere il marito e fu liberata dopo le rimostranze del governo italiano. Nel 1876 si ritirò a Capodimonte dove, dopo una lunga malattia, morì.



Maria Rosaria Manieri

In tempi recenti le donne si sono fatte strada in politica (assessore, sindache, deputate, senatrici, ecc.), si pensi alle lotte delle coraggiose tabacchine (Cristina Conchiglia ed altre) protagoniste di epici scioperi sindacali, ed a tante altre, tra cui segnaliamo Renata Fonte (Nardò 1950- 31.3.1984) assessore repubblicano al Comune di Nardò che lottò contro la costruzione di una centrale nucleare nel Salento, la speculazione edilizia nella zona di Porto Selvaggio pagando con la vita il suo impegno (sul suo assassinio il regista Sergio Nasca ha girato il film La posta in gioco 1987). La senatrice socialista Maria Rosaria Manieri (Nardò 1943) docente all’Università di Lecce (1969) segretaria del presidente del Senato, autrice di Teorie etico-politiche del ruolo della donna nella società moderna (Lecce 1973), Donna e famiglia nella filosofia dell’Ottocento (Lecce 1975), Donna e capitale (Comte, Mill e Marx sulla condizione della donna)(Venezia 1985), Donna e politica (Milano), ecc. Adriana Poli Bortone (Lecce 1943) docente all’Università di Lecce (dal 1967), deputato Msi (1983), poi AN, capogruppo AN alla Camera (1992), Vice-Presidente della Camera (1994), Ministro delle Risorse Agricole e della Pesca del primo governo Berlusconi (11.5.1994-12.1994), primo sindaco donna di Lecce (1998-2007), Eurodeputata (1999-2008) e senatrice (2008-2013). Altre deputate sono o sono state Maria Sofia Alemanno, Nadia Aprile, Rosa Bianca Gelli, Veronica Giannone, Barbara Lezzi, Simona Licastro Scardino Leccisi, ed alla regione Puglia Loredana Capone. E come non ricordare le partigiane Maria Teresa Sparascio e Luigina Alfarano Sieve.

Il mondo in cui tradizionalmente le donne hanno avuto più spazio è però quello della letteratura: si pensi alla poetessa Isabella Castriota Scanderbeg (Lecce 1704- 1749) una vita da romanzo: otto giorni dopo la nascita rimase orfana di madre ed eredo universale. Il padre copertinese si risposò e la chiuse nel convento di Santa Chiara a Gallipoli (1715). A 16 anni, lo zio materno (e sindaco di Gallipoli) Gian Battista Pieve- Sauli, la diede in sposa, all’insaputa di lei, al settantenne barone di Tuglie Filippo Guarini (11.12.1720). Dopo sette anni ottenne la separazione di fatto e si ritirò (1727-1732) nel conservatorio di Sant’Anna a Lecce dove si dedicò agli studi poi si legò al poeta leccese Pietro Belli con cui si sposò (22.6.1741) alla morte del marito che le aveva lasciato una cospicua eredità. Accademica degli Spioni, suoi sonetti sono nella raccolta in onore di Carlo III di Borbone (Lecce 1743) ma la sua poesia, epigona dell’Arcadia è scarsamente originale. Altra poetessa fu Sofia Stevens (Gallipoli 1845- Napoli 1876), figlia di Henry Stephens, viceconsole inglese a Gallipoli (1853-1867), studiò a Galatina e Napoli dove si trasferì 1873 e morì di tumore al seno. I suoi Canti (353 liriche traduzioni) furono pubblicati postumi (Napoli 1879). La sua vicenda è narrata in Inglesi a Gallipoli: Sofia Stephen (1845-1876) an English family in Gallipoli di Nicolette S. James, Lecce 1993). Suo nipote Harold era il famoso colonnello Stevens che diffondeva notizie in italiano da Radio Londra durante la Seconda Guerra Mondiale (si dice che grazie a lui Gallipoli fu risparmiata dai bombardamenti alleati).

Tra le altre poetesse segnaliamo (in rigoroso ordine alfabetico) Mariella Angeloro, Anna Maria Angelozzi, Maria Attisani Vernaleone, Carla Binaghi Brocchi, Maria Rita Bozzetti, Vanna Caforio De Pascali, Maria Carrassi, Lara Carrozzo, Lina Casotti Greco,  Marilena Cataldini, Nadia Cavalera, Effina Cazzato, Maria Gabriella De Judicibus, Antonietta De Masi Calamo, Gloria De Vitis, Chiara Evangelista, Annamaria Ferramosca, Eliana Forcignanò, Rosa Lorena Guarascio, Maria Antonietta Ingrosso, Giulia Licci,  Adele Lupo Maggiorelli, Irene Maria Malecore, Ada Nucita Stefanelli, Antonella Nutricati Briganti, Maura Pacella Coluccia, Erina Pedaci, Alessandra Peluso, Claudia Petracca, Nella Piccinno Marassi, Maria Teresa Protopapa, Fabiana Renzo,  Giovanna Romano Pagliula, Rita Rucco, Claudia Ruggeri, Flora Russo, Lara Savoia, Maria Siciliano Insalata, Maria Rosaria Sillavi, Wilma Vedruccio, ecc.

Per il giornalismo segnaliamo Macor Bernardini, Emilia (Lecce 1865 – 1926)  moglie dell’avvocato Ni­cola Bernardini (v.) che le affidò la rubrica di “Cronaca mondana” e moda femminile (“Farfalle er­ranti”) nel giornale La Provincia di Lecce (1896 1926) da lui fondato e diretto. Collaborò a Il Corriere Meridionale di G. Pellegrino (v.) su cui curò la rubrica “Punti, ap­punti e… puntini” con lo psudoni­mo di Ermacora. La “prima gior­nalista salentina” ebbe tra gli altri il merito di organizzare un con­certo nel 1907 per finanziare gli studi musicali a Milano del giova­ne tenore Tito Schipa (v.). La sua vicenda è narrata in Emilia Ber­nardini Macor, cronista di moda e di costume (Galatina 2006) a c. di Annalisa Pellegrino. Tra le giornaliste emergono le figure di Pia Luisa Bianco, Giulietta Bandiera, Giuliana Coppola, Maria Rosaria De Lumé, Ada Donno, Silvia Famularo, Emma Fiocco, Angela Leucci, Giulietta Livraghi Verdesca Zain, Giulia Lucrezi-Palumbo, Marilù Lucrezio, Annamaria Mammoliti, Carmen Mancarella, Flavia Pankiewicz, ecc.

Maddalena Santoro

La giornalista e scrittrice Maddalena Santoro (Lecce 1884-Triuggio 1944) scrisse i romanzi  Così donna mi piaci(Arezzo 1923, Firenze  1926),  Trasparenze  Femminili  (Arezzo 1923,  Firenze  1924),  Ombre  sull’aurora (ivi 1925), L’altra (ivi 1926, 1933), L’amore ai forti (ivi 1928, 1933), Fanatici d’amore (ivi 1930), L’inutile gloria (ivi 1931), Solitudine (id.), Senza Amore (ivi 1935), le liriche Sulle ali del- l’enigma (ivi 1931), Solitudine (1933). Fu l’amante (1922-31) di Arnaldo Mussolini (fratello del Duce) che, nonostante l’immagine integerri­ma di marito fedele (e padre di 3 figli) che il fascismo voleva accre­ditare, accumulò ricchezze anche per mantenerla, regalandole, oltre al denaro, due appartamenti arre­dati a Firenze e a Roma. Fu re­dattrice nella casa editrice Alpes che Arnaldo Mussolini rilevò, ed a Milano, grazie ad Arnaldo, col­laborò alle riviste femminili Lidel, Novella, Giornale della donna, ai quotidiani Il Mattino, Humanitas, La Gazzetta del Mezzogiorno, Se­colo XIX, L’Almanacco fascista del Popolo d’Italia, Genova azzurra. Alla morte di Arnaldo (1931), per­se tutti gli appoggi ed i contatti e, su ordine del Duce, fu sottoposta a rigido controllo da parte della polizia politica fascista per evita­re che venisse a galla la sua re­lazione con Arnaldo. Dopo varie relazioni scandalose (uomini più giovani), conobbe (1934) il conte Paolo Alberto Colombini, scrittore per l’infanzia, lo sposò e con lui si ritirò a Triuggio dove morì dimen­ticata. La sua narrativa interpreta i valori morali ed il modello bor­ghese della donna fascista madre di figli per la patria. Cfr. Maddale­na Santoro e Arnaldo Mussolini, la storia d’amore che il Duce voleva cancellare (Bari 2016) di Nicola Fanizza.

Altre scrittrici sono Annalisa Bari, Maria Albisa Cazzato, Vittoria Coppola, Luciana D’Aleo, Laura D’Arpe, Maria De Carlo Belisario, Emilia Bernardini Grimaldi, Rina Durante, Teresa Francioso, Annalaura Giannelli, Elisabetta Liguori, Rossella Maggio, Daniela Palmieri, Luciana Palmieri, Virginia Peluso, Valentina Perrone, Marisa Grimaldi Portaccio, Giovanna Politi, Francesca Ruggeri Loffreda, Luisa Ruggio, Mirosa Sambati, Anna Scarsella, ecc.

Alle Salentine di nascita vanno aggiunte le salentine di adozione, donne innamorate del “loro” Salento, come la poetessa milanese Luisa Amalia Paladini (Milano 1810-Lecce 1872), la poetessa e l’archeologa romana Sofia Nicolazzo, (figlia del deputato tricasino-fiorentino Alfredo Colaci Pisanelli e sorella di Giuseppe il fondatore dell’Università di Lecce) che sposò un medico di Ugento (paese dove visse). Il 24 dicembre 1961 salvò dalla distruzione ed ospitò per un anno in casa sua il celebre Zeus di Ugento del VI secolo a.C. Presidente della Proloco di Ugento, scrisse Un forno per il comandante (Napoli 1962), Ausentum nell’Ausonia (favolette, leggende, biobibliografie) (Ugento 1978), Ugento città Messapica (Ugento 1989). Giornalista dell’Observer e autrice di ricettari, la scrittrice inglese Patience Gray (1917-2005), dal Sussex seguì (1970) lo scultore anglo-belga Norman Mommens nella masseria Spigolizzi (Salve) dove vissero e morirono.

Maria Corti

Come dimenticare la grande semiologa e l’scrittrice lombarda Maria Corti (2015-2002) figlia di Emilio (ingegnere lombardo trasferitosi a Maglie nel primo dopoguerra per progettare ciminiere),  dopo aver frequentato le elementari a Maglie restò orfana di madre a 10 anni e, risposatosi il padre con una magliese, studiò in collegio a Milano dove si laureò. Insegnò all’Università di Lecce (1962) prima di passare a Pavia (1963) dove creò il Fondo Manoscritti di autori moderni e contemporanei. Collaborò a giornali e riviste come Libera voce (1943-47), L’Albero del poeta lucugnanese Girolamo Comi, La Repubblica, ecc. Scrisse uno dei più bei romanzi contemporanei L’ora di tutti (Milano 1962); in questo romanzo che è l’opera letteraria più alta che abbia narrato le vicende del sacco di Otranto del 1480 ed ha avuto un’influenza determinante su tutta la cultura Salentina successiva, il personaggio chiave è la mitica Idrusa, assurta a simbolo della bellezza e del sacrificio delle Salentine. Altre opere sono Il canto delle sirene (Milano 1989), Storie(Lecce 2000). Accademica della Crusca le è stato assegnato il premio Salento nel 2001.

Folto è il numero delle studiose, docenti o ricercatrici universitarie come Rita Accogli, Paola Andrioli Nemola, Silvana Arcuti, Teresa Astuti, Rossella Barletta, Rosanna Basso, Giulia Belgioioso, Maria Giuseppina Biasco,  Rosanna Bove, Marinella Cantelmo, Silvana Caporaletti, Lidia Caputo, Emilia Chirilli, Maria Concetta Chiuri, Anna Maria Colaci, Maria Colangeli Romano, Maria Sofia Corciulo, Marinella Corsano, Luisa Cosi, Gabriella De Giorgi Cezzi, Maria De Giorgi De Notaristefani, Filomena De Lumè, Laura Renata De Maria, Maria Luisa De Rinaldis, Maria Diurisi D’Agostino, Maria Rosaria Filieri, Ada Fiore, Marisa Forcina, Angela Frascadore, Ida Ghisalberti, Rossella Giangrande, Maria Santa Greco, Lorella Ingrosso, Ilderosa Laudisa Petrucci, Marcella Leopizzi, Anna Maria Mangia, Elsa Martinelli, Cristina Martinelli, Maria Rosa Montinari, Anna Maria Nassisi, Cosima Nassisi, Paola Nestola, Maria Occhinegro, Alba Paladini, Paola Parlangeli, Loredana Pellè, Maria Rita Perrone, Luciana Petracca, Annamaria Piglionica, Stefania Pinnelli, Regina Poso, Anna Maria Prastaro, Daniela Preite, Cecilia Quarta, Luana Rizzo, Marcella Rizzo, Maria Teresa Romanello, Maria Romano Colangeli, Adele Ronzini, Giovanna Rosato, Francesca Ruppi, Cecilia Santoro Lezzi, Maria Antonietta Saracino, Gabriella Sava, Grazia Semeraro, Adele Spedicati, Beatrice Stasi, Immacolata Tempesta, Anna Trono, Laura Tundo Ferente, Pia Italia Vergine, ecc.

Uno stuolo di cantanti e ballerini si è recentemente dedicato alla musica popolare Salentina alcune delle quali si sono riunite nel gruppo tutto femminile di musica etnica Striare formatosi nel 1997 è composto da un organico variabile che comprende l’Argentina Cristina Mastria, Annalù Sabetta, Anna Cinzia Villani, Anna Giordano, Rossella Pinto, Laura Nascosto, Anna Rita Stella, ecc. Nei tanti gruppi di pizzica, sorti negli ultimi 40 anni le donne si sono distinte come ballerine e cantanti, più di rado come musiciste. Ma il canto delle Salentine ha radici antiche, dalla mia sirena Leucasia ai canti di campagna, al belcanto di personaggi come la soprano Ines Martucci (Pisignano 1909-2009), Diana Micelli(Lecce 1911-2005) e soprattutto la celebre e mezzo soprano con Cloe Elmo (Lecce 1910 -Ankara 1962) scoperta dal grande tenore Tito Schipa, diplomatasi all’Accademia Santa Cecilia di Roma, vinse il concorso internazionale di Vienna ed esordì a Cagliari (3.5.1934) in Cavalleria Rusticana, intraprendendo una carriera folgorante che la portò a cantare nei principali teatri italiani (tra cui la scala di Milano), europei e statunitensi (Boston, Chicago, San Francisco e soprattutto al Metropolitan di New York) insieme ai più grandi cantanti (Callas, Schipa, Gobbi, Lauri Volpi, ecc.) e direttori d’orchestra (Toscanini, Serafin, Giulini, ecc.). Fu la cantante preferita di Toscanini. Tra le altre cantanti liriche segnaliamo Anna Caterina Antonacci, Vanna Massari Camassa, Doriana De Giorgi, Luana Spinola, Simona Gubello, Carla Guido, Anna Maria Laudisa, Raffaella Liccardi, Dolores Mancarella, Ester Pino, Tina Patavia, Carla Petrachi, ecc.

Cantanti di musica leggera sono invece Elsa Quarta, Silvana Simone (sorella del cantautore Franco Simone, vincitrice del primo ed unico Festival delle cantautrici di Vasto nel 1971), Cinzia Corrado, Dolcenera, Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Amalia Grè, Alessandra Surano, Rosanna Mancarella, Carla Casarano, Valentina Madonna, ecc.

Come musiciste si segnalano le pianiste Virginia Coluccia, Carolina Bubbico, Lya De Barberiis, Emma Indraccolo, Beatrice Rana, Irene Scardia, Valeria Vetruccio, la violinista Bice Antonioni, la chitarrista Ermelinda Calzolaro, ecc.

Al mondo televisivo appartengono personaggi come la giornalista Rai Angela Buttiglione, seconda donna presentare il telegiornale Rai 1, direttrice del TGR (e sorella del politico Rocco); attrice drammatica come la grande Regina Bianchi, sensuali come Orchidea De Santis, comiche come Francesca Antonacci in arte Gegia; seguono la modella vice Miss Italia 1989 Stefania Mega, la velina bionda di Striscia la Notizia (1999- 2002) Maddalena Corvaglia, la presentatrice e attrice Donatella Pompadour, la soubrette Linda Lorenzi, e poi Anna Luisa Capasa, Anna Maria Dimitri, Marina Guadagno, Angela Portaluri, Eleonora Sergio, Federica Vincenti (compagna di Michele Placido), Assunta De Rossi (nome d’arte della filippina M. Assunta Tiotangco Schiavone); registe di film o documentari come Donatella Baglivo, Rita Capasa, Anna Maria Gallone, Annabella Miscuglio, Rossella Piccinno, la sceneggiatrice Giorgia Cecere.

Tra le tante artiste (soprattutto pittrici, poche le scultrici) segnaliamo suor Ada Cantelmo, Marianna Elmo, Rachele Lillo, le contemporanee Adriana Abbate, Antonella Antonaci, Eliana Calò, Loredana Campa, Clementina Carelli,  Cristina Cary, Antonietta Di Seclì, Rita Franco, Milena Guarascio, Rita Guido, Enza Mastria, Francesca Mele, Luigia Pattocchio, Fulvia Quarta, Paola Scialpi, Teresa Vella, pittrici Rita Miscuglio, Anna Mocavero, Anna Panareo, Mele, Teresa Vella, la fotografa Caterina Gerardi, ecc.

Per lo sport si ricordano le calciatrici Anna Maria Mega (vincitrice di 7 scudetti e con 51 presenze in Nazionale) ed Annamaria Ancora, Elena Russo (basket), Vania Mello (pallavolo), Annamaria Carrieri (taekwondo), ma anche la squadra di calcio femminile Alaska Lecce (Veglie 1970-1984), creata dall’imprenditore del gelato Ernesto Guarini, che ha vinto 3 scudetti (1981, 1982, 1983) e 2 Coppe Italia Femminile (1981, 1982), fino alla fusione col Trani (1984) con cui vinse un altro scudetto.

Concluderei con un accenno ad altre categorie come le venerabili Isabella d’Amato, Maria Manca, Luigia Mazzotta, Suor Elisa Martinez (fondatrice, nel 1938, dell’ordine delle “Figlie di Santa Maria di Leuca”), la prima donna comandante di una nave della marina militare italiana Catia Pellegrino e, tra le scienziate, Lucia Lopalco.

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