Abbiamo ricevuto dal coordinatore dellla Confraternita (di San Michele) di San Marco in Lamis, RAFFAELE NARDELLA, questo suggestivo articolo su “La Cumpagnia” dei pellegrini di San Marco in Lamis: espressione vivente del culto di San Michele Arcangelo sul Gargano.
Un contributo che ben si inserisce sull’interesse che i cammini religiosi stanno riscuotendo in tutto il territorio pugliese.
La storia del culto di San Michele sul Gargano è stata a noi tramandata dal Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano, chiamato per brevità Apparitio, redatto tra la fine del sec. VIII e gli inizi del IX. Gli studiosi sostengono che quest’opera, malgrado l’apparente unità, presenti due momenti redazionali diversi. Il più antico si riferisce agli inizi del culto sul Gargano risalente al V-VI secolo: si parla dell’arrivo del culto e della consacrazione della basilica fatta personalmente dall’Arcangelo e delle guarigioni da Lui operate per mezzo dell’acqua che veniva raccolta nel pozzetto. Il secondo momento si riferisce alla metà del sec. VII, quando i Longobardi di Benevento, avendo sconfitto nel 650 i Bizantini, occuparono il Gargano e la Capitanata e unificarono le due diocesi di Benevento e di Siponto, fino a quel momento distinte.
Durante il Medioevo il culto di san Michele si diffuse in tutta Europa. Si moltiplicarono i santuari dedicati all’Arcangelo, soprattutto sui monti alti e nelle grotte. Spesso, nella costruzione di questi santuari veniva murata tra le pietre di fondazione, una proveniente dalla grotta di Monte Sant’Angelo. La pratica, tuttora in uso, è antichissima essendo stata regolata addirittura in una disposizione di papa Gregorio II (715-731).
Fino al X secolo il pellegrinaggio garganico è stato soprattutto un pellegrinaggio popolare di cui purtroppo abbiamo poche testimonianze scritte. I fedeli che vi si recavano erano mossi da motivazioni diverse: per devozione, per penitenza, per chiedere grazie particolari, guarigioni o altro. Dalla fine del V secolo in poi, una folla incalcolabile di pellegrini, desiderosi di vedere e toccare la sacra grotta, per pregare in essa Dio e San Michele, non ha mai smesso di ascendere al monte dell’Arcangelo.
San Marco in Lamis trovandosi sulla via sacra peregrinorum o Francesca è sempre stata nei secoli una stazione di transito dei pellegrini. Nei secoli passati aveva anche l’ospedale per i pellegrini e dei locali, organizzati dalle confraternite, per accoglierli. Secondo tradizioni locali il centro abitato è sorto perché alcuni pellegrini si sono fermati per l’amenità e la ricchezza della valle. Sicuramente i sammarchesi in tutto il medioevo si dice che già andavano in pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo ma la prima notizia storica certa si attinge dallo Statuto dell’Universitas di San Marco in Lamis del 1490 dove si dice già da molto tempo si organizza un pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo. I documenti che attestano il pellegrinaggio e la sua organizzazione sono moltissimi e possiamo dire che è il pellegrinaggio michaelico con più documentazione storica.
Fino alla Prima guerra mondiale vi sono svolti con cadenza annuale tre pellegrinaggi da San Marco in Lamis alla Celeste Basilica, organizzati da confraternite. Uno si effettuava a maggio mentre gli altri due a settembre.
Le vecchie compagnie di pellegrini erano così formate:
- i santimichelari della confraternita del S.S. Sacramento presso la Chiesa Madre;
- i pellegrini del Sangue di NSGC della Confraternita del Carmine presso la
parrocchia di sant’Antonio Abate;
- i pellegrini dell’Angelo della confraternita di Maria SS. bambina presso la parrocchia di san Bernardino. Questi pellegrinaggi erano effettuati da un “sottogruppo” della Confraternita che aveva dei responsabili nominati dalla confraternita e che dovevano relazionare ad essa. (cit. Gabriele Tardio: – Il culto michelitico a San Marco in Lamis. – I sammarchesi cantano e pregano in onore di san Michele –https://www.garganoverde.it/la-cumpagnia/culto-micaelitico-e- cumpagnie.html)
La storia de “la Cumpagnia” ha avuto origine da un voto “per grazia ricevuta”. Sulla fine dell’anno 1898, tale Matteo D’Alessandro fu protagonista di una inaspettata vicenda famigliare, narrata in un opuscoletto edito nel 2015 dal titolo “Vita di altri tempi”, per via di un male improvviso che colpì la giovane moglie, la cui vita rimase legata a un filo di speranza e che solo la grazia dell’Arcangelo Michele, prima sognato e poi implorato portò alla guarigione. La promessa-voto di un pellegrinaggio a piedi fino a Monte Sant’Angelo fu tenuta fedelmente: con un gruppo di famigliari, amici e conoscenti, organizzò il primo pellegrinaggio della durata di tre giorni, che per tutti gli anni a venire non hanno mai disertato “la Cumpagnia”.
Dagli anni ’20 del XX sec., forse per questioni di ordine pubblico, si svolse un solo pellegrinaggio sotto la direzione dell’arciprete della chiesa Collegiata, sulla scorta di quello organizzato da Matteo D’Alessandro, della durata di tre giorni. Questo pellegrinaggio, detto de “la Cumpagnia” si è svolto tutti gli anni compreso il periodo bellico ed è rimasto l’unico pellegrinaggio popolare che non ha mai interrotto di effettuare il percorso di trentacinque Km interamente a piedi fino a Monte Sant’Angelo, se non per la pandemia da Covid-19 che lo ha bloccato per ben due anni.
Il pellegrinaggio a piedi de “la Cumpagnia” è oggi organizzato dalla Confraternita San Michele Arcangelo di San Marco in Lamis con il suo assistente spirituale della chiesa Collegiata cui la stessa ha sede. Si avvia il lunedì successivo alla festa delle apparizioni di San Michele Arcangelo dell’8 maggio. Il pellegrinaggio ha una durata di tre giorni e vipartecipano oltre quattrocento pellegrini, donne e uomini da meno di dieci anni a più di ottant’anni. Il pellegrinaggio alla grotta angelica è inteso come un vero e proprio esercizio spirituale teso alla conversione, alla preghiera, alla meditazione, alla vita comune.
Il pellegrinaggio di San Marco in Lamis è uno dei pochi rimasti che esprime, anchevisivamente, tutta la spiritualità del pellegrinaggio. Il cammino si snoda lungo un percorso ultracentenario che percorre il tratto della via Sacra Langobardorum oppure strada dei pellegrini o meglio l’antica via Francigena che dalla Francia raggiungeva Roma e poi i porti pugliesi per quindi potersi imbarcarsi verso la Terra Santa; una diramazione arrivava anche alla grotta angelica dove transitavano santi, pellegrini, papi, re, imperatori e crociati.
Il pellegrinaggio sammarchese conserva ancora molti elementi simbolici della spiritualità penitenziale del pellegrino medievale.
La Cumpagnia dei devoti sammarchesi è solo quella che parte a maggio dalla Chiesa Madre dopo la Santa Messa, detta “dell’Angelo”. Nei tre giorni del pellegrinaggio dedicati rispettivamente il primo al cammino di andata, il secondo per i sacramentidell’Eucarestia e della Riconciliazione nonché riposo in meditazione e preghiera, il terzoper il ritorno, a piedi, alla chiesa Collegiata di San Marco in Lamis. La Cumpagnia, come metafora della nostra vita, ci insegna a camminare con forza d’animo, sacrificio econsapevolezza nei propri mezzi. Ci insegna a stare insieme, a condividere, a confrontarci, ad abbracciare la solidarietà e la carità, a prendere decisioni e a pregare, quando timorosi dell’ignoto è bene fare, consci che è proprio insita nel nome stesso dell’amato Arcangelo Michele, la risposta alle nostre richieste. La Cumpagnia ci offre il cammino personale di introspezione, alla scoperta della nostra anima e della autenticità della nostra fede. L’esperienza della preghiera unita alla bellezza dei propri passi dietro la Croce, verso il Cristo risorto, fa della Cumpagnia una straordinaria opportunità di conversione: spartiacque tra il quotidiano frenetico, scarno di valori, spesso blasfemo e la Via che porta alla maturità personale, alla crescita umana. Seguiamo sempre la Croce nel cammino della nostra vita come ci insegna la Cumpagnia. Non dimentichiamo il prezzo pagato da Cristo per la nostra salvezza! Molti, all’arrivo in grotta, si segnano con le proprie lacrime: ne sono consapevoli e sono già avanti nel cammino verso la Luce! La tradizione secolare del pellegrinaggio de “la Cumpagnia” e la Confraternita San Michele Arcangelo di San Marco in Lamis sono i testimoni di questa fede.
Confraternita San Michele Arcangelo San Marco in Lamis (FG)
Il Priore – Maurizio D’Alessandro