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domenica, Aprile 13, 2025

Maruggio – Il castello dei Cavalieri di Malta

Intorno al 1105, con l’avvento dei Normanni in Puglia (i predoni venuti dal Nord, conosciuti anche con il nome di Vichinghi per conquistare il ricco Sud Italia), Maruggio e altri territori furono concessi da Boemondo I d’Altavilla, detto Boemondo di Taranto (militare normanno e comandante della prima crociata), all’Ordine dei Templari. L’appartenenza di Maruggio ai Cavalieri del Tempio è rilevabile da un documento della Cancelleria Angioinadatato 9 ottobre 1320. In esso compare “il Casale Marigii” (Casale terrae Marigii quod fuit quondam Templariorum, in Notizie storiche tratte da 62 registri angioini dell’archivio di stato di Napoli…).

Dopo l’eliminazione dei Templari (1312), tutti i beni, urbani e rurali (commenda), passarono ai Cavalieri di Malta. La nobildonna brindisina Giovanna Caballaro (o Cavalieri), infatti, ereditò il feudo di Maruggio alla morte del marito, un esponente della famiglia de Pandis, già affiliato all’Ordine di Malta. Tra il 1315 e il 1320 la vedova donò la Commenda di Maruggio al nuovo Ordine Cavalleresco, in occasione dell’investitura del suo unico figlio, Nicola de Pandis, a membro di quell’Ordine.

Nella sua storia plurisecolare, questo singolare casale, “mansione templare” prima e Magistral Commenda poi, ha conosciuto il governo di venticinque Commendatori, i quali, una volta designati dall’Ordine di Malta, avevano l’obbligo di risiedere nel borgo. Infatti, hanno dimorato nel castello “sito dentro la detta Terra” di Maruggio, la cui costruzione risale al XV secolo (i lavori di ampliamento e completamento terminarono nei primi decenni del sec. XVII).

Il 9 maggio 1473, nel salone del castello di Maruggio, si riunirono i Nobili del tempo per dare vita ai Capitoli della Bagliva, un insieme di 28 articoli di natura giuridico-amministrativa, che da allora in poi avrebbero regolato la vita civile degli abitanti del paese. Ci piace rilevare l’importanza storica di un simile documento (una sorta di odierno “Statuto Comunale”), uno dei primi di tutta la Terra d’Otranto.

Nel 1500 la Commenda di Maruggio divenne Camera Magistrale, cioè commenda di esclusiva pertinenza del Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, il quale designava quei Commendatori che “avevano ricoperto cariche di particolare importanza”, tra questi Pietro Francesco de Capua (Commendatore tra il 1494 e il 1513) che si curò di “rinforzare il castello e le mura che cingevano Maruggio, rendendolo più sicuro contro le continue minacce dei saraceni”, malgrado l’esistenza del fossato realizzato avanti alla “Porta Grande della Terra Murata munita di torri”.

Il castello sorgeva a ridosso delle mura che circondavano il borgo e comprendeva – si rileva dal Cabreo del 1630 – che al “piano nobile” (superiore) vi erano un gran numero di “stanze nobili”, un ampio salone e i “magazeni per le vettovaglie e le biade”, mentre al piano terra vi erano numerosi magazzini e frantoi (“Sei trappeti similmente dentro detto cortiglio [cortile] con le loro Pietre, seu macine…  et anche v’é un altro chiamato il Trappitello, il quale non è atto a macinare, una cisterna seu postura da riponer oglio, et una casa lamiata, nella quale si rimettono le Decime delle olive del detto Signor Commendatore, una cantina da riponere le botti del vino con botti vacue, una stalla e una chiesa piccola con un altare, nel quale vi è un quadro con l’effigie de la Visitazione di Nostra Santissima Signora Maria Vergine et una campana piccola e il carcere criminale de Preti”).

Nelle “stanze nobili vi erano le difense per la difensione dalle Incursioni dei comuni nemici: 8 archibugi di miccio, seu di munitione. Due altri archibugi a focile a rota. Tre boschetti (moschetti) grossi di munitioni”.

Sul lato del Palazzo dei Commendatori che si affaccia sulla Piazza del Popolo sono visibili: lo stemma di Giovan Battista Alliata (insignito Commendatore di Maruggio verso il 1560), identico a quello posto sulla facciata della chiesa Matrice (a testimonianza che i lavori furono compiuti sotto la sua direzione) e un vistoso trittico, al centro del quale campeggiano le armi araldiche del 52° Gran Maestro dell’Ordine di Malta, Fra’ Hugues Loubenx de Verdala.

Si può affermare che la succitata opera scultorea fu murata tra il 1588 e 1595. L’emblema mostra anche una particolarità introdotta da questo Gran Maestro: l’uso di inquadrare lo stemma di famiglia con quello dell’Ordine di Malta.

Sulla parete di accesso al castello si notano le armi dei Commendatori Alliata e Chigi, al lato le due guide di pietra per infilare le bandiere dell’Ordine e della Commenda. In fondo al cortile è visibile una scala coperta, con soprastante colonnato, costruito per volere del Commendatore Fra’ Costantino Chigi nella prima metà del Settecento. In cima alla scalinata è collocato lo stemma dei principi Alliata e quello di Fra’ Pietro Francesco de Capua.

Seguirono altri autorevoli Commendatori, tra cui Fra’ Giuseppe Caracciolo di Sant’Eramo, al quale nel 1801 lo zar di Russia Paolo I, avendo preso sotto protezione l’Ordine di Malta in seguito alle “gravi persecuzioni politiche… causate in Europa dalla Rivoluzione francese…”, conferì a questi la Commenda di Maruggio. Fra’ Caracciolo fu l’ultimo Commendatore del paese prima della soppressione definitiva della Commenda, avvenuta nel 1819. Con la fine della Magistral Commenda, l’Ordine di Malta abbandonò Maruggio al suo destino, non prima però di aver “donato” alla sua gente (maruggesi nobili e meno nobili) tutti i suoi beni, compreso il castello dei Commendatori, in parte quasi diruto e frammentato, ma visitabile e di libero accesso.

Ciononostante non è venuto meno l’amore dei maruggesi verso il santo patrono dell’Ordine di Malta (S. Giovanni Battista), che viene festosamente ricordato il 13 e 14 luglio di ogni anno a testimonianza della presenza per oltre 500 anni dei Cavalieri Crociati in questo bel paese.

di Tonino Filomena, scrittore e storico del suo borgo natio

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