Con il restauro e il riallestimento torna a nuova vita
Immutato, com’era nell’Ottocento: ma adattato a una fruizione contemporanea in un nuovo spazio che potenzia l’esperienza della visita. Il Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia, uno dei pochi in cui oltre alle opere viene tutelato anche il valore storico e artistico dell’allestimento e delle strutture espositive originali, torna a nuova vita con i lavori di restauro e riallestimento che termineranno nel 2023. Obiettivo, ricrearne l’atmosfera originaria – valorizzando anche la storia del collezionismo dell’Ottocento – dandogli però al contempo profondità temporale: la capacità cioè di risultare interessante anche ai giorni nostri.
La Direzione Regionale Musei Puglia del Ministero della Cultura ha, infatti, sottoscritto un accordo di valorizzazione con la famiglia Jatta grazie al quale l’ambiente sottostante alle sale del Museo e accessibile dal giardino, il cosiddetto “Grottone”, sarà utilizzato per iniziative culturali congiunte per i prossimi 10 anni. E proprio nel “Grottone” si è inaugurata lo scorso 28 luglio la mostra temporanea “Collezionauta. Capolavori attraverso il tempo”, che espone alcuni fra i più importanti reperti della collezione del Museo insieme a oggetti e beni di proprietà Jatta.
Al momento della riapertura del Museo, nel 2023, lo spazio del Grottone sarà destinato allo svolgimento di iniziative e mostre temporanee organizzate in collaborazione con la famiglia Jatta, nell’ottica di sempre più totale valorizzazione del palazzo nel suo complesso. «I miei genitori, mio fratello ed io abbiamo sempre cercato di preservare il patrimonio di famiglia, e col tempo ci siamo resi conto del valore di quello che ci è rimasto. Un valore complementare al Museo: un valore che racconta una storia unica e spiega un museo unico», sottolinea Andrea Jatta. «Così qualche anno fa abbiamo costituito una società per partecipare a un bando della Regione, iniziando un’attività prima di tutto di catalogazione, riordino e successivamente di studio dell’archivio di famiglia e della biblioteca, proprio per approfondire e poi raccontare questa storia come mai prima. E con l’idea di valorizzare e conservare anche le collezioni ancora in nostro possesso». E se l’intento originario era quello di muovere un passo alla volta, l’appetito è venuto mangiando: «A cavallo tra il 2021 e il 2022, la Direzione Musei Puglia ci ha proposto una bella idea che non abbiamo potuto non condividere – racconta ancora Andrea Jatta – un partenariato pubblico-privato per la valorizzazione del “Grottone” e di alcuni oggetti appartenuti alla famiglia Jatta: «Da questa idea è nata la mostra, che senza volerlo direttamente rappresenta proprio il nostro pensiero».
Grazie alla mostra, il vaso di Talos, il pezzo più importante del Museo, è tornato a Palazzo Jatta dopo essere stato in esposizione a Bari nell’ambito della mostra “Vasi Mitici” e poi a Palazzo Caputi di Ruvo di Puglia, da settembre 2021, nell’ambito dell’esposizione: “Talos. Un Gigante nella storia di Ruvo”; il prezioso cratere attico si andrà così a ricongiungere col resto dei reperti, a sottolineare la necessità di un ritorno alla fruizione compiuta di tutta la collezione. «Un sogno cullato a lungo finalmente inizia a concretizzarsi», commenta la direttrice del Museo Jatta, Claudia Lucchese. «Siamo in procinto di offrire una parziale riapertura di una delle più ricche collezioni archeologiche della Puglia, che sarà esposta per qualche tempo in una veste diversa per raccontare una storia nuova». Soddisfatto anche il primo cittadino di Ruvo, Pasquale Chieco. «Un ritorno doveroso per tutti gli appassionati di archeologia e di storia, ma innanzitutto per i ruvesi che stanno soffrendo da troppo tempo la mancanza del Museo. Questa lunga chiusura dello stesso costituisce, infatti, una ferita pesante per la nostra comunità, perché lo Jatta è una parte fondamentale dell’identità cittadina, ma al termine dei lavori avremo un Museo sicuro e moderno. E il nostro sacrificio di questi anni avrà garantito alle nuove generazioni un futuro ancor più ricco di bellezza».
di Leda Cesari
Pubblicato il 27 settembre 2022 ore 15:23