di Carlo Finocchietti
Antiche pietre. Echi del megalitico. Carnac e Stonehenge nel Salento. Inaspettati, sorprendenti, imprevisti e imprevedibili, inattesi, impensati. Eppure, a sorpresa, eccoli qua i grandi Dolmen acquattati tra i fragni e gli olivi; come pure gli svettanti Menhir piantati sulla pietra leccese. Siamo a Giurdignano e dintorni, pochi chilometri da Otranto. Si definisce il giardino megalitico d’Europa. Ma presenze protostoriche si replicano a Minervino, Melendugno, Melpignano, Zollino e in altri centri della provincia di Lecce. La visita a questi monumenti megalitici misteriosi e affascinanti è una passeggiata nella storia assolutamente originale. Seguitemi.
Dolmen li Scusi
Siamo in campagna, alla periferia di Minervino di Lecce. Il grande altare orizzontale di pietra, di forma quadrangolare e attraversato da un foro, poggia su pile di sassi, lastre e piccoli macigni. Tutt’intorno sono altri monumenti della pietra a secco: grandi recinti, pagliari, cortili, masserie.
Menhir di San Paolo
All’ingresso di Giurdignano svetta un Menhir alto più di due metri. Il suo nome deriva dalla sottostante grotta bizantina dedicata a San Paolo, decorata da affreschi di Maria e degli apostoli Pietro e Paolo, esempio di cristianizzazione di un monumento pagano. Originale è l’affresco che rappresenta la ragnatela della tarantola, l’aracnide che avvelena le donne con il suo morso e che origina il fenomeno esorcistico delle “tarantolate”, protette da San Paolo.
Menhir Vicinanze 1
Questo Menhir collocato nei pressi di Giurdignano prende nome dal vicino casale Vicinanze. Alto tre metri, ha un incasso in sommità che doveva accogliere una croce e due croci incise sulla facciata. La sacralizzazione del monumento è confermata dallo svolgimento di riti religiosi e dalla tradizionale processione della Domenica delle Palme che terminava davanti al menhir.
Menhir Vicinanze 2
Non lontano dal precedente, questo Menhir si alza per tre metri su uno scoglio roccioso collocato nei pressi della pineta e di un crocicchio di strade vicinali. Se ne ipotizza il legame con la vicina tomba rupestre, scavata nella roccia e preceduta da un lungo dromos d’ingresso.
Dolmen Stabile
Si trova in aperta campagna al confine tra i comuni di Giurdignano e Giuggianello. Il lastrone di copertura è percorso da un largo solco che confluisce in una cavità circolare; se ne ipotizza la funzione di raccolta del sangue di sacrifici animali rituali.
I Dolmen sono monumenti emotivamente affascinanti. Qualcuno ne ha ipotizzato la natura di altari officiati dai culti celtici. Ma l’interpretazione prevalente li considera come tombe o camere funerarie di tipo megalitico, costituite da pietre e lastre infisse nel terreno e da una lastra di copertura monolitica. Si tratterebbe di una sorta di uteri di pietra nei quali i morti rientrerebbero nella madre terra, sepolti in posizione fetale. Il termine deriva dal bretone dol (tavola) e men (pietra). I Dolmen salentini potrebbero risalire al quinto e al quarto millennio.
Se sulla funzione del dolmen vi è sufficiente consenso, più variegate sono le ipotesi sul significato del menhir. Il nome deriva dal bretone men (pietra) e hir(lunga) e la forma di questo monumento preistorico è quella di un parallelepipedo allungato, posto verticalmente sul terreno. In italiano gli si dà anche il nome di “pietra fitta”. A Giurdignano per questi svettanti falli di pietra si immagina una possibile funzione astronomica di orologio solare. Oppure, vista la loro numerosità fuori e dentro la città, la funzione di cippi segnaletici e di indicatori topografici. O ancora luoghi di raduno e signa di vie sacre. E magari stele di pietra che individuano sepolture individuali e di gruppo di particolare rilevanza.