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giovedì, Febbraio 6, 2025

Pugliesi nel mondo. Franco Simone

L’hanno definito poeta con la chitarra, operaio dei sogni, artigiano dell’amore, passeggero delle emozioni, portavoce dei sentimenti, ma lui, Franco Simone, ama soprattutto definirsi “un normale, buon artista pugliese”.

Ci sono artisti che vanno avanti per anni, costruendo carriere consistenti, magari per aver fatto una cosa sola degna di nota. Parliamo di attori da un solo film di successo, cantanti da una sola canzone… Non è il suo caso! Il cantautore pugliese (di Acquarica del Capo, oggi Presicce-Acquarica) continua infaticabilmente a scrivere parole e musiche che puntualmente fanno il giro del mondo. La sua canzone Paesaggio (Paisaje, in spagnolo), per esempio, risulta la canzone italiana attualmente più eseguita in tutta l’America Latina. Nelle varie versioni la canzone ha da tempo superato i 300 milioni di visualizzazioni.

Non ha mai avuto né cercato sponsorizzazioni dai potenti di turno. Il successo è sempre stato la naturale conseguenza del suo talento e del suo lavoro, curato con una passione che è andata crescendo con l’età.

Belle soddisfazioni… Ma, vogliamo parlare in concreto di risultati?

In questo periodo si ama tanto parlare di numeri per definire il valore di chiunque, anche degli artisti. I numeri e i riconoscimenti, per quanto mi riguarda, direi che parlano chiaro.

In effetti sono eclatanti, se messi a confronto con la silenziosa operosità che contraddistingue la sua traiettoria artistica. Quanti i dischi venduti?

Quaranta milioni che si aggiungono ad altri riconoscimenti.

Ne vogliamo ricordare qualcuno?

Due Telegatti di TV Sorrisi e Canzoni, due Gondole d’oro alla Mostra Internazionale di Venezia, un Premio del Paroliere, un Leone d’oro alla carriera al Palazzo del Cinema di Venezia, un Premio alla Carriera al Festival internazionale di Viña del Mar (Cile), assegnato da 130 giornalisti di tutto il mondo, il Gran Premio Europeo della cultura etnico-musicale di Bruxelles, un Globo d’Oro della stampa estera a Roma per la migliore canzone da film. In alcuni Paesi (Argentina, Cile, Corea, Canada) i testi delle sue canzoni vengono studiati nelle scuole.

Autore di composizioni che vanno dal pop alla musica classica, soprattutto per la sua opera rock-sinfonica Stabat Mater, il Presidente Mattarella ha recentemente conferito a Franco Simone il titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti artistici. Niente male direi…

Posso aggiungere che l’Università Internazionale ISFOA mi ha anche assegnato una Laurea ad honorem in Economia e Tecnica della Comunicazione. Recentemente si è aggiunto un altro bel traguardo: l’album “Sarò Franco”, dedicato alle canzoni inedite di Franco Califano, nel quale sono presente non solo come cantante ma anche come autore e come direttore artistico, ha vinto la Targa Tenco nella categoria Album a progetto.

Eppure tutto era cominciato in modo diverso nel “tuo” Salento…

Di me la stampa nazionale aveva già parlato, è vero, ma solo per i miei risultati scolastici. Studiare non era solo un dovere. Ero affamato di conoscenza e di cultura. Le materie preferite, la filosofia, la lingua latina, la letteratura, riempivano le mie giornate e, probabilmente, mi hanno anche insegnato a raccontare poi, da musicista e cantautore, il senso della Bellezza e della Poesia. Presso il Liceo Classico Dante Alighieri di Casarano, alla fine degli anni 60, tutti parlavano di quel ragazzino con i calzoncini corti, timido, riservato, umile, nato in una famiglia povera, ma numerosissima (9 figli), che, stranamente, pur ottenendo risultati straordinari, era contemporaneamente amato dai professori, ma anche dai compagni, grazie alla sua naturale disponibilità ad aiutare chiunque avesse qualche difficoltà nello studio.

In questo senso i racconti dei suoi vecchi compagni di Liceo sono del tutto simili.

In momenti diversi mi hanno definito “poeta, anche da studente” vari attuali professionisti che, da giovanissimi, frequentando lo stesso Liceo Classico, avevano osservato con affetto il mio modo di fare. Parliamo di gente come l’architetto Corrado Cazzato, figura di spicco dell’Ordine degli architetti, dell’illustre cardiologo Franco Pisanò, del dottor Lorenzo Ria, già Presidente della Provincia di Lecce In fondo, si trattava di un altro tipo di popolarità, ma per certi versi con tanti punti in comune con quella da artista: ora, come allora, tutti sottolineano la semplicità, il senso della giustizia, il valore umano, che resta al di sopra di qualunque valore, ieri scolastico, oggi artistico.

Abbiamo già detto del tuo attaccamento alla terra d’origine, la Puglia, eppure, come tu stesso ami ripetere, sei sempre stato a tuo agio ovunque perché “amare la propria terra – come hai detto in più di qualche intervista – è la condizione essenziale per amare anche quella degli altri”.

Avevo cominciato a comporre le prime canzoni con naturalezza, senza alcuna particolare ambizione, come si fosse trattato di pagine di diario. La qualità delle sue composizioni era stata considerata talmente evidente che chiunque, al primo ascolto, mi consigliava di non indugiare e di avventurarmi nella carriera artistica.

Il 2024 è un anno particolarmente significativo per il menestrello salentino.

Oltre al Premio Tenco, proprio quest’anno festeggio un importante anniversario: esattamente 50 anni fa ero sul palco del Festival di Sanremo con Fiume grande, che, lì per lì, passò quasi inosservato, ma, nel tempo, con vari milioni di dischi venduti (un milione e 700mila copie in un solo semestre nel mondo) si è consacrato come il vincitore morale di quell’edizione del Festival.

Nonostante tutto, molto spesso i risultati artistici ottenuti nel mondo da Simone vengono tenuti nell’ombra, forse perché non è facile incasellarlo. La sua poliedricità, la sua stessa straordinaria, salutare inquietudine artistica lo fanno sfuggire ad ogni definizione. E poi si sa che spesso si perdona tutto, ma non la qualità, soprattutto se questa si manifesta a sorpresa, senza che qualcuno possa affermare “L’avevo detto io!”.

La mia storia resta soprattutto legata alle tante sue canzoni di successo. Negli ultimi anni, per il mio naturale amore per le collaborazioni artistiche, ho scritto dei brani che ho poi eseguito con i leggendari Inti Illimani (Pane), con l’inossidabile amica Rita Pavone (Ballando sul prato), con la superstar Myriam Hernández (Ecco-Ternura), con la signora del teatro Donatella Pandimiglio (Acqua e luce), col principe di Ballando con le stelle Paolo Belli (Come gira il mondo), con le due voci più significative delle world-music salentina, Cinzia Marzo (Mani d’amore-Fiu) e Antonio Amato (Fiore di gioventù), col soprano degli Oscar Rita Cammarano (Callas), col rocker Michele Cortese ed il tenore Gianluca Paganelli, nell’opera Stabat Mater.

Abituato a scrivere e ad esibirsi in varie lingue, negli ultimi anni ha scritto lui stesso i testi in spagnolo di grandi canzoni firmate in italiano da nomi mitici (Franco Califano, Umberto Bindi, Giancarlo Bigazzi…)

Chi è andato a vedere ultimamente in teatro Giorgio Panariello nel suo trionfale spettacolo “La favola mia”, avrà notato che l’amatissimo comico toscano chiude la sua esibizione, tra la commozione generale, interpretando proprio uno dei brani più intensi di Simone, L’infinito tra le dita.

Le mie canzoni profumano di atmosfera pugliese, soprattutto adesso che tutti gli arrangiamenti sono curati da un altro pugliese come me, il maestro Alex Zuccaro. Infatti, anche se le collaborazioni spesso sono nate a Miami, a Santiago del Cile, a Buenos Aires o altrove, il principale laboratorio musicale resta per lui quello degli studi di Nardò dell’amico-maestro. E, a proposito di registrazioni, in controtendenza rispetto a chi pubblica una canzone ad ogni morte di Papa, mi piace continuare a sfornare un brano dietro l’altro, un album dietro l’altro.

Non è un caso che per i suoi 50 anni di carriera, festeggiati due anni fa, ha ideato una trilogia di album giocando sul suo nome e cognome. Il primo aveva per titolo Franco… è il nome, il secondo Simone… è il cognome. Ambedue questi album sono arrivati al primo posto, incontestabile, delle classifiche di Amazon Music.

È già quasi pronto anche il terzo album della trilogia, dal titolo Francesco Luigi… all’anagrafe”.

Qualche anticipazione su questo lavoro?

Voci di… corridoio (ma più che veritiere) raccontano che, tra l’altro, ci saranno un duetto con Nandu Popu, il carismatico frontman dei Sud Sound System ed un brano scritto a quattro mani col collega-amico Fausto Leali.

di Vincenzo Sparviero – giornalista

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