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giovedì, Novembre 21, 2024

Roberto Cremascoli architetto italo-portoghese

Roberto Cremascoli, italiano di nascita e portoghese di adozione, è uno degli architetti contemporanei più noti nell’ambito di importanti allestimenti e riprogettazione di musei e parchi archeologici, in Italia e all’estero. Curatore di esposizioni, autore di contributi e saggi in riviste di settore, allievo del grande architetto portoghese Álvaro Siza, dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano è a Porto che decide di impiantare il suo quartier generale, fondando nel 2001 lo studio “COR arquitectos”, insieme a Edison Okumura e Marta Rodrigues.Qui vince concorsi internazionali e progetta grandi opere che il collettivo realizza in Portogallo, Italia, Svizzera e Francia, anche insieme al maestro Siza. Nel 2016 è stato curatore del Padiglione Portoghese alla XV Mostra Internazionale di Architettura nella Biennale di Venezia e del Padiglione Portoghese alla XXI Triennale di Architettura di Milano. Dal 2020 firma progetti importanti per musei e parchi archeologici italiani, come la ristrutturazione dell’Antiquarium di Pompei e il Museo del Foro, a Roma. Quest’anno è stato nominato curatore del Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Architettura di Venezia, incontrando ufficialmente Papa Francesco e collaborando con Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani. In Puglia, lo scorso anno, ha progettato l’allestimento del Grottone di Palazzo Jatta e della mostra Antichi Popoli di Puglia (Castello Svevo di Bari, dicembre 2022- luglio 2023) che ha ricevuto un grande successo di pubblico con oltre 50.000 visitatori.Ma noi abbiamo scoperto il vero asso nella manica dell’architetto italo-portoghese: a quanto pare sole e sangue di Puglia scorrono nelle sue vene!


Architetto, è vero che la sua famiglia ha origini pugliesi?

«Sì! I miei nonni materni erano baresi, nati a Bari e innamorati della loro città. Anche mia mamma è nata a Bari, ma poi da piccolissima si è trasferita a Milano e lì ha messo radici e poi famiglia. Ho ancora molti parenti in Puglia e ogni volta che ci ritroviamo è molto bello per me». 

Quindi lei frequenta la Puglia da bambino! Qual è il luogo a cui è più legato, dove le piace tornare e perché?

«Il mio posto preferito è la Selva di Fasano, dove avevamo una casa di famiglia e ci passavamo l’estate. Mi piace percorrere quella strada tortuosa che poi discende fino al mare di Monopoli, dove andavamo a fare il bagno da bambini con i cugini e ci fermavamo a mangiare la focaccia tutti insieme. Mi piace molto, però, anche la città di Trani con la sua Cattedrale meravigliosa e bianchissima, affacciata sul mare calmo, azzurro come il suo cielo».

Roberto Cremascoli all’incontro del Papa con 200 artisti internazionali per il 50° anniversario dell’inaugurazione della collezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani. (credit. Santa Sede)

Recentemente ha iniziato a occuparsi anche dei musei pugliesi, a partire dall’allestimento del Grottone di Palazzo Jatta, in cui si è trasferita una parte della collezione Jatta, per oltre un anno, in attesa della fine dei lavori di riallestimento del Museo, appena inaugurato. Cosa pensa di questo Museo e della sua storia? 

«Il Palazzo Jatta è un luogo affascinante, con il suo grande giardino e gli appartamenti storici che ho avuto la fortuna di visitare insieme agli eredi della famiglia Jatta. La casa-museo mi sembrava una sorta di Wunderkammer, dove in ogni armadio c’erano oggetti del passato e tesori da riscoprire. Una specie di cassetto dei ricordi da cui abbiamo tratto ispirazione per l’allestimento del Grottone che vedeva alternati vasi del Museo Jatta con oggetti e “ricordi”, appunto, di famiglia.  Mi è piaciuto anche molto lo spirito di Giovanni Jatta senior, fra i personaggi più antichi, che si trasferisce a Napoli e da lì costruisce un capitolo di storia della sua famiglia».

Ci sarà un suo prossimo lavoro in Puglia?

«Certo, più di uno! Prossimo alla fine è il progetto “Follow me”, un km di percorso urbano a Canosa di Puglia, che collegherà 13 luoghi culturali e siti archeologici – in superficie e sotterranei – con l’obiettivo di accogliere sì turisti e visitatori, ma anche di dotare i residenti di una nuova e inedita qualità urbana.  Stiamo anche progettando il lungomare San Cataldo di Lecce, nei pressi del Molo di Adriano, e il Masterplan del Parco archeologico di Ordona».

Se potesse tornare indietro nel tempo, all’epoca degli Antichi Popoli di Puglia e dei Greci di Sparta che fondarono Taranto, in quale delle culture che lei ha contribuito a esporre così bene nella mostra al Castello di Bari, deciderebbe di vivere e di impiantare il suo studio di architettura? 

«Sono molto innamorato di quei bellissimi vasi dipinti di rosa e azzurrino, con tante figurine a rilievo, tipici del nord della Puglia. Andrei a Canosa, quindi, fra i dauni di età ellenistica a progettare ipogei e piazze per la vita di tutti i giorni e quella eterna». 

Il tempo non si può fermare, ma si può rallentare e la lentezza è il tema principale di questo numero. Se potesse avere più tempo, lei che vive fra molte città ed è sempre in viaggio, cosa ne farebbe?

«Grazie per questa domanda, che mi fa riflettere. Cercherei ogni tanto di fermarmi e godermi il tempo di pensare. La conquista del tempo lento è davvero “il” privilegio dell’uomo contemporaneo».

intervista a cura di Daniela Ventrelli

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