di Francesco Paolo Pizzileo
Grottaglie, chi ha detto che la ceramica è roba per uomini?
La storia della ceramica di Grottaglie risale alla notte dei tempi grazie a un territorio ricco di argilla rossa, principale fonte di ricchezza della città.
Dal XVIII secolo fino ai nostri giorni, la lavorazione di questo materiale duttile e plasmabile, estratto nelle cave della cittadina, ha assunto un ruolo funzionale ed estetico, ma anche religioso; ha consentito, inoltre, la nascita nel cuore di Grottaglie di un quartiere di botteghe con forni di cottura e laboratori artistici in cui i maestri artigiani hanno creato manufatti di altissima qualità, unici al mondo e di grande espressività per fregi e colori.
Oggi, l’antica tradizione figulina è portata avanti con successo in particolare dai giovani nei numerosi laboratori artigianali della città, la maggior parte scavati nella roccia tufacea, ambiente ideale per un’adeguata stagionatura dell’argilla.
La ceramica oggi
Che il mondo della ceramica rappresenti una grande occasione per le nuove generazioni, lo testimonia Rosaria Spagnulo, la prima ceramista donna di Grottaglie. Scoprire che la sua famiglia ha fatto la storia della ceramica della città dà la conferma di quanto talento e di quanta creatività la nostra terra possa offrirci.
Rosaria rappresenta la quarta generazione in linea di discendenza di una famiglia di ceramisti la cui produzione è iniziata e documentata fin dalla metà dell’Ottocento. Oggi svolge la sua attività nella storica bottega di famiglia scavata nella grotta naturale della Pinnessa, nella Gravina del Fullonese, nel corso del tempo ampliata con altri ambienti di lavoro più grandi e funzionali.
La sua attività figulina nasce ufficialmente nel 1992 purtroppo in concomitanza con il triste evento della prematura scomparsa del padre Ciro per un male incurabile.
Da allora Rosaria si è assunta la responsabilità di portare avanti la bottega di famiglia, un po’ infrangendo le regole di un mondo declinato al maschile dove le donne dovevano ricoprire soltanto la mansione di decoratrici, perché il ceramista era considerato un mestiere per soli uomini, in quanto gravoso e perciò adatto al fisico maschile.
«Noi siamo tre sorelle – dice – e mio padre ci ha avviato all’attività di famiglia come decoratrici. Ma io, essendo la più piccola e la più ribelle, ho voluto sperimentare delle tecniche diverse e tutte le fasi della produzione che erano state sempre appannaggio esclusivo degli uomini, come lavorare al tornio, fare la smaltatura e posizionare i pezzi nei forni».
Questa sua voglia di mettersi alla prova le ha dato ragione nel corso del tempo. Rosaria ha infatti potuto acquisire la competenza integrale della produzione della ceramica e questo le è servito quando poi ha iniziato a portare avanti da sola la bottega a livello aziendale e soprattutto a confrontarsi con i suoi dipendenti che ha ereditato da suo padre; era, infatti, molto più piccola di loro e aveva meno esperienza e ha dovuto acquisire la professionalità, imparare a lavorare e, nello stesso tempo, dare i compiti nella maniera giusta agli stessi dipendenti più anziani. Non è stato semplice perché vedere una ragazzina a capo di una bottega suscitava una certa diffidenza nei dipendenti e nei fornitori, ma anche nei clienti che, quando si presentava a loro, le chiedevano: «Sì grazie, ma dov’è il titolare? Dov’è suo padre?».
Sin dall’inizio, tuttavia, Rosaria è riuscita ad ottenere fiducia da tutte le parti per il suo savoir-faire e perché la bottega stava iniziando a diventare una solida realtà.
All’inizio era solo lei l’unica donna a portare avanti a Grottaglie una bottega di ceramiche che cercava di rilanciare dal punto di vista commerciale, aspetto che suo padre aveva trascurato per motivi di salute.«Con la ricerca di nuovi sbocchi commerciali ho iniziato ad avviare rapporti di collaborazione con i miei colleghi ceramisti che erano un po’ più avanti nelle vendite all’estero, cosi ho potuto spedire grosse forniture di ceramica in Inghilterra, USA e Giappone».
Tra tradizione, innovazione e arte
Successivamente, Rosaria ha iniziato ad ammodernare e a velocizzare la produzione ed ha investito nelle attrezzature nuove, acquistando forni di ultima generazione, pc e quant’altro utile per una modellatura ottimale della ceramica.
La combinazione fra tradizione e innovazione, le ha dato la possibilità di partecipare ad eventi internazionali, come al Macef di Milano, la fiera che le ha permesso di acquisire molti clienti in Inghilterra e in Francia, cosi ha realizzato i suoi primi container di merce.
«Non mi sono però concentrata – aggiunge – solo sulle produzioni seriali, destinate all’estero. Nell’ambito nazionale ho avviato diverse produzioni di ceramiche destinate alla commercializzazione di prodotti agroalimentari all’estero, come le oliere decorate e i contenitori per alimenti».
Ancora oggi Rosaria serve molti frantoi pugliesi, poiché fa ormai tendenza la bomboniera con olio Evo: per i matrimoni nelle masserie gli sposi amano regalare anche un prodotto del territorio agli ospiti che vengono da fuori regione. Non è stata solo attenta a queste produzioni ma ha sempre voluto affiancare al filone commerciale uno più artistico, più attento a cogliere i valori della tradizione artistica locale.
Grottaglie vanta, infatti, una tradizione figulina millenaria e nell’esposizione di Rosaria ci sono degli oggetti d’arte come le pupe, i pumi, le acquasantiere e le ceramiche da tavola. Gli sposi che scelgono le masserie pugliesi preferiscono regalare il pumo “portafortuna”, come ha fatto di recente la figlia del magnate indiano dell’acciaio Pramod Agarwal, soltanto che lei poteva permettersi di prenderlo d’oro al terzo fuoco!
Con l’avvento dei prodotti cinesi si è registrato un leggero calo delle vendite all’estero ma paradossalmente la bottega di Rosaria Spagnulo ha lavorato un po’ di più perché la Puglia ha avuto una crescita esponenziale dal punto di vista turistico con nuove strutture ricettive; Rosaria ha avviato delle collaborazioni con architetti e designer per rivestimenti in ceramica per interni ed esterni.
«Oggi ho sette dipendenti, in parte sono storici ma ci sono anche dei giovani, oltretutto devo assumere anche una decoratrice. Vista la crescita dell’anno scorso, mi sto strutturando a creare una nuova squadra».
Lavoro di squadra
Rosaria crede ancora molto al lavoro di squadra. Non solo all’interno della sua bottega, ma anche con i colleghi ceramisti di Grottaglie. C’è il marchio Ceramica Artistica Tradizionale (CAT) che tutela la ceramica grottagliese e solo le istituzioni locali possono avvalersi della facoltà di inibire gli altri operatori sparsi per l’Italia e nel mondo a riprodurre i loro pezzi originali. Su questo punto, purtroppo, non è stato fatto abbastanza.
Non si può fare a meno di riflettere con quanta intelligenza e coraggio questa donna, oggi madre di una dolce ragazza, sia riuscita ad accompagnare nel nuovo Millennio un’attività che ha al suo attivo più di un secolo e mezzo di storia. Rosaria Spagnulo è stata di esempio per gli altri maestri ceramisti che erano colleghi ed amici di suo padre che hanno visto in lei la possibilità di avere anche loro un ricambio generazionale al femminile.
«Mi vanto di questo perché da allora – sottolinea – tante botteghe a Grottaglie sono state seguite da donne oppure tante donne dipendenti di altre botteghe hanno avuto il coraggio di iniziare una loro attività. Anzi ora forse a Grottaglie sono di più le donne a seguire questa attività»
Sono passati trent’anni da quel 1992, ma sembra ieri dal grande entusiasmo giovanile che traspare dagli occhi di Rosaria, perché fare il ceramista è un lavoro che appassiona e affascina, un continuo stimolo a fare meglio, a creare oggetti artistici sempre nuovi.
«Io sono molto orgogliosa e felice del mio lavoro. Può sembrare che sono chiusa dieci ore al giorno nella grotta, in un posto isolato, ma in realtà sono nel mondo intero perché ho l’onore di ospitare artisti che qui vengono a realizzare delle opere d’arte. Penso a Silvana Galeone, pittrice di fama mondiale che ha creato nella mia bottega delle opere in ceramica per una mostra a Capri inaugurata da Vittorio Sgarbi; lo scultore Cosimo Giuliani, che produce opere sacre; lo scultore argentino Hermann Mejer, che ha realizzato la famosa statua di Modugno a Polignano a Mare».