Tino Schirinzi, l’attore tarantino che ha lasciato il segno nello spettacolo italiano nel Dopoguerra
Cammino nel cuore del borgo ubertino di Taranto, a due passi dal Ponte Girevole. Mi fermo davanti allo storico palazzo che per decenni ha ospitato il Liceo Classico “Archita” frequentato dallo statista Aldo Moro e dall’attore Tino Schirinzi.
Quest ‘ultimo, fermo restando la grandezza del primo, è forse il meno conosciuto dalle nuove generazioni, eppure Tino ebbe un forte legame con la città dei Due Mari.
Punta di diamante in molti film ed opere teatrali, egli fu l’indimenticabile protagonista del famoso sceneggiato televisivo della RAI sulla vita di Paganini di Dante Guardamagna, realizzato nel 1976.
Nato a Taranto il 12 agosto 1934, Tino, aveva mostrato dall’infanzia il talento di grande attore.
Leggero, istrionico, vigoroso, sanguigno e mediterraneo, con il suo metodo artistico riusciva ad essere anticonvenzionale, originale e unico. Capace di giocare sul palco come un burattino senza fili e, al contempo, di soppesare le pause con pathos, imprimeva alla recitazione un ritmo sincopato ottenendo effetti di grande teatralità e vette di notevole trasfigurazione. Tino, era nato con il mestiere cucito sulla pelle! Anzi, come lui era solito dire, era nato con: “un mestiere costruito sull’acqua”. Ma si sa, la classe non è acqua!
Saranno i fatti a confermare la sua grandezza artistica, una carriera tutta in salita e piena di soddisfazioni. L’attore tarantino non ebbe però una vita facile.
Alla celebrità riscossa in Italia e all’estero, si alternarono avvenimenti che lo marchiarono a fuoco, come la fidanzata che sposò incinta nel Duomo di San Cataldo a Taranto, come i figli nati fragili e ammalati, come gli inquieti amori, come gli alti e bassi della salute personale.
In verità, prima di intraprendere la carriera di attore e registra teatrale, Tino studiò Medicina a Padova e divenne Pediatra.
Il pensiero continuo a Taranto non venne mai meno, vi tornò nei momenti liberi.
Fu proprio negli intrepidi anni universitari che Agostino, per tutti Tino, partito da Taranto, in direzione Padova, per laurearsi medico, si ritrovò a recitare sul palco davanti al pubblico plaudente e così, bis dopo bis, divenne, fra gli anni ’70 e ’90, uno degli attori di più alto livello del teatro italiano, tra i preferiti da Giorgio Strehler.
Riprendo il mio cammino e, sul Lungomare, ancora assorto, concludo che Tino Schirinzi, in ogni momento della sua vita, non ha perduto mai il legame con il mare che io ora vedo, con i gabbiani che ora io sento, con le voci che ora io odo, con gli odori che io ora assaporo; Taranto è stata per lui la culla ispiratrice da cui attingere l’arte, la genuina singolarità, l’immenso talento.
Francesco Paolo Pizzileo
Pubblicato il 26 ottobre 2022 alle ore 17:36