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giovedì, Novembre 21, 2024

Un amore di provincia – Gianni Seviroli

Lecce

 A.A.A. Salve,

ragazza Depressa cerca ragazzo Supersano di Morciano di Leuca, che porti in dote una bella Casarano fornita di tutte le comodità: cisterna, olio e legna.
Meglio ancora se in dote si portano Tri-case, in tal caso naturalmente con Tre-puzzi, delle galline da uova, un paio di Gallipoli, un po’ di Caprarica e qualche Taurisano.
Gradirei anche che il prescelto portasse Maglie di lana e un bel Copertino matrimoniale per l’inverno, oltre che un armadio a Muro.
Per quanto riguarda me, spero di andare a vivere in campagna e respirare aria Sanarica, in un luogo ameno dove i miei giorni Scorrano sereni.
Porto in dote Calimera, la gallina che mi hanno regalato Mori-gino e Lizzanello, due cari amici.
Diciamo che fondamentalmente sono una che si Specchia mentre guida, perché mi si arRuffano i capelli e mi si Squinzano tutti. Ah… se avessi la cappotta!
A parte questo, i prodotti tipici del Salento in casa mia non devono mancare mai, cioè il liquore alle noci, la Nociglia, o il tipico dolce alle mele, il Melendugno, o l’estratto di melissa, il Melissano, o il famoso distillato di giuggiole, il Giuggianello, che di Soleto beviamo prima di lavarci le mani: per questo lo teniamo sul lavandino; gli altri liquori invece li teniamo in Frigole.
Adoro le persone semplici, che Sogliano essere riservate, che non si Spongano pubblicamente: un uomo così lo sposerei di Corsano
A tavola mi accontento di poco: un piatto di Diso e via… e poi evito le serate di Galatone perché sono una tipa casareccia, per cui se mi invitano gli amici, basta che mi Alessano due rape e sono contenta.
Ecco, in realtà un mio desiderio sarebbe andare a mangiare le carpe a Carpignano Salentino o l’alligatore ad Alliste, o il Patù di ricci nel Capo di Leuca, e al ritorno da queste scorribande enogastronomiche, farei le Veglie con i gatti… Mah, vedremo.
Per il resto, ogni Matino vado nei Campi col mio Cavallino Miggiano, tranne il martedì, che vado a Martignano, dove tradizionalmente lavorano persone che guadagnano poco, Guagnano.
Tutte le domeniche parto da Cutrofiano e vado a trovare Carmine a Carmiano, un perito (da poco).
Poi mi piace fare escursioni a Cursi e frequentare la sacrestia di Uggiano la Chiesa.
Spesso vado a fare un Bagnolo a Otranto, oppure in altre Merine dove l’Acquarica è bella fresca, e con l’aiuto di Sannicola, lo sguardo di San Cesario, l’assistenza di San Donato e l’intercessione di San Pietro, dopo il bagno mi riposo sotto un Salice o all’ombra di un gazebo di Cannole.
D’inVernole vado spesso a Neviano, il paese della neve, dove mi Par-abita un certo Leonardo, Nardò per gli amici, al quale tutti dicono: T’aviano mandare fra mele e pigne a Melpignano.
Ogni tanto amo salire su una torre: sul mar Jonio c’è n’è una particolarmente bella ed io su quella Torrevado, e giacché la torre su un colle si trova, io dal Collepasso.
Lo so, è solo un colle, ma a me pare un Montesano, dove volano Lequile (per altro mi sono sempre chiesta… dove Andrano Lequile?); invece altre volte lo stesso colle mi pare uno di quei Monteronialti, aspri e selvaggi come e più d’un Montesardo, che spaventano solo a guardarli… Quindi, siccome ho paura di andarci da sola, con me Porto Cesareo, il mio cardellino, che quando canta fa Seclì.
Non chiedo né orti, né Ortelle; né palme, né Palmariggi, mi accontento di una piccola zolla di terra… un Zollino, e naturalmente di un uomo volenteroso che lo Aradeo, uno di quelli che sus-Surano versi d’amore alle mucche.
In generale amo le visite degli zii; quando viene zio Mario, per esempio, gli corro incontro e grido: Ale-zio Mario, quindi lui allarga le braccia, si sposta e mi fa cadere… Troppa roba! Un vero maestro.
Invece quando viene zia Marta-no, non sono contenta, perché di nascosto va in cerca di tracce di polvere sui soprammobili, per poi raccontarlo in giro! L’altro giorno l’ho denunciata, e per questo mia madre mi ha rimproverata; mi ha detto: Tu-glie le potevi dare un po’ di botte alla zia, ma perché denunciarla? I quindici euro della marca da bollo, chi me li ridà? Va bene le ho risposto, la prossima volta la stroppio.
Come hobby amo la musica, infatti canto con un coro di Corigliano nel TG di Tiggiano.
A proposito di sesso, diciamo che non è fondamentale, purché l’Arnesano soddisfi la mia Galatinaquando è l’ora; non per niente… io la tratto davvero bene, con un Ugento speciale… L’unico inconveniente è che, una volta spalmato, le mani restano un po’ attaccaticce… come dire… Presicce.
Per gli interessati, chiamare il 321. No perditempo. Rispondo solo se una persona è sincera, no a unPoggiardo che chiama per approfittarsi di me.
Né rispondo a chi mi vuole subito portare nella sala buia del cinema Minerva a Minervino; né tantomeno a qualcuno che si presenta con un Botrugno sotto al piede, e che magari parla talmente tanto che gli si forma la bava tutto intorno alle labbra, e in gola quella specie di Racale che non si può sentire, e che appena lo vedi, L’ecce homo ti esce dal cuore.
E non prendo neanche in considerazione quelli di Giurdignano, perché giurano troppo, né i proprietari di barche, perché s’inGagliano spesso.
Non sia mai, infine che si presenti un folle che mi urla “Se non mi sposi mi Castro”, come è d’uso a Castrì, a Castrignano dei Greci e a Castrignano del Capo.
Sì, lo so, parecchi lettori penseranno che questo annuncio è a Surbo, ma con l’intercessione di Santa Cesarea e di San Cassiano, credo e spero che tutti gli increduli si Leverano subito… dai, cogli un fiore se sei triste.
Scusate ma quello che penso lo devo esternare: sono Sternatia.
Se non sono stata chiara, prego di leggere di Novoli il mio annuncio, mentre io mi pongo in speranzosa attesa di contatto fisico con il mio amore di provincia.

 Bari

 A.A.A. Salve,

brava ragazza di nome Adelfia, ex impiegata ai Monopoli di stato, attualmente Castellana a Putignano, cerca Giovinazzo non tonto né Bitonto, garbato e Valenzano, che abbia il Capurso sulla testa e cammini Toritto sulla schiena.
In altre parole cerco un giovane a Corato, di settantasette anni al massimo, che con l’aiuto di Sammichele mi sappia fare felice.
Poi è importante che non Bari al gioco e principalmente che mi rispetti, non chiedendomi già al primo incontro di appartarmi con lui dietro a un Ruvo di Puglia o sotto un albero di Noci, altrimenti quanto è vero Santeramo, chiamo certi amici che lo pigliano, lo Triggiano e lo Rutigliano bene bene; oppure lo faccio spedire in una Cellamare; o ancor peggio posso farlo legare a un Palo del Colle, e questa sarebbe una cosa davvero Gravina.
Tornando ai miei desideri, vorrei essere accompagnata a Mola di Bari per curare un molare, magari passando da Putignano e a Noicattaro per il carnevale.
Se l’uomo che sceglierò si chiama Salvatore, lo chiamerò Turi, in onore di un mio lontano zio che abita dietro casa, grande collezionista di camicie di forza.
Relativamente alla dote, il mio prescelto deve disporre di una Casamassima, tutta circondata da Altamura, possibilmente in un bel luogo sereno, non spigoloso, un Locorotondo dove si possa sentire il respiro della valle e la Gioia del Colle, con tante siepi colorate e qualche Alberobello qua e là.
Alternativamente andrebbe bene anche una casa più piccola, un Bitetto in collina o su un colle pieno di orsacchiotti, un Poggiorsini, dove si possa bere Acquaviva delle Fonti anche dal ru-Binetto di casa. L’importante è che le stanze non siano umide, se no negli angoli del soffitto si forma quella Molfetta che non si toglie neanche se viene Sannicandro.
Riguardo alla vita sociale, non c’è niente di più divertente per me che avere amici e parenti a casa la sera, ogni due-tre anni; è bello osservarli mentre Conversano amabilmente; e poi tutti insieme a vedere la nazionale di Cassano e a cantare le canzoni di Modugno… che bello!
Io amo cucinare, anche se non l’ho mai fatto per via del diabete Mellitto; comunque la mia specialità sono i Terlizzi alle Cozze con la Molignana fritta per primo e il Polignano a Mare al forno per secondo, da accompagnare con un Triggianello rosso.
Ma chiudo questo Capitolo perché non voglio che il mio annuncio appaia trito e Bitritto, e se così fosse me ne scuso con un Grumo di pianto in gola, ponendomi al contempo in fervente attesa di contatto fisico con il mio amore di provincia.

 Taranto

A.A.A. Salve,

devota ragazza di nome Avetrana, cerca un Crispiano che voglia sposarla.
Certamente l’uomo che cerco non deve essere un Monaco Mirante né un Monacizzo, e neanche si presenti un ragazzetto, un Carosino che magari va a caccia di lepri, un Leporano, perché rischia di restare all’asciutto, quant’è vero San Giorgio!
La mia nonna materna si chiamava Gina, ed essendo io Laterza nipote, mi hanno chiamata Ginosa; Martina Franca sono i nomi delle mie sorelle gemelle.
La nonna paterna invece si chiamava Sconsolata Addolorata Vincenzina Abbondanza, ma per noi è sempre stata nonna Sava, dalle iniziali dei nomi.
L’uomo che sceglierò deve portare in dote una Torricella da dove si veda il Maruggio, così mi godo il panorama… Ho sempre sognato di fare una vita da Castellaneta.
In realtà sono cresciuta in una masseria, sono una Massafra col pallino della cucina.
Amo cucinare la selvaggina, e il mio piatto forte è il Palagiano al forno macerato nel San Marzano per sette mesi. Poi mi viene molto bene il Faggiano alla cacciatora tuffato in vino rosso Palagianello… Hm… Ma anche la Mottola in brodo la faccio da capogiro; l’altro ieri sera a cena mi sono superata: l’ho preparata per degli amici e dopo il primo assaggio sono morti tutti.
Tornando al mio annuncio, l’importante è che l’uomo che si presenterà non mi porti a vivere in una Roccaforzata nel cuore di Taranto, perché a un tipo così glielo dico subito: Statte a casa tua e non ti fare vedere che già mi Pulsano le vene e mi sento la mandibola dura, la Manduria.
Né tantomeno desidererei andare a vivere in delle Grottaglie ai piedi del Monteiasi, Fra-gagnanoe Lizzano, dove pascolano dei Lama, né tantomeno su un monte: se poi resto vedova, sul Monte-me-sola… che ci faccio? Come niente arrivano dei banditi che sul Monte-parano e io… Mah… È meglio non pensare oltre a queste brutte evenienze, quindi chiudo qui e mi pongo in dolce attesa di contatto fisico con il mio amore di provincia.

Gianni Seviroli

Pubblicato il 17 ottobre 2022 alle ore 10:58

 

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