da “Puglia tutto l’anno” aprile 2020
Unicità dei luoghi, prodotti innovativi e diversificati, sostenibilità e responsabilità sociale
Il Turismo è un settore strategico e di primaria importanza per l’economia pugliese. Un settore in crescita, che ha dato grande soddisfazioni, soprattutto per quanto attiene immagine e reputazione. Anche i numeri degli arrivi e delle presenze turistiche, soprattutto straniere. I dati forniti dall’Osservatorio regionale del turismo di Puglia Promozione, per il periodo 2018-2019, delineano un quadro decisamente positivo, a cominciare dagli arrivi, giunti a quota 4.2 milioni (+4% rispetto al 2018). Ben 15,5 milioni le presenze (+2%), 1,2 milioni gli arrivi dall’estero (+11,5%), 3,8 milioni i pernottamenti internazionali (+8%). Incrementi decisamente più leggeri sul fronte domestico con 3 milioni di arrivi nazionali (+1%), 11 milioni di pernottamenti di italiani (+0,1%), 3,7 notti di permanenza media.
La Puglia si dimostra sempre più un brand conosciuto all’estero: nel 2019 il tasso d’internazionalizzazione ha raggiunto il 28% per gli arrivi e il 25% per le presenze/pernottamenti. Rispetto al 2015 il tasso dell’incoming è cresciuto di ben 7 punti percentuali. Gli stranieri scelgono la Puglia soprattutto a luglio (18% sul totale annuo) e settembre (17%), mostrando un trend tendenzialmente equidistribuito nei mesi da maggio a ottobre.
In termini di crescita agosto ha registrato l’8% in più degli arrivi (60mila), ottobre l’11% in più (30mila), aprile il 7% in più (20mila), maggio il 5% in più (18mila), rispetto al 2018. Tra i mercati più presenti ci sono Germania (22%), Francia (14%), Regno Unito e Svizzera (8%), Paesi Bassi (6%), Usa e Belgio (5%), Polonia, Austria, Russia e Spagna (3%), Australia, Romania e Rep. Ceca (2%). Dal punto di vista economico, il turismo in Puglia impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali (12,3% sui consumi totali), 9 miliardi in termini di valore aggiunto (13,6% del totale), 135.000 addetti (15,4% del totale) direttamente e indirettamente coinvolti nella filiera turistica formata da 52.000 imprese (il 38% del totale). Il turista arriva in Puglia per provare esperienze uniche, in particolare enogastronomiche e naturalistiche: in questo caso la Puglia si posiziona terza dopo Toscana e Veneto. Ma anche il binomio turismo e cultura è vincente: la Puglia custodisce un ricco tesoro artistico-culturale che viene costantemente valorizzato e promosso dalle politiche regionali che punta a mettere in campo prodotti turistici diversificati e innovativi: poli museali, paesaggi e borghi, i 5 beni Unesco, tradizioni rurali, percorsi ciclo-turistici, cammini, enogastronomia, turismo congressuale e wedding.
Ma quali le ragioni del successo?
Il target per il quale stiamo lavorando da anni, ed il turismo che da anni oramai con modalità costanti e non spot sta dando soddisfazione, è proprio un turismo di territorio, un turismo che si nutre dei respiri che il territorio esprime, che considera gli anelli di una bellissima collana che dovrà però essere armoniosa ma anche funzionale ed efficiente. Valorizzazione delle risorse ambientali, culturali, identitarie, materiali ed immateriali: bellezza, unicità, integrazione. Ma anche e soprattutto un settore che viene considerato, “tessuto connettivo di molteplici altre attività economiche che possono dare slancio ad un territorio obbligato innanzitutto a proteggere ambiente paesaggio e puntare sulla cultura…, agroalimentare…, artigianato…, stile…, innovazione…, con modalità sistemiche…”. Una sorta di meta settore, vocazione naturale, sembrerebbe, del territorio, grazie anche alla risorsa, al di sopra di qualunque altra, che è quella dei beni culturali, materiali e immateriali, che fanno dell’Italia il Paese più ricco al mondo (sicuramente di beni Unesco) o tra i più ricchi al mondo, tracciando così un legame stretto, inevitabilmente, tra turismo, cultura e territorio. Unicità e la bellezza dei luoghi, dei nostri borghi, delle nostre campagne, delle nostre coste, sono quindi elemento fondante del futuro economico. Una programmazione che va nella direzione della sostenibilità e della responsabilità sociale, nel rispetto del paesaggio naturale ed urbano, del capitale umano, ed in cui il territorio ritorna ed essere centrale nella produzione di ricchezza e di vantaggi competitivi sostenibili nel tempo: una sorta di antidoto ai non luoghi dell’imperante omogeneizzazione culturale. Un settore però che ha evidenziato le sue maggiori criticità per quanto attiene qualità dell’offerta, dei servizi e più complessivamente qualità dei sistemi territoriali.
Ed è questa la nuova sfida che la Regione Puglia con il piano strategico e con la nuova programmazione ha voluto cogliere: valorizzazione delle risorse territoriali, ma anche costruzione di prodotti di qualità, efficaci, efficienti e competitivi. Gli asset di un progetto che, dalla valorizzazione delle risorse territoriali, dalla rimozione dello svantaggio, delle diseconomie esterne derivanti da carenze materiali ed immateriali, sa di dover passare alla creazione del vantaggio competitivo, alla creazione del sistema turistico capace di offrire prodotti turistici efficienti, razionali, trasparenti, in grado di competere con altri sistemi, con altre destinazioni, lavorando sulla qualità dei sistemi territoriali.
È con questi obiettivi che il turismo è divenuto un asset strategico in Europa, con il trattato di Lisbona e con la Comunicazione Com 2010 2020 della Commissione Europea “Strategia Europa 2020”, che delinea proprio la necessità di conciliare crescita economica con la sostenibilità ambientale e la dimensione etica e che pensa ad un’occasione per creare coesione territoriale e sociale e aiutando e sostenendo anche le aree rurali.
Ed è questo il turismo che vogliamo, in Puglia: uno strumento di miglioramento della qualità della vita, di equità sociale, attraverso le rimozioni delle diseconomie esterne, delle disfunzionalità di un territorio, condizione necessaria per rimuovere uno svantaggio e per creare inclusione e coesione sociale. Il turismo per il quale abbiamo lavorato, da anni, consapevoli che bellezza, qualità e autenticità facciano la differenza.
di Stefania Mandurino