“L’unica Spada che porta la pace”: parola di don Antonio Murrone, parroco di San Massimiliano Kolbe, la chiesa di Lecce che sabato e domenica prossima ospiterà la Peregrinatio della Statua e della Spada di San Michele, in arrivo direttamente dalla Basilica Santuario di Monte Sant’Angelo.
Il programma dei due giorni: sabato 18 marzo è riservato all’accoglienza e all’incontro per le famiglie (ore 16), mentre alle 17 si reciterà la Coroncina angelica e alle 18 si terrà la celebrazione eucaristica presieduta da Padre Marco Arciszewski della comunità dei Padri Micaeliti che reggono la Basilica di Monte Sant’Angelo. A seguire l’offerta della cera per la Basilica dalla parrocchia di San Michele Arcangelo di Trepuzzi, alla presenza del Parroco don Emanuele Riezzo, e l’atto di consacrazione e benedizione con la Spada; alle 19 l’adorazione eucaristica e le confessioni. Domenica 19 marzo, invece in programma la visita dell’Arcivescovo di Lecce monsignor Michele Seccia, alle 8.30 la prima celebrazione eucaristica, alle 10.30 la seconda alla presenza di autorità civili e militari dei papà e di quanti portano il nome di Michele, Gabriele e Raffaele. A seguire la preghiera dei paracadutisti, di cui San Michele è protettore, e l’atto di consacrazione all’Arcangelo, la cui effigie, insieme alla Spada, ripartirà per Monte Sant’Angelo alla fine della cerimonia.
Un luogo unico al mondo: non a caso quella di Monte Sant’Angelo viene definita “Celeste Basilica”, non consacrata da mani umane ma direttamente dall’Arcangelo, che lì apparve per ben tre volte tra la fine del V e l’inizio del VI secolo dopo Cristo, come testimonia il “Liber de apparitione sancti Michaelis in Monte Gargano”: “Io sono l’Arcangelo Michele, e sono sempre alla presenza di Dio”, annunciò l’Arcangelo apparendo in sogno al vescovo Lorenzo di Maiorano. “La grotta è a me sacra ed Io l’ho scelta. Non ci sarà più spargimento di sangue di animali. Dove si apre la roccia il peccato dell’uomo potrebbe essere perdonato. Ciò che è stato richiesto in preghiera sarà concesso. Perciò risalite la montagna e consacrate la grotta al culto cristiano”. La quarta apparizione riguardò invece Papa Gregorio Magno (590-604), cui San Michele Arcangelo apparve in sogno sopra la Mole Adriana nell’atto di rinfoderare la spada: un gesto che annunciava la fine della peste che funestava Roma. Per ricordare quel miracolo, Papa Gregorio Magno cambiò il nome del mausoleo di Adriano in Castel Sant’Angelo, nome giunto fino ai giorni nostri insieme alla statua – l’Arcangelo che ripone la spada nel fodero – che domina la Città Eterna dalla sommità dell’edificio.
Comunicato Stampa