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sabato, Novembre 23, 2024

 Ambiente: uno sguardo gianico tra il dire e il fare

I nostri ragazzi sembrano oggi molto più sensibili ai problemi ambientali di quanto non lo fossero un po’ di tempo fa.

Leggendo le tracce che periodicamente i nostri docenti assegnano ai propri alunni, osservando i prodotti realizzati, PowerPoint, video, cartelloni, mostre di lavori con materiali riciclati, conferenze, prove di Debate, olimpiadi di hackathon, veramente restiamo stupiti da tanto fervore e da tanto interesse.  Consideriamo poi l’impegno,la creatività  dei docenti nel fare propri i goal più significativi dell’Agenda 2030 quali i cambiamenti climatici, il degrado dell’ambiente. Organizzano eventi, dibattiti, interviste per promuovere nei piccoli e grandi studenti una sensibilizzazione adeguata al problema e per assumere comportamenti responsabili e coerenti.  SI sforzano per rendere attraenti le lezioni, coinvolgenti i laboratori per sviluppare le capacità di tipo operativo ed euristico, per portare tutti al raggiungimento delle competenze, delle famose life skills come siamo ormai abituati a denominarle su indicazione dell’OMS, delle nostre Indicazioni Nazionali, del consiglio d’Europa con le Raccomandazioni del 2006 e del 2018. E i dirigenti scolastici non sono da meno! Quanto lavoro di negoziazione, di persuasione per stringere patti di corresponsabilità, accordi di programma, convenzioni con enti di ricerca, Università, associazioni di volontariato, accordi con gli Enti locali, un capillare lavoro di reti dalle piccole alle max che inglobano anche paesi della comunità europea ed oltre. Uno sforzo immane.

E le famiglie? chiedono di tutto e di Tutto di più: edifici innovativi, sicuri, riscaldati, raffreddati a seconda delle stagioni; “istruzione di qualità” connotandola di sport, danza, cinese, arabo, giapponese, si, ma senza esagerare nell’impegno! meglio l’aerobica, le attività antistress; tempo pieno, no meglio il tempo lungo, anzi il tempo corto. Classi con compagni bravi e ben educati, lontano per carità da   bulletti e perditempo ……Partecipano alle manifestazioni scolastiche dei figli che sfilano con tanto di slogan: No allo smog, No al degrado, No ai cambiamenti climatici, No alla desertificazione delle nostre campagne incolte, abbandonate.

 È un paese maturo il nostro dove ognuno fa la sua parte? Che succede realmente? Qual è il rovescio della medaglia?

Forma e sostanza non vanno di pari passo; teoria e pratica parlano linguaggi diversi, contrapposti, il dire diverge completamente dal fare. Ipocrisia oppure cambio di prospettiva tra vecchie e nuove generazioni. Contraddizioni nei processi comunicativi o più semplicemente nei significati di buona parte del lessico in uso.

I termini di scuola, cultura, impegno, istruzione, inclusione hanno assunto tra le generazioni significati diversi! Abbiamo accennato all’istruzione.

Prendiamo per esempio il termine cultura.

Per tradizione cultura è studio, conoscenza, comprensione, analisi delle opere rappresentative del genio artistico e culturale e ancora ricerca, dura ricerca, sperimentazione, disciplina, rigore metodologico, “pensiero complesso”, impegno, passione.

Per i nostri giovani, viceversa, cultura è vita, sentimento, conoscenza diretta di posti e luoghi, persone e cose, esperienze da non rimandare a domani, ma da vivere oggi; scoprire il mondo, trovare da sé le risposte ai grandi problemi esistenziali.

Ora e subito, senza averne gli strumenti, oppure vivendo il mondo virtuale dei social, dove tutto diventa possibile e immediato, senza progettualità, senza capacità di rimandare al fine di acquisire una formazione cognitiva, affettiva, emozionale adeguata a prevedere, organizzare, valutare pensieri e comportamenti.

Di conseguenza la scuola diventa noia, insofferenza, impegno immotivato senza senso, fatica inutile.

Il nostro paese sempre più vecchio e stanco non trova giovani disponibili a spendersi nel mondo del lavoro, delle professioni che richiedono apprendistato vero e responsabile nei diversi settori di produzione a partire dalla vocazione del nostro straordinario territorio. Si anela un’istruzione che ci tenga lontano da fatiche e sudori, una

istruzione “riflettore” epidermica, copia e incolla, compatibile con una vita irreale e virtuale.

Le famiglie fanno fatica ad indossare l’abito scomodo degli educatori e quello ancora più scomodo di genitori. Delegano disorientati e sfiduciati e quando le risposte li trovano impreparati a guardare al di là dei reali   e sovente sconosciuti bisogni educativi dei figli, e si fermano al voto, alla promozione, cambiano strada: scuola diversa, privata o la nuova moda dell’“istruzione domiciliare”.

Manca il senso di appartenenza ad una storia, la condivisione ad un progetto di vita e del mondo per cui valga la pena di lottare insieme. Manca la coerenza tra ciò che conosciamo come necessario per la nostra stessa sopravvivenza e i privilegi di comodità acquisiti a cui non sappiamo e non vogliamo più rinunciare. Individualismo e irrazionalismo sembrano dominare buona parte dell’umanità.

Preg.mo assessore Sebastiano Leo , lei che riveste ormai da tanti anni il difficile ruolo  di amministratore, impegnato a valorizzare scuola e territorio come si può oggi, uscendo dall’ipocrisia tra il dire (tanto! ) e il fare (poco!)aiutare  i giovani, la scuola e le famiglie a contrastare questo cammino gianico, bifronte, contraddittorio, per condividere la strada dell’impegno, delle scelte oculate, della “razionalità riflessiva” per salvaguardare il nostro Pianeta a cominciare da ciò che è dietro l’angolo delle  nostre aule, delle nostre famiglie, del nostro bellissimo ma tormentato territorio .

Prof.ssa Filomena Giannelli

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