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mercoledì, Febbraio 5, 2025

La Puglia dei Congressi: Ematologia.

La Puglia si conferma come meta turistica sempre più ambita a livello internazionale, ma anche riferimento strategico per il Forum G7 e luogo di Convegni e Seminari nazionali in branche diverse, dalla enogastronomia alla ricerca e aggiornamento professionale, di categorie diverse e, nella medicina, a tante diverse specialità. 

L’8 e 9 novembre all’Hilton Garden Inn di Lecce si è tenuto il convegno Attualità in Ematologia, organizzato dal dott. Nicola Di Renzo, direttore della UO di Ematologia e Trapianto di cellule staminali della ASL di Lecce.


 Quali novità avete presentato?

 Il meeting giunto alla sua quinta edizione e con cadenza biennale ha da sempre avuto la finalità di fare il punto sulle innovazioni in campo ematologico, sia dal punto di vista delle conoscenze biologiche che di quelle diagnostico-terapeutiche. La cadenza biennale ci dà l’opportunità di poter selezionare gli argomenti che hanno avuto il maggior impatto nella gestione del paziente ematologico. Nel corso delle due giornate sono stati definiti gli algoritmi terapeutici di diverse malattie sulla base dei nuovi farmaci che sono stati sviluppati e resi disponibili dal Sistema Sanitario Nazionale e Regionale. Tra gli altri quelli per il Paziente anziano o unfit con Linfoma di Hodgkin, Mieloma Multiplo o Leucemia Linfatica Cronica. Vi è stata una sessione dedicata al trapianto allogenico di cellule staminali nel corso della quale si è definito quali tra i pazienti con Leucemia acuta mieloide (LMA) o linfoblastica acuta (LLA) devono essere trapiantati nel 2024. Si è parlato di malattie molto rare e spesso poco conosciute, quali la Malattia di Gaucher e ASMD (deficit di sfingomielinasi acida), la BPDCN (Leucemia plasmacellulare a cellule dendritiche) o la Leucemia a cellule cappellute (HCL). Dal 2022 ad oggi sono state rese disponibili anche in Puglia immunoterapie o terapie cellulari come gli anticorpi bispecifici o le CAR-T (Chimeric Antigen Cell Receptor T) per il trattamento di pazienti con Linfoma non Hodgkin, LLA e Mieloma multiplo.

NicolaDi Renzo

Gli anticorpi bispecifici sono delle immunoglobuline ingegnerizzate in grado di legarsi da una parte alla cellula tumorale e dall’altro ad un linfocita il quale attraverso la liberazione di sostanze porta a morte la cellula tumorale.

Le CAR-T sono i linfociti del paziente che vengono ingegnerizzate per esprimere un antigene presente sulle cellule tumorale, poi vengono espanse in vitro e reinfuse al paziente. Queste cellule si sono dimostrate in grado di curare Pazienti che erano risultati refrattari a tutte le terapie e per i quali non vi erano opportunità terapeutiche.

Il Prof. Michele Cavo, dell’Università di Bologna, nonché uno dei maggiori esperti a livello mondiale di Mieloma Multiplo ha tenuto una lettura sul ruolo degli anticorpi bispecifici e CAR-Tdefinendo anche quelli che potranno essere gli sviluppi futuri.

Le nuove indicazioni delle CAR-T è stato l’argomento della lettura del Prof. Paolo Corradini, Presidente della Società Italiana di Ematologia (SIE) nonché Direttore dell’Ematologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Il Prof. Pierluigi Zinzani, direttore della Cattedra di Ematologia dell’Università di Bologna nonché esperto a livello mondiale di Linfomi di Hodgkin e non Hodgkin ha presentato i dati preliminari di numerosi studi che impiegano diversi nuovi farmaci da soli o in combinazione con altri farmaci nel trattamento di malattie molto difficili da trattare come sono i Linfomi cutanei primitivi.

Quale è la realtà alla ASL di Lecce?

L’ematologia di Lecce, nata nel 2006, oggi rappresenta un punto di riferimento qualificato per i cittadini della provincia di Lecce e non solo, ed è in grado di offrire ai pazienti che si rivolgono a noi quasi tutto quello che la medicina mette a disposizione sotto il profilo diagnostico e terapeutico. Avere un Laboratorio Specialistico di Ematologia (LSE) autonomo e non condiviso, ci consente di poter fare la diagnosi di leucemia o mieloma o mielodisplasie in tempi rapidi, nell’ordine di poche ore. Oggi, nell’era della “medicina di precisione” è indispensabile la profilazione molecolare delle malattie sia per poter fare una corretta diagnosi e sia per il monitoraggio della risposta terapeutica. La presenza nel laboratorio della citofluorimetria, della citogenetica e della biologia molecolare ci consente di fare tutto ciò dal punto di vista diagnostico. Sotto il profilo assistenziale siamo dotati di 16 posti letto per la degenza ordinaria e di otto ambulatori specialistici dove vengono diagnosticate e trattate tutte quelle patologie o quei Pazienti che non necessitano di un ricovero nel reparto di degenza ordinaria o che fanno procedure terapeutiche come il trapianto autologo o allogenico di cellule staminali. Ogni ambulatorio si occupa di un gruppo definito di malattie e sono gestiti da colleghi che sono degli iperspecialisti in quel settore. Questa organizzazione consente di dare competenza scientifica e continuità assistenziale necessaria e molto apprezzata dai Pazienti.

Prima dicevo che avevamo quasi tutto. Quello che ancora manca è l’acquisizione di nuove tecnologie per la diagnostica molecolare più avanzata, il Sanger e l’NGS (Next Generation Seqhensing). Mentre è di prossima attivazione la nuova Unità Trapianti dotata di 5 stanze a bassa carica microbica dove ricoverare i Pazienti che devono essere sottoposti a trapianto di cellule staminali.

L’ultima cosa che pensiamo di attivare a breve è la possibilità di poter fase gli studi clinici di fase I, cioè quelli studi che definiscono la dose e la tossicità di nuove molecole nei quali vengono arruolati Pazienti che non hanno altre opzioni terapeutiche disponibili; ciò consentirebbe ad alcuni pazienti di accedere a molecole alle quali altrimenti non potrebbero accedere. Oggi l’Ematologia di Lecce partecipa a numerosi studi clinici in varie patologie. Dalla sua attivazione ad oggi sono stati attivati oltre trecento trials clinici che hanno arruolato circa 2.000 pazienti. Questo è stato reso possibile grazie alla presenza di un Trial Office con due Data Manager che gestiscono questi studi clinici.

Quale è il flusso di pazienti e da dove provengono?

I Pazienti provengono principalmente dalla provincia di Lecce anche se vi è circa il 10% dei Pazienti che proviene dalle altre province pugliesi.

Si riesce a trattare le diverse patologie ematologiche in loco o è necessario talvolta trasferire in altra sede i nostri pazienti?

Come già detto in precedenza attualmente siamo in grado di trattare tutte le patologie ematologiche e di offrire tutte le opzioni terapeutiche disponibili ad eccezione delle CAR-T che saranno possibili a breve, non appena attiviamo la sezione trapianti.

Con quali cliniche siete in contatto e mantenete una costante collaborazione?

Non abbiamo la necessità di un collegamento strutturato con altre cliniche perché  siamo in grado di offrire quasi tutte le opzioni terapeutiche. Per i pazienti che hanno bisogno di CAR-T questi sono riferiti ai centri ematologici pugliesi che possono erogare queste terapie. Noi lo saremo sicuramente a breve.

Quale è la capacità della ricerca nella nostra Regione?

Bisogna distinguere tra ricerca di base e la ricerca clinica. La ricerca di base è una prerogativa dell’Accademia e cioè dell’università e non dei reparti di Ematologia la cui mission è quella di curare i Pazienti, al meglio delle conoscenze scientifiche. Ciononostante, quasi tutte le UU.OO. di Ematologia pugliesi partecipano a studi di ricerca clinica su nuovi farmaci o nuove strategie terapeutiche.

Il SSN è in difficoltà. E i SSR del meridione ancor di più. Quello pugliese resiste. Ce la farà a sostenere la domanda sempre crescente di salute, con risorse sempre più esigue?

Ritengo che i periodi di crisi costituiscono delle ottime opportunità per definire ed attivare modelli organizzativi innovativi. Oggi anche in un contesto di scarse risorse umane ed economiche il SS regionale ancora tiene grazie allo sforzo che fa tutto il personale sanitario medico e non. Tuttavia esistono tecnologie che potrebbero aiutare a costruire modelli organizzativi più efficienti liberando risorse da dedicare esclusivamente all’assistenza. Il DM 77 prevede la medicina di prossimità, la telemedicina, la televisita o il teleconsulto, le case e gli ospedali di comunità. Tutto ciò dal punto di vista teorico è straordinario ma la messa a sistema di tutto questo necessita della collaborazione di tutti gli attori: specialisti ospedalieri, MMG, DSS, riabilitazione, cure palliative, assistenti sociali, etc..

Quali sono le vostre esigenze?

Direi che oggi quello che ci manca è il personale non medico, soprattutto OSS indispensabili in un reparto ad elevato carico assistenziale qual è il Paziente ematologico.

Quali sono le sue proposte?

Parlando in senso generale direi che nella sanità pubblica sarebbe necessario ridurre, e non di poco, l’iter burocratico per l’acquisizione di tecnologie o la riqualificazione di alcune strutture. Solo per fare un esempio, se io chiedo oggi un apparecchio che è al momento top di gamma e quella richiesta per essere evasa impiega due anni, è chiaro che non riceverò un apparecchio top di gamma ma qualcosa che sarà già superato e pertanto meno efficiente di quello che in quel momento offre il mercato.

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