1. Quali consigli si sente di dare ai ragazzi che ritornano a scuola?
È importante far riabituare i propri figli agli orari soliti del periodo scolastico e fargli fare qualche compito poco prima del rientro a scuola per fargli riacquistare la concentrazione. Provare un po’ d’ansia per il primo giorno di scuola è normale: i genitori dovrebbero cercare di tranquillizzare i propri figli, è importante non trasmettergli ansia e preoccupazioni perché per loro i genitori sono il loro punto di riferimento. Fargli capire che provare ansia all’inizio è normale, magari raccontando loro le proprie esperienze ed emozioni vissute quando essi erano piccoli o utilizzando metafore per esempio attraverso una favola che riguardi questa situazione emotiva. Portare poi l’attenzione del bambino sulla possibilità di fare nuove amicizie, di imparare cose nuove per cercare di trasformare la paura in curiosità. È importante, quindi, trovare la chiave giusta per affrontare nel modo migliore “questo passaggio nuovo”, che ogni anno il mese di settembre segna, così da non sentirsi sopraffatti e disorientati – chi più o chi meno – in relazione all’età e al grado di Scuola intrapreso.
2. Quali sono le precauzioni che le famiglie devono prendere e che i ragazzi devono mantenere, per evitare nuove ondate pandemiche?
Settembre e il nuovo anno scolastico sono ormai alle porte, con l’obiettivo della didattica in presenza al 100%, per tutti gli studenti. Ma in alcuni casi il ricorso alla Dad non è del tutto escluso. Le precauzioni sulle misure anti-Covid per la ripartenza in sicurezza della scuola vanno dal corretto
Utilizzo delle MASCHERINE – Dai sei anni in su è obbligatorio l’uso di mascherine chirurgiche anche al banco. Nelle scuole materne le useranno soltanto gli insegnanti. Nelle classi in cui ci sono studenti non udenti si useranno mascherine trasparenti. Previsto anche per quest’anno che le scuole distribuiscano mascherine chirurgiche per gli studenti e per il personale.
DISTANZIAMENTO – La distanza di un metro non è più obbligatoria ma soltanto raccomandata. Dove non ci sia sufficiente spazio, si può derogare purché si mantengano le altre misure sanitarie. Tra banco e cattedra è previsto un distanziamento di due metri ove possibile.
RICAMBIO D’ARIA – Il ministero consiglia di tenere le finestre aperte. Alcune scuole si sono dotate di apparecchi filtranti, ma l’iniziativa è lasciata ai singoli istituti. Il governo ha stanziato dei fondi.
INGRESSO E USCITA – Sono previsti turni differenziati di entrata e uscita per evitare assembramenti negli istituti e sui mezzi pubblici. La temperatura corporea non sarà misurata all’ingresso, ma a casa prima di recarsi a scuola. Un solo genitore può accompagnare il figlio davanti alla scuola. Gli ingressi devono essere ridotti al minimo.
3. La vaccinazione anticovid porta all’ottenimento del green pass, obbligatorio per il personale scolastico, presidi, docenti, impiegati, collaboratori. Ma nessuno è esonerato dal seguire le precauzioni: le mascherine sono obbligatorie per tutti, dai 6 anni in su e nelle palestre dove si può stare senza è obbligatorio mantenere 2 metri di distanza. Quali saranno le difficoltà? Come superarle?
GREEN PASS – Il certificato verde è obbligatorio per tutti coloro che entrano nelle scuole. Chi non è vaccinato o non è guarito dal Covid o non ha l’esenzione dal vaccino deve sottoporsi a tampone, a sue spese, ogni 48 ore e questo sta creando non pochi problemi. Il governo sta cercando di dare delle risposte sia sulla gratuità del tampone sia sull’obbligatorietà della vaccinazione.
I CONTROLLI – Il preside o un suo delegato, secondo le norme attuali, dovranno controllare ogni giorno il green pass ma il ministero e il garante della Privacy stanno lavorando per trovare una soluzione più agevole.
DOCENTI SENZA GREEN PASS – Gli insegnanti senza green pass dal primo settembre al 31 dicembre non potranno accedere agli istituti. E se non dovessero provvedere entro quattro giorni verrebbero sospesi dall’incarico e resterebbero senza stipendio. Un supplente potrà essere chiamato soltanto a partire dal quinto giorno di assenza del docente titolare.
MENSA E PALESTRA – Per le mense occorrerà organizzare dei turni per mantenere il distanziamento degli studenti. Le palestre potranno essere utilizzate, ma bisognerà preferire sport individuali e cercare di mantenere il distanziamento.
IN CASO DI COVID IN CLASSE – Se uno studente, un docente o un membro del personale scolastico dovesse risultare positivo al coronavirus scatterebbe la quarantena: 7 giorni per i vaccinati, 10 per i non vaccinati. Per il rientro dovrà comunque sottoporsi al tampone. Sarà invece la Asl a predisporre la procedura per la classe. In caso di focolaio, si può decidere di chiudere la scuola. In caso di contagio in classe, si riattiva la Dad per gli studenti che devono essere messi in isolamento preventivo.
4. Quali sono le lacune o perlomeno gli aspetti critici evidenziati con questa pandemia nell’ambito scolastico che si potrebbero cambiare, correggere o migliorare?
Il cambiamento determinato dal coronavirus, anche nella scuola, ha avuto un impatto molto forte sulla quotidianità che ha reso tutti più fragili, ansiosi e apprensivi. La preoccupazione per la salute propria e delle persone care, l’incertezza del dopo emergenza e la lontananza forzata dai genitori, dai nonni per proteggerli da eventuali trasmissioni del virus, dagli amici, dai compagni di scuola, dagli insegnanti, dagli alunni, i cambiamenti che riguardano il lavoro dei propri genitori e le abitudini quotidiane, la sospensione della libertà hanno messo a dura prova la “tenuta” di molti studenti, genitori e docenti. I ragazzi chiusi in casa da soli oppure in convivenza forzata con i parenti, già solo dopo qualche giorno di “quarantena” richiedono un supporto psicologico per non farsi prendere dall’ansia o dalla depressione. Sentono il bisogno di avere certezze, di sentirsi rassicurati.
La scuola in presenza è fatta di regole, è una regola, e sono le regole a dare certezza, a dare sicurezza. La necessità e il piacere degli alunni e dei professori di vedersi anche solo per non perdersi di vista, ha scatenato una corsa alla didattica a distanza che ha funzionato bene non in tutti gli istituti e, cosa ancora più grave, non per tutti gli studenti. Non tutti hanno la possibilità di avere computer o connessioni internet performanti. Nelle case in cui ci sono genitori obbligati allo smart working o più fratelli impegnati nell’e-learning è impensabile immaginare che ci siano più postazioni o pc a disposizione. È evidente che il diritto/dovere del servizio scolastico a distanza non può essere esercitato con gli attuali mezzi, strutture e infrastrutture a disposizione. Le situazioni di emergenza, la solitudine affrontata con serenità, senza timori, paure e ansie, intesa come stare soli con sé stessi, guardarsi dentro, diventano pertanto occasioni di riflessione e di crescita. Un motivo in più per pensare, immaginare, costruire e condividere percorsi formativi strutturati e non improvvisati, in grado di integrare, arricchire e supportare la didattica curriculare in presenza, con la didattica a distanza, ormai diventata parte integrante della formazione scolastica. Non ci si troverà, così, impreparati di fronte ad un altro inevitabile, futuro cambiamento nella quotidianità della vita scolastica, quando sarà possibile rientrare in aula o si sarà ancora costretti ad un’azione a distanza.
5. Cosa si aspetta dai prossimi mesi di ripresa?
La curva dei contagi è in aumento in tutta Europa e l’Italia non fa eccezione, anche se la crescita nel nostro paese sembra lenta e oscillatoria. In autunno è verosimile una recrudescenza, prevalentemente tra non vaccinati, e se resteranno questi i numeri è possibile che vedremo nei prossimi mesi ancora la morte di altre migliaia di persone. Bisogna continuare a vaccinare per proteggere la popolazione ricordando che c’è anche il non Covid, stiamo accumulando prestazioni sanitarie da fare per altre patologie anche benigne che se non curate nel tempo porteranno a seri danni.
A cura di Gioia Catamo