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giovedì, Novembre 21, 2024

Prisco Piscitelli, Medico Epidemiologo, Vicepresidente nazionale SIMA

Prisco Piscitelli, Medico Epidemiologo, Vicepresidente nazionale della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA). Ricercatore della Cattedra UNESCO per l’educazione alla salute e sviluppo sostenibile dell’Università Federico II di Napoli e presso l’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo (ISBEM). È professore a contratto presso l’Università del Salento al neonato Corso di Laurea in Infermieristica ed esercita come specialista presso la Direzione Medica dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, dove collabora alle attività del DREAM (Laboratorio Diffuso di Ricerca Applicata alla Medicina) per potenziare le sinergie tra ASL Lecce e Università del Salento in tema di Ricerca, Assistenza e Formazione.


Prisco Piscitelli

1) Come descriverebbe la situazione attuale in Puglia dal punto di vista ambientale?

Da un lato una situazione di grandi potenzialità legate all’implementazioni di fonti energetiche rinnovabili veramente in grado di sostituire i combustibili fossili (non dimentichiamo che a Brindisi abbiamo una delle centrali termo-elettriche più grandi d’Europa, ancora alimentata a carbone in seguito alla crisi Russo-Ucraina). Dall’altro persistono criticità di rilievo nazionale come il caso di Taranto e quelle più localizzate, legate all’impatto di cementifici molto prossimi a centri urbani o al rischio amianto e radon.

2) E’ membro della Commissione Ambiente dell’Ordine dei Medici di Lecce. Come si è concluso il 2022 e cosa prevede l’agenda 2023?

L’Ordine del Medici salentino ha provato a dare un esempio a livello nazionale finanziando con proprie risorse un dottorato di ricerca aggiuntivo all’Università del Salento e – potendo quindi scegliere il tema dello studio – ha identificato quello dell’autismo. La ricerca si è conclusa con una pubblicazione in cui è stata validata una metodologia per calcolare l’incidenza e la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico, mentre è ancora in corso un’analisi relativa al peso di diversi fattori di rischio per lo sviluppo di questa condizione del neurosviluppo, anche legati alle esposizioni paterne e materne. La Commissione ordinistica sta promuovendo un piano di riforestazione del Salento insieme alla Provincia e alle associazioni civiche, ma è impegnata anche sui temi dell’inquinamento atmosferico e delle acque (sostenendo il Progetto DEDALO di Unisalento, che fa seguito al Progetto MINORE promosso dalla ASL Lecce con cui sono stati condotti monitoraggi di parametri non obbligatori a tutela della falda acquifera salentina).

3) Lo studio sui quartieri di Taranto ha rivelato una grave situazione a discapito della salute dei cittadini, è un caso isolato in Puglia?

Lo studio condotto dall’Università di Bari, dal Comune di Taranto e dalla nostra Società Italiana di Medicina Ambientale lo scorso anno a Taranto ha riscontrato un eccesso di mortalità in alcuni quartieri della città di Taranto fotografando una situazione forse già nota ma che, con ogni studio, si arricchisce di particolari che si prestano ad essere utilizzati per valutazioni successive e complessive, come quella in essere da parte dell’OMS congiuntamente alle articolazioni e agenzie regionali della Puglia. Certamente il caso Taranto è un unicum in Puglia almeno per la quantità e tipologia di studi che sono stati effettuati. A parte alcuni studi condotti su Brindisi, non abbiamo abbastanza dati su criticità che interessano altre realtà locali. Inoltre, oggi sappiamo, grazie a diversi studi condotti da istituzioni europee (come l’ISGlobal di Barcellona) che molte città del Nord Italia vivono situazioni di grande impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana, senza assurgere alla notorietà del caso Taranto. E anche questo deve farci riflettere.

4) Nel 2018 è stato membro dello Staff del Presidente della Regione Puglia per il Supporto Scientifico presso la sede Europea di Bruxelles della Regione Puglia in materia di riduzione delle emissioni di carbonio, qual era la situazione allora? Quali proposte erano state avanzate? Hanno avuto esito positivo?

Si trattava di un momento in cui era necessario richiamare l’attenzione delle istituzioni europee e nazionali sulla situazione ambientale e sanitaria di Taranto, con l’obiettivo di adottare un approccio scientifico per trovare le soluzioni tecnologiche innovative più idonee. La Regione Puglia aveva predisposto una proposta basato su un piano di “decarbonizzazione” con la graduale attivazione di forni elettrici alimentati a idrogeno, sulla scorta delle più avanzate innovazioni a livello europeo ed internazionale. La Regione Puglia richiamò l’attenzione sul problema e sulle possibili soluzioni coinvolgendo l’OMS e il mondo scientifico, riuscendo a presentare le proprie proposte su Lancet, con una conferenza al Parlamento Europeo e con una proposta di parere al Comitato Europeo delle Regioni. È interessante notare che a distanza di quasi 5 anni, le proposte di soluzione più adeguate ancora oggi al vaglio dei decisori siano proprio quelle avanzate in tali sedi.

1) Ha origini campane ma il suo curriculum vanta una vasta formazione tra Roma, l’Europa e gli USA, per poi approdare in Salento con il Dottorato di Ricerca. La formazione in Puglia è stata una scelta per passione o opportunità?

Il trasferimento in Puglia da Roma a 27 anni è stata una scelta di qualità di vita e al contempo di consapevole volontà di voler contribuire alla crescita del Mezzogiorno. Qui ho incontrato l’ISBEM, un piccolo incubatore di ricerca e innovazione sociale in ambito biomedico, voluto dal compianto Rettore salentino Gino Rizzo (di cui ricorre il ventennale della scomparsa) e affidato a un cardiologo di grande fama come il Prof. Alessandro Distante, divenuto il mio maestro e che mi ha avviato al percorso della Ricerca perseguita per passione e professione, in cui si è inserita anche la tappa del Dottorato in Unisalento. Oggi la scuola di Medicina a Lecce rappresenta una grande opportunità per tutto il territorio.

di Gioia Catamo

Pubblicato il 6 marzo 2023 alle ore 09:24

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