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mercoledì, Febbraio 5, 2025

Pubblicato di recente. Etica e Medicina, quale futuro?

Dott. Salvatore Sisinni, ci parli del suo ultimo libro, pubblicato di recente. Etica e Medicina, quale futuro?

Nel mio libro, recentemente pubblicato da Edizione Grifo, metto a fuoco tanti problemi medici con risvolti etici, l’attuale cure del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che all’inizio ha brillato ma che da un po’ di anni è diventato un disservizio per motivi vari, per le diseguaglianze di trattamento tra varie Regioni, i viaggi della speranza solo dal Sud verso il Nord, le chilometriche liste di attesa per una mammografia o un intervento di cataratta e per lo scandalo delle visite intramoenia che hanno selezionato i pazienti: quelli che possono pagare e, nel giro di una settimana, ricevono la prestazione sanitaria e quindi si curano, quelli che non hanno il portafoglio pieno non possono aspettare un anno per una risonanza di controllo e quindi non si curano.

Per quanto riguarda il futuro dell’etica e della Medicina, devo sommariamente dire che la Medicina del 2000 ha guadagnato molto dal punto di vista della tecnica ma ha perso molto in umanità. Occorre, pertanto, una medicina dal volto umano, a misura di paziente. È un bisogno diffusamente avvertito.

Salvatore Sisinni

In nessun settore scientifico i problemi di tipo umanistico sono espressi con chiarezza e frequenza maggiori rispetto a quanto accade in medicina. Le implicazioni sono evidenti: se le generazioni future devono apprendere il controllo delle forze che stanno alla base della scienza e della tecnologia è necessario intraprendere un processo di riesame, di rieducazione e di rivalutazione degli aspetti morali, sociali e psicologici della scienza, sia da parte del personale medico che della società considerata nel suo insieme.

E finisco col citare una frase letta tanti anni fa all’esordio della professione, che poi è stata la linea guida del mio agire professionale, oltre a rispettare il Giuramento di Ippocrate.

È contenuta nel famoso romanzo I miserabili di Victor Hugo. Recita così: “La porta della casa del prete deve essere sempre aperta, quella della casa del medico mai chiusa”.

La porta di casa mia è stata sempre aperta sia di giorno che di notte, sia a Pasqua che a Natale e nelle altre feste civili e religiose comandate.

Chi mi conosce ed ha avuto bisogno delle mie prestazioni professionali, in qualità di medico generico nella seconda metà dei lontani anni Sessanta e, dopo, di specialista in Neurologia e Psichiatria lo può sicuramente testimoniare.


Grazie collega, dott. Vilei per l’intervista richiestami. Spero di essere stato chiaro ed esaustivo. Buon lavoro e tanta fortuna alla rivista culturale In Puglia tutto l’anno.

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